Capitolo 6

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POV CLARKE
Stavo aspettando Raven e Octavia, questa settimana saremmo andate insieme a scuola, non avevo voglia di stare con mia madre, non dopo la cena di ieri, e volevo parlare con loro su ciò che era successo ieri sera con Lexa, anzi di ciò che non è successo con Lexa.
Dopo un paio di minuti arrivano:
-Immagino che la ritardataria sia colei che guida vero?- prendo in giro Raven
-Immagini bene- continua Octavia
-Bene se io sono così ritardataria andrete a scuola a piedi- risponde Rae
-Non possiamo sai perche?- dice Octavia
-Perché sono irresistibile, indispensabile e la vostra migliore amica?- rispose entusiasta Rae
-In realtà no, solo perché ci scocciamo di camminare- rispondo e a questa risposta sia io che Octavia riceviamo uno schiaffo da Rae e iniziamo a ridere
-Dai basta basta ahahha, meglio andare altrimenti facciamo tardi e abbiamo matematica le prime due ore- dice Rae e inizia a guidare
Durante il tragitto ascoltiamo musica, cantiamo, ridiamo, come facciamo sempre, arrivate fuori scuola prima di scendere dalla macchina vedo Lexa da lontano e non scendo, tanto da far insospettire le ragazze, non appena vedo che entra nell'edificio esco dall'auto:
-Okay pantera rosa, ci vorresti spiegare?- dice Rae
-Ricordami perché Pantera Rosa?- domanda O
-Perché si nasconde come la pantera rosa- rispose sicura
-Io con te non ce la faccio, ci rinuncio, però ha ragione, forse ci meritiamo una spiegazione- dice rivolgendosi a me
-E ve la darò però ho bisogno anche di un favore prima, ho bisogno che una di voi si metta al mio posto, non ho voglia di vedere Lexa e ora non posso spiegarvi, a pranzo vi spiego tutto, però aiutatemi- le supplico
-Mi metto io- risponde Raven dopo un po'
-Sicura?- le chiedo
-Certo, sta tranquilla- dice
-Hai dimenticato di dire Pantera Rosa- la prende in giro O e tutte scoppiamo a ridere
-Forza entriamo- dico
-Aspetta, se mi domanda perché sto seduta io e non tu che le dico?- mi domanda Rae
-Dille che avevo bisogno di parlare con O e che mi hai ceduto il posto per un po' di tempo tutto qui- le dico
-Okay allora entriamo, dopo ci spiegherai- dice O ed entriamo nell'edificio, chissà quanta fatica avrei fatto per evitare quei terribili occhi verdi, solo il tempo mi avrebbe detto se quello che stavo e sto facendo sarà giusto o no...

POV LEXA
Oggi era una giornata un po' particolare, sarebbe iniziata la fase 2 del piano (cosa che mi sarebbe un po' costata soprattutto se volevo avvicinarmi a Clarke in un altro modo), e poi c'era proprio lei, colei che non mi ha fatto dormire, colei che ha risvegliato in me dei sentimenti che non provavo da un po' di tempo. Arrivata fuori scuola mi era sembrato di averla vista nella macchina di Raven, ma non avendola vista decisi di entrare e di parlarle direttamente in classe. Passarono i minuti, e quando le tre amiche entrarono in classe, notai subito l'indifferenza di Clarke, che non mi aveva nemmeno guardata e soprattutto notai che andò a sedersi al posto di Raven e che Raven prese il suo posto vicino a me:
-Ciaoooo, sono la tua nuova compagna di banco- dice allegra Raven
-Ciao, non per essere scortese, ma come mai Clarke ha cambiato posto?- domando tutta d'un fiato, potevo sembrare scortese lo so, ma questo suo atteggiamento mi stava iniziando a dare fastidio, prima non mi degna di uno sguardo e poi cambia posto, dovevo sapere
-Lei e Octavia devono parlare di alcune cose e vorrebbero fare il lavoro di letteratura insieme e quindi mi hanno chiesto di sedersi vicine- mi risponde
-Okay, comunque mi fa piacere averti come compagna di banco e perché no come compagna di lavoro di letteratura- rispondo sia poco convita per ciò che mi aveva detto su Clarke, ma anche felice perché Raven mi sembrava un brava ragazza anche se aveva spezzato il cuore di mia cugina, ma quelle sono robe loro
Ed ecco che in classe entra il prof Simon di matematica che annuncia una nuova alunna:
-Ragazzi oggi entra a far parte di questa classe una nuova ragazza Echo Perez, benvenuta- dice il prof
Io ed Echo ci scambiamo sguardi d'intesa, la fase 2 era appena iniziata.
Finita la lezione cerco di parlare con Clarke ma senza successo, mi evita, non so perché ma ho una vaga idea. Mentre cammino per la mensa in cerca di Ania mi scontro con qualcuno:
-Ei fa più attenzione la prossima volta- dice sgarbata
-Scusa, non volev-o, ciao Echo giusto?- le dico fingendo di non conoscerla
-Si.- risponde in modo secco
-Non volevo scontrarti ero solo sovrappensiero- le chiedo di nuovo scusa
-Non mi interessa, fa più attenzione la prossima volta- mi dice in tono sgarbato e va via
Faccio finta di rimanere scioccata e mentre mi incammino verso mia cugina e mio fratello mi arriva un messaggio proprio da Echo:
-OTTIMO LAVORO, SEI UNA GRANDE ATTRICE, CONTINUIAMO COSI'-
Poso il telefono e mi siedo a pranzare con la mia famiglia fino al suono della campana e ci dividiamo di nuovo fino alla fine della giornata...

POV CLARKE
Purtroppo con le ragazze a pranzo non ho potuto parlare visto che abbiamo pranzato assieme ai ragazzi. Finn è stato così buono con me che mi sentivo sempre più in colpa. Durante una lezione non riuscendo più a sopportare il senso di colpa che mi logorava dentro, chiedo alla prof di uscire e vado in bagno. Entro nel bagno e mi appoggio al lavandino, non so cosa mi succeda, non mi riconosco, e invece ciò che penso e che prova il mio cuore è che non sono mai stata più felice come lo sono stata la sera scorsa tra le braccia di Lexa. Mentre penso sento qualcuno entrare nel bagno, tutto mi aspettavo fuorché lei, anzi un po' me lo aspettavo, anche se la conoscevo solo da pochi giorni, era come se la conoscessi da tempo. Senza dire una parola prende e mi abbraccia, ho ceduto, ma solo per poco, perché anche se tra le sue braccia stavo bene non potevo continuare così, e allora decisi di dirle tutto:
-Spostati- mi tolsi da quell'abbraccio
-Perché mi stai evitando e perché reagisci in questo modo- mi dice senza mezze misure
-Non posso, sono fidanzata, io semplicemente non posso- le rispondo abbassando la testa
-Guardami dritta negli occhi e dimmi che non senti nulla quando stiamo insieme, che non senti le farfalle nello stomaco come le sento io, che non sono il tuo primo pensiero e il tuo ultimo pensiero come lo sei tu per me da quando ti conosco, anche se da poco, dimmi guardadomi negli occhi che in questa settimana che ci conosciamo non hai provato nulla e che è stata tutto frutto della mia immaginazione- mi disse tutto d'un fiato
L'unica mia via d'uscita era mentirle se volevo fare quella che io reputavo la cosa giusta, tutto ciò che aveva detto io lo provavo, lei era il mio ultimo pensiero e il mio primo pensiero, quando stavo con lei mi sentivo protetta, al sicuro, sentivo le famose farfalle nello stomaco, ma tutto questo non potevo dirglielo visto che non volevo far soffrire Finn, e allora dopo qualche minuto a fissare il vuoto decisi di risponderle guardandola dritta negli occhi:
-E' stato tutto frutto della tua immaginazione, io sono fidanzata, felicemente fidanzata, tutto ciò che hai detto io lo provo per Finn non per te, quindi a questo punto sarà meglio stare lontane per un po'- le dissi queste parole tutte d'un fiato, senza far trapelare dai miei occhi una minima emozione
-E' stato un piacere Griffin- mi salutò con un tono di disprezzo e uscì sbattendo la porta del bagno.
In quel momento iniziai a piangere, avevo appena detto alla persona di cui mi stavo innamorando (anche se in poco tempo) di andarsene, l'avevo cacciata via dalla mia vita, solo perché non volevo far soffrire Finn. So per certo che questa scelta, questa decisione la rimpiangerò, ma per ora era la scelta più giusta da fare...

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