Different hearts

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La giornata passò in fretta o almeno così mi sembrò, il suono della campanella ufficializzò il tutto. Tutta la scuola si riversò nei corridoi compresa la mia classe, tutte volevano trovare il "Professore sexy" o almeno, così avevo capito dalle conversazioni ascoltate qua e la, ma potevano essere più oche di così? No, era nel loro DNA e non le potevi cambiare, anzi se dicevi qualcosa che le dava fastidio dovevi subirti le loro critiche e sinceramente non me ne fregava su quale professore avevano messo gli occhi.

Ero rimasta da sola, l'aula mi sembrava così ampia senza gli altri, ogni rumore rimbombava in quello spazio così grande.

Spesso restavo da sola dopo la fine delle lezioni dato che attendevo l'arrivo dei miei genitori, ma quel giorno dovevo rientrare a piedi visto che entrambe i miei erano impegnati sul lavoro.

Un rumore di passi arrivò alle mie orecchie e si facevano sempre più vicini, di solito a quell'ora non c'era nessuno, neanche i bidelli. Alzai gli occhi dai libri che stavo ponendo in cartella e vidi lui, fermo sull'uscio ad osservarmi. Cosa ci faceva lì?

« Signorina Morini, giusto? » Chiese avvicinandosi al mio banco con quell'aria da agente di polizia che ha appena trovato il colpevole con le mani nel sacco. « Cos'è, hai dimenticato quest'estate? O hai dimenticato me? » Si avvicinava sempre di più e il mio cuore iniziava a battere all'impazzata, riusciva ancora a farmi quell'effetto.

« È riuscito a sfuggire alla ricerca del popolo femminile della scuola? Merita una medaglia per questo. » Affermai continuando a fare ciò che stavo facendo prima che lui arrivasse.

« Selena non cambiare argomento! » Disse prendendo il mio polso, mi ero dimenticata quanto fosse impulsivo. Non volevo dargli la risposta che si aspettava e che forse conosceva già, non ero scappata da lui, da noi, per mia decisione ma semplicemente per volere di qualcun altro.

« Non ti ho più vista ne sentita. Che fine avevi fatto? » I suoi occhi incatenati nei miei alla ricerca di una risposta, così bisognosi che quasi mi facevano venire voglia di baciarlo e rassicurarlo che quello che provavo per lui non era mutato.

« Si sta facendo tardi devo andare. » Conclusi chiudendo la borsa e prendendo il libro che lui mi aveva regalato. Qualcosa nei suoi occhi cambiò, forse si stava riaccendendo quel barlume di speranza che aveva perso quella dannata notte di mezza estate.

« Sei cambiata, forse non sei più la ragazza con cui amavo parlare e ridere. Preferivo quella. » Quelle parole mi freddarono; il proiettile aveva colpito ed affondato il bersaglio. Non mi voltai, non volevo fargli vedere gli occhi colmi di lacrime che gridavano al mondo che anch'io avevo un cuore. Uscii il più velocemente possibile dalla classe e mi diressi alle scale, l'unica cosa che volevo fare era correre a casa e non uscire mai più da quel luogo, l'unico dove mi sentivo al sicuro.

Ricordati Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora