Capitolo 20

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POV RAVEN
Erano passati 3 mesi da quella sera, nessuno sapeva niente di Finn, i ragazzi hanno provato a cercarlo, ma nulla, era come se fosse sparito, nel mentre, tutti noi siamo andati avanti, io ho dovuto fare un corteggiamento alla Raven, in un mese sono riuscita a farmi quasi perdonare del tutto, ma mi ha dato una chance, ora io e Ania siamo felicemente fidanzate, invece Clarke, Lexa, Lincoln e Octavia non si sono corteggiati, stanno semplicemente insieme.
Stamattina dovevo vedere Ania, solo che mi ha mandato un messaggio per dirmi che doveva vedersi con Lincoln e Lexa, così ho chiamato Octavia per andare a prendere Clarke per uscire un po' insieme. Durante il tragitto:
-Allora, come va con Ania? – domanda O
-Bene, devo dire che sta andando benissimo, è come se ciò che è accaduto, non fosse realmente accaduto, c'è una fiducia incredibile, ovviamente l'amore fa si che si super tutto, anche se le cicatrici rimangono, ma sembra che tra noi cicatrici non ci siano. E invece tu con Lincoln? – le domando
-Lincoln è un amore, è genuino, spiritoso, con lui rido molto, e prima d'ora nessuno era riuscito ad essere il mio ragazzo ma al contempo anche il mio migliore amico, ovviamente tranne voi- ride dicendo quest'ultima frase
-Noi siamo insostituibili- le dico dandole un colpetto sulla spalla -Comunque O, la prossima volta che mi faccio convincere da te ad andare a piedi da Clarke, ricordami ti ucciderti- le dico ridendo
-Certo certo, comunque, siamo tutte e tre fidanzate con 3 della stessa famiglia, chi lo avrebbe mai detto- ridiamo entrambe, ma la risata viene interrotta da un qualcosa che non vorrei aver visto mai:
--Non è come sembra. Davvero, non è come sembra- dice Clarke, nel frattempo Finn era scappato
-Clarke che cosa diavolo sta succedendo- le dice O
-Non è come sembra- continua a dire Clarke nel panico
-È assolutamente come sembra- inizio a parlare
-No, Raven ascoltami, non è come sembra, non iniziare a farti una tua idea- risponde Clarke
-Vuoi che non pensi che stai tradendo Lexa, dopo tutto ciò che avete passato, dopo ciò che ha fatto Finn l'ultima volta che l'abbiamo visto? Non ti riconosco più- rispondo arrabbiata, non volevo spiegazioni, in quel momento stavo facendo parlare l'istinto, so che me ne pentirò, ma ora l'istinto è quello
-Sei sera Raven? Io non ho tradito nessuno, stai letteralmente incasinando la situazione più di quanto già sia. Se mi fai spiegare capirai, ma tu non fi spiegare nessuno perché vuoi sempre avere ragione- risponde Clarke notevolmente arrabbiata
-Ragazze calmatevi, state discutendo senza nemmeno un motivo valido, Raven facciamo parlare Clarke e capiamo bene cosa è successo prima di dire cose di cui potremmo pentirci- cerca di fare da pacere Octavia
-E' che io non la voglio nemmeno ascoltare, anche se non l'ha tradita, il solo fatto di vederlo è una mancanza di rispetto nei confronti di Lexa, Finn è un bastardo e Clarke- mi fermo prima di complicare le cose
-Io cosa, finisci la frase Raven- dice Clarke
-Ragazze basta- dice Octavia
-Sai cosa non mi aspettavo questo da te Raven- dice e va via
-E poi sono io la bambina- dico ad alta voce in modo che possa sentirmi anche da lontano
-Raven che ti è preso, l'hai attaccata senza motivo, non le hai dato nemmeno la possibilità di spiegare, non sei così, soprattutto con Clarke non sei così- mi rimprovera Octavia
-Sai cosa, vado via, oggi non vi sopporto- dico e vado via lasciando Octavia da sola
Stavo sbagliando, e questo lo sapevo, ma quando il mio istinto si mischia alla rabbia, parto in quarta e perdo la ragione, so che Octavia mi perdonerà, ma so che per farmi perdonare da Clarke ci vorrà un po' di tempo, spero solo di non aver perso una delle cose più belle della mia vita per colpa del mio carattere di merda

POV LEXA
Dopo essere uscita da casa di Clarke chiamo Lincoln e lo avviso di tutti dandogli appuntamento a casa di Ania. Arrivata sotto casa di Ania salgo:
-Ei Lexa- dice Ania
-Ei Ania, allora Lincoln sta arrivando, spiegami cosa è successo- le dico
-Aspettiamo Lincoln così spiego ad entrambi- mi dice e io annuisco, nel frattempo faccio colazione, non avevo avuto il tempo di farla, e nel mentre parliamo anche di come procedevano le nostre vite, soprattutto con Clarke e Raven, erano unitissime, era interessante vedere che noi 3 ci eravamo fidanzati tutti con 3 ragazze che per di più erano migliori amiche, era una cosa bellissima. Bussano alla porta:
-Sarà Lincoln, vado ad aprire- dice Ania
Quando apre la porta fa un'espressione un po' impaurita, non riuscivo a capire bene, fino a quando non parla:
-Papà che ci fai qua- dice Ania
-Posso passare o devo parlare sull'uscio della porta- dice Titus
-Ania fallo entrare- le dico
-A bene, manca solo l'uomo di casa e siamo al completo- mentre dice questa frase ecco Lincoln dietro di lui
-Eccomi, sono qui- dice immediatamente lui a zio Titus
-Bene famiglia al completo, ora parla- gli dico
-Penso che mi figlia ti abbia già avvisato dello sfratto- inizia a dire con quella sua solita risatina
-Si, e non puoi farlo, quell'appartamento l'ho comprato con i soldi dei miei genitori, con l'eredità mia e di Lincoln e di Ania, non tua- lo affronto
-Papà perché l'hai fatto, è tua nipote- parla Ania
-So cosa state facendo, e so anche che tu figlia mia, li stai aiutando. Non pensavo che saresti stata in grado di voltare le spalle a tuo padre, ma vedo che è così, però sono fiero che tutto ciò che state cercando di fare, o di trovare, non lo troverete mai, non ci sono prove per ciò di cui mi accusate, per la società sono uno zio che si è preso cura dei suoi due nipoti dopo la morte, sicuramente brutta dei loro genitori. Non troverete nulla, se solo vi mettete sul mio cammino, io vi schiaccerò, sappiatelo- dice queste parole guardandomi direttamente negli occhi
-Dopo questo tuo discorso ora mi fa anche schifo chiamarti padre, una piccola parte di me credeva ancora che tu fossi innocente, ma ora capisco che quella parte si stava sbagliando, mi fai schifo, e se davvero hai ucciso gli zii, lo scopriremo e finirai dritto in carcere, e spero davvero che la chiave la buttino, non dovrai più vedere la luce- dice Ania arrabbiata
-Sai cosa Titus, prenditi anche la casa, ma io almeno avrò sempre qualcuno che mi ami e mi voglia bene, non so se potrai dire la stessa cosa, visto che tua figlia ora ti ha praticamente ripudiato- gli rispondo
-A e sai cosa, aggiungo, loro le proteggerò io, se solo ti azzardi a mettergli un dito addosso, sei un uomo morto. Rimpiangerai di aver ucciso i miei genitori, lo rimpiangerai per il resto della tua vita- dice Lincoln andando faccia a faccia con Titus
-Bene io ho già perso troppo tempo, la tua roba l'ho portata qui, non hai più una casa, e hai decisamente pochi soldi, dovrai trovarti un lavoro mia cara, anzi tutti dovrete trovarvi un lavoro. Buona giornata- dice e se ne va
-Lo uccido- dice Lincoln appena Titus chiude la porta
-Calmati Lincoln, Ania tutto bene? – le chiedo, la conosco e penso non abbia accusato il colpo
-Mio padre è un assassino- dice con sguardo perso nel vuoto
-Ania, mi dispiace che tu l'abbia dovuto realizzare così- le dico e l'abbraccio, Lincoln si unisce all'abbraccio
-Dobbiamo trovare le prove, deve andare in prigione- continua Ania
-Cuginetta sicura di stare bene? – domanda Lincoln
-Si, devo metabolizzare bene questa cosa e ripeterlo me la fa metabolizzare più velocemente. Ragazzi mi dispiace, vi chiedo scusa al posto di mio padre- dice Ania abbassando la testa piangendo
-Ei, tu non hai colpe, non devi chiedere scusa di niente, noi troveremo quelle prove, a qualsiasi costo, ora pensiamo a goderci la giornata- le dico abbracciandola
-Ho un'idea, organizziamo una serata con le nostre ragazze, riunione qui da Ania, che ne dite? – propone Lincoln
-Per me va bene se ad Ania va bene- rispondo
-Certo. Lexa, comunque puoi vivere qua con me se ne hai voglia- mi dice Ania
-Davvero? Pensavo già di dover chiedere a questo zuccone qui di ospitarmi da lui- inizio a ridere e Lincoln si offende un po'
-Ei, casa mia è la più bella, ve la sognate- dice Lincoln
-Certo come no, comunque si davvero, vieni a vivere qui- continua Ania
-Ti voglio bene An- le dico
-Ti voglio bene anche io Lexa- ci abbracciamo
-Basta, troppe smancerie, chiamiamo le ragazze- dice Lincoln e così ti mando un messaggio. Questa giornata iniziata con te, sarebbe finita con te di nuovo al mio fianco...

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