La casa mi sembrava così grande dall'ultima volta che ci avevo messo piede al mio compleanno l'estate precedente, quante cose cambiano, ormai mi ero abituata alla piccola ma accogliente casa in città. La luce invadeva quel gigantesco spazio che divideva le varie camere sul pianerottolo, mi affacciai in camera dei miei notando piacevolemente che dormivano tranquillamente come due angioletti e lo stesso valeva per mio fratello; in fondo erano appena le sei, potevano fare quello che volevano dato che eravamo in vacanza. Mi recai silenziosamente di sotto in modo da non svegliare nessuno e non attirare i collaboratori che mantenevano quella casa magnifica tutto l'anno, presi il mio mp3 ancora custodito nella tracolla all'ingresso, un caffè al volo e uscii di casa. Quando stavo lì potevo uscire senza problemi a che ora volevo, non c'erano pericoli.
Nell'ultimo periodo correre mi liberava la mente o almeno così pensavo, mi sentivo libera e piena di energie, pronta ad affrontare uno scontro con qualunque persona mi avrebbe fatto infuriare, e sapevo già di chi si sarebbe trattato. Il suo nome iniziava con la M e terminava con la O e per giunta era anche il mio professore di italiano, non riuscivo ancora a capacitarmi; perchè invitarlo? Per farmi stare ancora male? Per fargli capire che poteva essere apprezzato dalla famiglia? Anche se avevo qualche dubbio sulle risposte, soprattutto sull'ultima. A differenza dei parenti di mia madre, quelli di mio padre erano gli esseri più odiosi sulla faccia della terra, paragonarli a persone del Paleozoico era un complimento, e solo il pensiero che avrei dovuto trascorrere una cena in loro compagnia mi faceva venire l'angoscia. Sapevo che non sarebbero venti sicuramente, perchè ci ritenevano troppo immersi nella "plebe" per poter stare con loro, ma nonna continuava a venire per rendere la situazione a prova di bomba. Già percepivo la nuvola di negatività che stava per arrivare in quella casa, e ne ero certa al cento per cento che sarebbe scoppiata una bomba.
Dopo un paio d'ore decisi di ritornare a casa prima di trovarmi una pattuglia davanti casa che mi dava per scomparsa. « Guarda chi è tornata! » Una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare, mi ero accertata che non ci fosse nessuno nei paragi.
« Miguel.... Rosalie, da quanto tempo! » Dissi sorridendo ai due coniugi che conoscevo da quando ero nata. « Pensavo vi foste trasferiti!? » Gli andai in contro per salutarli con un caloroso abbraccio.
« E lasciare una terra così bella? Non esiste! Poi c'era quella ragazza che ti aspettava con ansia.» Vidi uno scricciolo corrermi in contro e appena la notai feci lo stesso. Quella bambina era la sorellina piccola che non avevo mai avuto, quella persona di cui prenderti cura senza nessun tornaconto.
« Tesoro, come ci siamo fatte grandi. » La presi in braccio e le diedi un bacio sulla sua paffuta guancia.
×××
Un ora dopo rientrai in casa, avevo tenuto impegnata la piccola "peste" mentre i genitori svolgevano le proprie manzioni in giardino; visto che le piaceva ballare e cantare perchè non scatenarla, o meglio scatenarci? Mi incamminai su per le scale in modo da arrivare in camera mia per farmi una doccia.
« Selena! Vieni un attimo. » La voce di mio padre mi cotrinse a tornare indietro e a recarmi in soggiorno. Appena entrai la sorpresa si dipinse sul mio volto, cosa ci facevano già qui? Non dovevano arrivare nel pomeriggio? Due uomini molto informali sedevano al tavolo insieme ai miei e consumavano la colazione tranquillamente, uno era Massimo e l'altro era Gabriel. « Visto che hai fatto attività fisica e anche da babysitter, ti va di fare colazione insieme a noi? » Sorrisi alla battuta e osservai il posto libero accanto a chi era e non diedi risposta. « Su, non ti preoccupare, non sei infettiva.»
« Grazie papà. » Presi posto tra i due ospiti facendo finta di niente. « A che ora siete arrivati? » Chiesi versandomi del latte, per poi prendere le fette biscottate e la marmellata.
« Un ora fa. » Disse Massimo guardandomi di sottecchi, era molto attraente quella mattina, questo non potevo negarlo. In lui erano racchiuse due personalità quella fraggile, dolce, amorevole, dall'altra quella autoritaria, aggressiva e infelice. Si, perchè la sua vita era infelice me l'aveva fatto capire attraverso qualche suo atteggiamento, ma non ero riuscita ancora a scoprire a cosa era dovuto, ma ci sarei riuscita, prima o poi.
« Da poco. » Tirai corto con un sorriso e mi rivolsi all'altro ospite. « Spero il t... suo autista non si sia perso. » Quella correzzione anche se velocissima insospetti tutti i presenti, soprattutto il cane rabbioso che avevo alla mia destra.
« No, se l'è cavata egregiamente devo dire. » Gabriel non diede peso alla cosa anzi rispose subito per togliermi dall'imbarazzante situazione.
Terminai velocemente la colazione tra chiacchiere e risate, in modo da potermela svignare di sopra per fare qualcosa per me. « Io vado di sopra, ci vediamo dopo a pranzo. » Senza problemi tornai nella mia camera e mi tuffai sul letto, non ce la facevo più, ero distrutta.
×××
Quando mi svegliai erano le tre passate, avevo dormito per tutta la mattinata. « Oh mio Dio, non può essere. » Presi il biglietto sul comodino e lo lessi. - Non me la sentivo di svegliarti, quando ti riprendi mangia il tost che ho lasciato sulla scrivania. - Dopo aver preso visione feci com'era scritto.
Dato che non sapevo cosa fare decisi di andare da mio fratello a divertirmi un po'. Percorsi il corridoio diretta nella camera degli ospiti in fondo al corridoio, bussai e attesi che la porta si aprisse. « Tu? Anche qui? » Rimasi sorpresa nel trovarmi il professore davanti agli occhi.
« Stiamo tutti insieme, vuoi entrare? » Disse guardandomi negli occhi interdetto.
« No vado. A stasera.» Conclusi andandomene, non volevo stare con tutti, ero sicura fosse arrivata anche Lisa ma non me la sentivo di stare lì come se non fosse accaduto niente.
« Selena.. » Corse e mi prese per il braccio in modo da voltarmi verso di lui. « ..non mi evitare, ti prego. » Lo guardai diritto negli occhi, stava malissimo, lo notavo benissimo.
« Ho bisogno di tempo, forse molto tempo. » Aggiunsi staccandomi dalla presa, a sfide eravamo entrambi bravi e portati.
« Posso aspettare anche una vita. » Mi fermai paralizzata da quelle parole così dolci e piene d'amore per poi ripartire subito.
×××
Ero pronta per la serata; capelli raccolti in una coda, orecchini e collana in tinta con il vestito a scacchi bianchi e neri, accompagnato da delle scarpe nere elegantissime. Mi fermai sedendomi sulla sedia, le parole di Massimo continuavano a ronzarmi in testa. Dovevo dargli una seconda possibilità? O continuare con le mie idee? Stavo facendo bene a stare ferma? Ma era quello che aveva fatto lui in palesta, mi aveva lasciata in lacrime, distrutta, ad affondare nel mio dolore. Perché? Non volevo nemmeno saperlo, ma intanto dovevo prendere una decisione, anche se dolorosa.
Spazio autrice.
Salve lettori, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento come i precedenti.
Secondo voi quale sarà la scelta di Selena? Commentate e fatemi sapere la vostra.Grazie per l'interesse alla storia, a presto con il nuovo capitolo.
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Ricordati Di Me
Romance- IN REVISIONE - SE CERCHI UNA STORIA D'AMORE IMPOSSIBILE PER TUTTI, QUESTO È IL ROMANZO CHE FA PER TE. Per i due protagonisti l'amore è un qualcosa di instabile, pronto a crollare in qualsiasi momento, per questo pian piano dovranno fare i conti c...