Capitolo 15

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POV ANIA
Stavo con Raven davanti la macchinetta, ma pensavo a Lexa, era di nuovo tornata a chiudersi in se stessa come i primi tempi, io e Lincoln avevamo fatto di tutto pur di non farlo più succedere, sono seriamente preoccupata, ma Raven mi riporta alla realtà:
-Ei, tutto bene? – mi domanda
-Sinceramente no, mi preoccupa Lexa, quest'incidente non ci voleva, non oggi- le dico
-Che è successo? – domanda e io noto come si sta preoccupando per me
-Lei e Lincoln hanno litigato di brutto prima dell'incidente e diciamo che Lexa si sente in colpa per ciò che è successo e poi da dopo la morte dei suoi genitori, quando qualcuno a lei vicino fa qualche incidente i chiude in se stessa e non ne esce facilmente- le dico
-Fortunatamente ha te, ha Lincoln, O, me, e anche Clarke, anche se tra di loro è come una montagna russa, anche per la situazione di Clarke, ma ne uscirà ne sono sicura- dice Raven accarezzandomi la spalla
-Non è che con questo discorso ho dimenticato i messaggi sul tuo telefono stamattina- dico ridendo e lei diventa tutta rossa
-Sapevo che eri arrabbiata- mi dice con tono di vittoria
-Non ero arrabbiata, che diritto avrei di arrabbiarmi se non siamo nulla- le dico con tono di sfida
-Me lo hanno detto anche Clarke e Octavia- dice senza accorgersi di avermi appena detto che parla di noi con le sue amiche e a me esce un sorriso sapendo questo
-Raven, io provo ancora qualcosa per te, sono sincera, ma non so se posso fidarmi di te, non so se mi farai di nuovo soffrire come allora- le dico in tutta sincerità
-E questo lo so anche io, ma se non ci proviamo non lo sapremo mai, io voglio migliorare, voglio cambiare e non farti più soffrire, ma so anche che ora tocca a me soffrire un po', quindi cercherò di fare di tutto mentre ti corteggerò, in modo che tu punto 1 mi possa perdonare, punto 2 che tu mi dia una possibilità e punto 3 ma non meno importante, che tu diventi la mia ragazza, ci stai?- mi domanda
-Ci penserò, ma magari la risposta la otterrai in maniera strana- le dico prendendo i caffè e dirigendomi verso la sala d'aspetto dove avevo lasciato Lexa.
Arrivando in sala d'aspetto vedo Clarke e Lexa per terra abbracciate, non volevo interrompere, ma l'infermiera con Octavia era venuta a darci notizie su Lincoln:
-Ragazze mi dispiace interrompere ma l'infermiera deve darci notizie su Lincoln- dico e loro subito si mettono in piedi
-Bene, il signor Woods, sta bene, ha solo un braccio rotto e qualche taglietto sulla faccia, ma visto che ha sbatutto la testa lo teniamo in osservazione questa notte, domani mattina può già tornare a casa, ovviamente una sola persona può rimanere con lui stanotte, e ora potete andare a trovarlo la stanza è la 14- ci informa e va via
-Andiamo? – ci domanda Octavia
-Si- rispondiamo tutti tranne Lexa, prima che potessi parlare però, vedo Clarke che le stringe la mano e lei risponde -SI- e ci incamminiamo verso la stanza...

POV LINCOLN
Mi ero svegliato da poco, mi trovavo in una stanza d'ospedale, l'ultimo ricordo che avevo era quello di me che litigavo con Lexa, poi buio, avevo notato il braccio rotto, e avevo anche un po' di mal di testa, ma dopo aver appreso cosa fosse successo, alla prima persona che ho pensato è stata Octavia, l'amore della mia vita, credo proprio che me l'abbiano messa sul mio cammino i miei genitori, come penso che a Lexa abbiano messo Clarke, anche se la loro storia è sicuramente più complicata. Da quando i miei genitori sono morti, ho sempre cercato di essere un fratello responsabile per Lexa, ma anche molto protettivo, se le è in pericolo, sono il primo che va in suo soccorso, ed è proprio per questo che ho paura di come stia ora, sapendo ciò che è successo mesi fa...

FLASHBACK
Erano passati solo un paio di giorni dalla morte dei miei genitori e dalla morte di Costia, la fidanzata di mia sorella, ero distrutto, ma non potevo mostrarlo, dovevo sopravvivere per mia sorella che era caduta in una profonda depressione, non usciva dalla camera, non mangiava, non parlava. Parlando con Ania avevo saputo che un po' ci aveva parlato, ma poi subito si è chiusa di nuovo in sé stessa. Quindi decisi parlandone anche con lei di intervenire con una mia idea (che da lei e Lexa venivano apprezzate poco hahah):
Busso alla porta -Posso entrare? - domando aprendo leggermente la testa
-Si- risponde non guardandomi
-Giochiamo? - le domando, non rispondeva -Ei sister, che ne dici di fare una partita alla play su- le rimarco prendendole le mani, lei mi guarda, finalmente dopo giorni lei, mia sorella mi guardava negli occhi, notavo gli occhi rossi e gonfi, segno che stava piangendo, segno anche di stanchezza, segno di aiuto, in quel momento l'unica cosa che sono riuscito a fare è stata quella di abbracciarla e di non lasciarla più, di proteggerla, io verso di lei ero sempre un po' protettivo, anzi molto protettivo, ma ora sentivo che sarei dovuto esserlo di più, aveva bisogno non solo di me, ma anche di Ania, così quando ci staccammo da quell'abbraccio ricomincia a parlare:
-Allora, la facciamo si o no sta partita, chiamiamo anche Ania e facciamo un torneo, chi perde paga la pizza- le dissi
-Scusa- era l'unica cosa che mi era riuscita a dire
-Beh dovrai chiedermi scusa quando non pagherai la pizza quando perderai, okay?- la rassicurai
-Va  bene- mi disse e mi abbracciò.
A quel punto chiamammo Ania per giocare il torneo e ovviamente Ania aveva perso, era una frana a fifa, ovviamente si lamentò fino a che non arrivò la pizza, una volta finito di cenare e aver visto una delle nostre serie preferite Modern family, stavamo andando a dormire, quando all'improvviso Lexa ci fermò:
-Potete dormire qua?- ci chiese
Entrambi accettammo, sperando che questa fosse finalmente la svolta per Lexa, la definitiva ripresa. E fù così, il giorno dopo si svegliò ed era come se fosse tornata la Lexa di prima di tutto questo, aveva preparato la colazione con tutto ciò che piaceva a me e ad Ania, ci sedemmo a tavola e iniziò a parlare:
-Prima di tutto volevo chiedervi di non interrompermi, volevo chiedervi scusa per il mio comportamento, soprattutto a te Lincoln perché anche tu hai sofferto, ma hai dovuto sopprimere i tuoi sentimenti per me, e poi volevo farvi una promessa, oggi vi prometto che non succederà più che io mi riduca in questo stato, perché per ora voi siete le persone più importanti per me, e non solo per ora, ma per sempre, quindi cercate di non fare cavolate okay?- ci disse guardandoci negli occhi, nessuno dei due aveva delle parole adatte da dire in quel momento, se non alzarci ed abbracciarla, finito quell'abbraccio che sembrava infinito, iniziammo a fare colazione...
FINE FLASHBACK

Mentre pensavo a questo momento, sentii bussare alla porta della mia stanza d'ospedale, e la prima persona che vidi fù proprio lei Octavia, che corse ad abbracciarmi con cautela, poi entrarono Ania e Raven e solo per ultime Clarke e Lexa, con quest'ultima il capo chino, quasi avendo paura a guardarmi, sia per la litigata ma soprattutto per l'incidente, così decisi di risolvere la questione:
-Amore, potreste lasciarmi solo un minuto con Lexa ed Ania? - mi rivolsi ad Octavia
-Certo- disse Octavia uscendo dalla stanza insieme a Raven, Clarke ci mise un po' ad uscire perché notai ovviamente che teneva la mano a Lexa e proprio lei non le lasciava la mano fino a che Clarke non le disse qualcosa all'orecchio, una volta che le lasciò la mano uscì dalla stanza con le sue amiche. Rimanemmo solo noi tre come quella volta nella stanza di Lexa cercando di riportare Lexa ad essere ciò che era:
-Peccato che non c'è una playstation altrimenti Ania avrebbe pagato di nuovo una pizza, anzi 3 pizze grandi- dissi cercando di stemperare l'atmosfera
-La smetti di prendermi in giro? So giocare ora- risponde Ania
-Si certo, e io sono Brad Pitt- iniziammo a ridere ma Lexa era ancora a testa bassa con uno sguardo perso
-Ei tu, mi guardi o devo arrabbiarmi perché non mi guardi- le alzai un po' il tono di voce, sapevo di sbagliare così tanto che mi sono preso anche un'occhiataccia da parte di Ania, ma il mio approccio sembra funzionare quando vedo te che alzi la testa e mi guardi con le lacrime agli occhi
-Perdonami, e non solo per le bugie che ti ho detto, e per non averti reso partecipe delle mie indagini su zio Titus, ma scusa per averti fatto fare l'incidente, perdonami- disse piangendo e tornando ad abbassare la testa
-Ma allora vuoi proprio farmi arrabbiare, ei ti ho detto di guardarmi- questa volta alzai il volume un po' troppo, ma ero arrabbiatissimo per ciò che aveva appena detto -Non ti permettere più, MAI PIU', di dire una cosa del genere, il mio incidente non è stato colpa tua, okay- le dissi calmandomi un po' anche perché io non le avevo mai alzato la voce
-Lincoln mi sembra esagerato alzare la voce- disse Ania
-No, Ania, se lei continua a non guardarmi continuerò ad alzarla, lei non ha colpe e lo deve capire, punto. Quindi o lo capisce ora senza farmi arrabbiare, o lo capirà dopo che mi avrà fatto arrabbiare. Quindi Lexa alza la testa e guardami ora forza su- le dissi e lei piano piano mi guardò -Vedi, è facile, basta alzare la testa, sono qui, un po' ammaccato e rotto, ma sono qui, non mi è successo nulla, non devi chiuderti in te stessa- le dissi e Ania aggiunse qualcosa me sconosciuto anche se non tanto:
-Beh una persona qui fuori l'ha consolata parecchio mentre aspettavamo- disse ridendo guardando Lexa diventare rossa come un peperone
-Si, e tu che sei andata alle macchinette con Raven a flirtare- rispose in tono secco e tutti e tre ci facemmo una bella risata.
-Okay, ora direi che è il momento di far entrare le ragazze che stanno da un po' di tempo fuori ahahha- dico e Ania andò a chiamarle, e ne approfittai per dire alcune cose a Lexa
-Se ti piace, buttati, so che è una situazione complicata, ma io ti conosco e so che alcune volte pensi al passato, e non parlo di Costia, ma parlo di ciò che è avvenuto prima di lei, quindi non pensarci e buttati okay?- le dissi e lei annui solo dopo che Clarke, Raven, Octavia e Ania entrassero, dopo questo, rimanemmo tutti insieme fino a fine orario visite a parlare e scherzare.

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