Yesterday, now and tomorrow

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« Sono venuto a capire cosa sono io per te, un giocattolo? Un qualcosa che puoi usare a tuo piacimento? » Si avvicinò con passo deciso, iniziavo ad avere paura, quello non era lui, non era l'uomo che amavo. « Dimmi, cosa significa per te "ho bisogno di tempo"? Che nel frattempo puoi andare a letto con tutti i ragazzi che vuoi? » Altre lacrime riempirono i miei occhi già offuscati dalle ferite precedenti, ma una fiamma di rabbia si accesse dentro di me e l'unica soluzione che vidi fu quella di tirargli uno schiaffo.

« Prima di aprire bocca ti consiglio di farlo funzionare il cervello che ti ritrovi! » Gli dissi più arrabbiata che mai. « E sai cosa ti dico, sei tu che hai scritto la parola FINE a tutto questo, quindi ora non venirmi a fare le morali, e per giunta da ubriaco.» Lo evitai e mi avvicinai alla finestra avevo bisogno d'aria, più che rilassarmi quella casa stava diventando un campo minato, ovunque andassi c'era qualcosa che non andava con qualcuno. « Ora esci dalla mia stanza! Credo che per oggi hai fatto già abbastanza.» Seguirono lunghi minuti di silenzio prima che lui si facesse avanti.

« Ti prego Selena, cerchiamo di risolvere questo caos che ho creato. » Si avvicinò e affondò il suo naso nei miei capelli ancora legati. Ormai avevo esperienza con il Massimo ubriaco e sapevo che bastava un niente per farlo imbestialire e tant'altro per farlo addolcire, amavo quell'uomo da morire ma ormai aveva tradito la mi fiducia e i miei sentimenti. Mi sentivo come su una barca in mezzo all'oceano, lasciarlo morire nelle acque gelate della disperazione o portarlo in salvo? « Ti amo, i miei sentimenti non sono cambiati, e nel profondo anche i tuoi. » Mi tirò verso di se in un abbraccio, mi sembrava così indifeso, un malato in cerca di cure, un uomo nel deserto in cerca di un oasi. « Prima quando ti ho vista in compagnia di Gabriel ho capito ancora di più quanto tu sei importante per me, tu sei il mio tutto, lo sei stata dal primo momento. »

« Non mi sembravi tanto convinto quando ti lanciai quella pallonata. » Una sorriso spuntò sul suo viso mentre continuava a tenerlo adagiato sulla mia spalla.

« Hai ragione, ma il tuo sorriso fece passare tutto. Tu sei la mia Beatrice, la mia medicina, la donna che amerò per sempre. » Perché mi ero innamorata di un professore? Ogni sua parola mi colpiva dentro.

« Massimo.. » Mi voltai in modo da guardarlo negli occhi per dirgli tutto quello che pensavo e che ritenevo giusto. «..ti amo anch'io io ma tutto questo è sbagliato, stiamo infrangendo delle regole. » Gli spostai una ciocca ribelle in modo da poterlo guardare per bene nei suoi occhi color ghiaccio.

« E da quando ti fai problemi per le regole? » Disse con un sorrisino. « Ricominciamo, ci amiamo e faremo in modo che tutto fili liscio te lo prometto.»

« Le promesse non sono il tuo punto forte. » Gli ricordai con tono di rimprovero, voleva prendermi in giro? « Chi mi assicura che la professoressa resterà al suo posto? Io non sono pronta a soffrire di nuovo..»

« Non accadrà! » Disse come un bambino di fronte alla proposta allettante di un genitore. « Farò di tutto per far si che tutto questo duri. » La sua voce era così calda che al solo udirla il mio corpo non sentiva bisogno di nient'altro.

« Massimo... questa volta non voglio correre, non voglio costruire il palazzo senza le fondamenta. » Qualcosa mi diceva di evitare proprio tutto, di ricominciare, senza di lui, perchè quella tranquillità non sarebbe durata in eterno.

« Va bene, ti capisco. » Disse con un sorriso radioso e sincero. « Forse ora è meglio che vada. » Mi diede un bacio sulla fronte e si avvicinò alla porta. Non farlo, non fermarlo!

« Mas.. » Lui si girò subito con negli occhi un filo di speranza. «.. non farti vedere dai miei. » Sul suo viso si dipinse una grandissima delusione. Ecco, ora è colpa tua, guardalo, l'hai ferito.
« Scherzavo! » Alzai le mani come per difendermi. « Vuoi farmi compagnia? Il letto è troppo grande per una sola persona. » Gli sorrisi e lui ricambiò allettato dalla proposta.

« Lo sai che per quello che hai fatto meriti una punizione esemplare. » Si avvicinò, sapevo cosa aveva in mente e quindi ogni volta che avanzava io indietreggiavo. « Se mi ricordo bene, soffri il solletico?! »

« Non ci provare. » Lo guardai con occhi di sfida, qualsiasi cosa ma non il solletico.

« Come non ci provo!? » Mi adaggiò sul letto e iniziò la tortura.

× × ×

Un rumore ripetuto e sempre più forte mi svegliò dal mio tranquillo e tenero sonno, era il vivace "toc toc" di qualcuno che desiderava entrare, o almeno una risposta. Appoggiai il braccio sull'altro lato del letto e notai che era vuoto, come se fosse così già da un pò.

« Un attimo! » Urlai ancora con la voce assonnata, mentre cercavo i miei vestiti. No, non è come credete, semplicemente non potevo presentarmi a qualcuno con una maglia gigante che mi copriva a malapena il lato B. Mentre infilavo i pantaloncini ripensavo al seducente professore che aveva trascorso la nottata nel mio letto, abbracciati come ai vecchi tempi, come se la corrente gelata della rabbia non fosse mai arrivata. Spalancai la porta e mi ritrovai Marco con il viso turbato come se avesse ricevuto la notizia più brutta della sua vita.

« Come posso dire a papà che aspetto un figlio? » Entrò senza neanche chiedere.

« Buong ... COSA?! » Senza pensare chiusi la porta in modo che nessuno venisse a conoscenza della conversazione, e della dolce notizia, prima del tempo. « Ho capito che ormai tutto è precoce nella vita, ma un bambino... stai cercando un modo per uccidere papà? Lui già ti vede un medico di successo al suo fianco e un figlio ti limiterà nella tua carriera. » Portai le mani sul viso, con un'aria sconvolta, prima di scoppiare a ridere e corrergli incontro ad abbracciarlo. « Sai, volevo diventare zia, un bambino farà bene a questa famiglia. » Soprattutto ora che starò via.

« Perchè? Perchè sei sempre così positiva? Non pensi mai che qualcosa possa essere preso sotto un velo negativo se non disastroso. » Disse stringendomi tra le braccia, uno di quegli abbracci che ti tolgono il fiato e che ti ricordano quanto amore può regalarti un semplice gesto.

« Le soffereze ci cambiano, a volte anche in qualcosa di migliore. » Lo strinsi a mia volta, volevo impriggionare quel momento, restare lì a sentire il calore dell'amore fraterno, perchè non è solo il sangue a rendere qualcuno tuo fratello ma i comportamenti. « Ho sempre fallito, mi sono fatta sempre convincere e abbindolare dalle persone che amavo, non fare lo stesso errore anche tu. » Lo guardai nei suoi occhi color nocciola, sapevo che prendere decisioni non era il suo forte ma in quel momento era lui a trovarsi ad uno dei tanti bivi posti dalla vita. « Se vuoi che questo bambino entri nella tua vita non ti serve nessun consiglio, e gli altri potranno dire tutto quello che vogliono ma a te non deve fregare. »

« Sei troppo saggia per l'età che hai, lo sai vero? » Continuò a tenermi tra le sue forti braccia come per difendere la cosa per lui più preziosa al mondo.

« Ti ho parlato con il cuore, ed è quello che devi fare anche tu con papà e con le persone a cui tieni delle tua decisione, vedrai che tutto sarà visto sotto un altro aspetto. » Sapevo benissimo che a volte nella vita entrano tante cose in gioco, la paura, la ragione, ma pochissime volte vale la pena mandarle al diavolo e ascoltare cosa dice il cuore.

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