Capitolo 24

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POV CLARKE
Era l'ora di pranzo, dopo la verifica di letteratura, non abbiamo avuto un attimo di tempo, se non i 10 min di merenda, questo perché essendo l'ultima settimana prima delle vacanze d'inverno, sabato c'era anche il ballo d'inverno, non vedo l'ora di andarci con te, ma prima dovevo risolvere una faccenda, e ne dovevo parlare con le ragazze. Eravamo rimaste di incontrarci tutti al Favorito per pranzare tutti quanti, una volta arrivate, ci sediamo, ma Lexa no:
-Amore, non posso restare a pranzo, devo vedere Echo, dobbiamo parlare, ieri non abbiamo potuto parlare, ci vediamo direttamente stasera, okay? – mi avverte
-Si, certo amore- le dico, mi dà un bacio e va via
-Bene, sembra che saremo solo noi 3- dice Raven
-Perché? – esordisco io
-Ania e Lincoln, non possono venire, verifica a sorpresa di matematica- dice Octavia
-Clarke, ti noto pensierosa, forse sarai anche riuscita a far fessa Lexa, ma noi due no, quindi che succede? – domanda Raven, senza fare nemmeno dei giri di parole
-Ragazze, ho un enorme problema, prima della verifica di letteratura, mi è arrivato un messaggio- inizio io e Octavia mi ferma
-Infatti ti ho notata irrigidirti per un attimo, di chi era quel messaggio- dice
-Di Finn- dice Raven
-E tu come lo sai? – le domanda Octavia
-Perché altrimenti non si sarebbe irrigidita- risponde lei
-Cosa diceva quel messaggio- mi chiedono entrambe
-"VEDIAMOCI ALLE 18 AL PARCO" – gli leggo il messaggio
-Tu non vai, e non si discute- dice Raven
-Devo andare, devo mettere un punto a questa situazione- rispondo
-No, Clarke, Raven ha ragione, non ci vai, sai quanto rischi? Se Lexa e i ragazzi ancora non lo sanno è perché non li hanno avvisati, puoi stare tranquilla una volta, non due- dice Octavia
-Lexa si è accorta che eri strana oggi- mi dice Raven
-Cosa? Come? – domando
-Ti ha guardato e ha capito che qualcosa non andava, lei pensa sia per il ballo d'inverno, ma ora so che non è così, senti Clarke, vuoi andare, vai, ma non andrai da sola, ci saremo anche noi, così qualsiasi cosa accada, ci saremo noi ad aiutarti- dice Rae
-Ci sto- dice O
-Ragazze, non vi immaginate quanto vi voglia bene, spero vada tutto bene- dico e iniziamo a pranzare. Avevo paura, tanta, tu ti eri accorta del mio nervosismo, e dubito che sia solo per il ballo, sicuramente sospetti qualcosa, ma io voglio risolvere tutto prima che si scateni il caos, oggi avrei dovuto fare i conti con il passato, un passato che non mi lascerà in pace per tanto tempo...

POV LEXA
Ero andata via dal bar, dovevo vedere Echo, ci saremmo viste a casa di Ania, quindi avrei mangiato lì, dovevo sapere di più su Luna, e del perché si trovi in Messico, è passato tanto tempo da quando l'ho vista l'ultima volta, ad oggi, so che quella che ha sbagliato sono io, e sarei anche pronta a scusarmi, ma se scopro che lei c'entra con la morte dei miei genitori, non so davvero cosa sarei capace di fare, per fortuna in tutto questo caos che è la mia vita, ho te, l'unica persona che riesce a farmi dimenticare ogni singola cosa sbagliata della mia vita, ultimamente ti noto un po' strana, e voglio parlarne con te, perché quando si ama davvero una persona, i problemi si risolvono insieme, e io volevo risolversi con te, infatti, stasera li risolveremo. Arrivata a casa, il tempo di entrare e preparare due panini che bussa Echo, apro:
-Ei, su entra, mangiamo e ne parliamo- le dico
-Ho una fame tremenda- mi dice
-Panino alla piastra con sottiletta e pancetta, la mia specialità, ti piacerà, assaggia- le dico, lei assaggia, e io la guardo con gli occhi luccicanti, amavo quando la gente provava i miei toast, era il mio cibo preferito -Allora? – le domandai
-Buonissimo ahahha, grande chef- dice tra le risate
-Non posso darti torto- me la tiro un po'
-Bene Chef, ora parliamo di cose serie, Luna- dice e tutte le risate di prima subito scomparvero
-Come mai è in Messico, si sa qualcosa? – domando
-Poco, sappiamo solo che è partita dopo la scuola, ossia un mese prima della morte dei tuoi genitori, tu eri la sua migliore amica vero? – mi domanda
-Si, ma le cose tra noi, non finirono molto bene, e me ne pento tanto adesso, ci siamo dette cose orribili, le ho detto cose orribili l'ultima volta che l'ho vista...-

FLASHBACK
Fuori casa di Lexa
-Tu, Luna, sei una brutta persona, non ti piace vedere la gente felice, perché tu, tu non sei felice Luna, io e Costia, siamo innamorate, fattene una ragione, non infangare il suo nome solo perché non ti sta simpatica, fatti una vita, sei una ragazza che non interessa a nessuno, io ero la tua unica amica, la tua migliore amica, e guarda, per una gelosia di merda, mi perderai, bruciarle lo zaino, tu sei impazzita, fatti curare- le dissi
-Ma Lexa...- le chiusi la porta in faccia
FINE FLASHBACK

-Da quel giorno non l'ho più rivista, e ne sentita, scomparsa, e ovviamente poi il mese dopo morirono i miei genitori e Costia, e la storia già la sai- le dico
-Mi dispiace Lexa, non sarà stato facile- mi dice
-In questi mesi, avrei voluto che lei fosse qui, ho cercato di non pensarci, ma da quando abbiamo scoperto il trasferimento di mio zio, non faccio altro che pensare a lei in continuazione, le ho detto cose bruttissime, cose che non si dovrebbero dire a nessuno, nemmeno al tuo peggior nemico- le dico abbassando la testa
-Perché non andava d'accordo con Costia- mi chiede Echo
-Sinceramente, non lo so, non l'ho mai capito, ho sempre pensato che fosse per gelosia- le dico onestamente
-E se non fosse per gelosia? E se Luna sapesse qualcosa su Costia, ma tu eri talmente innamorata da non vederlo? E se non fosse stata lei a incendiarle lo zaino? – domanda Echo e io la guardo stranita
-Stai davvero dando la colpa alla mia ex ragazza morta? – domando io alzando un sopracciglio
-Non si è mai trovato il corpo di Costia, penso di tutto- mi dice
-Beh se tutte le tue domande di prima fossero vere, allora era talmente innamorata da non accorgermi che la mia ragazza era una sociopatica- le dico con un pizzico di ironia
-Lexa, ti faccio queste domande, perché nel nostro database, Costia non aveva 17 anni, ma 26, e aveva diverse identità- mi dice e io non riesco a capire dove vuole andare apparare
-Che stai cercando di dire Echo- le dico cercando ancora di non credere in quello che lei aveva appena detto
-Che Costia non era quella che tu pensavi, e che Luna lo aveva scoperto- il mio sguardo era perso nel vuoto, non sapevo che pensare, Costia, doveva essere tutto uno sbaglio
-Echo, devo andare, per quanto riguarda Luna, per il momento non facciamo nulla, mio zio ci sta alle calcagna, ci penseremo più in avanti, ora devo andare- le dico
-Lexa, qualsiasi cosa, chiamami, qui ci sono i fascicoli su Costia- dice e va via
Guardo i fascicoli, vorrei aprirli, ma non ci riesco, mi accascio a terra, con le mani sul viso, nemmeno più una lacrima usciva, avevo bisogno di qualcuno in questo momento, avevo bisogno di te, prendo i fascicoli e così decido di venire prima da te. Arrivo a casa tua, c'è la macchina di tua mamma, oggi è il suo giorno libero, sono titubante sul bussare o meno, ma avevo bisogno di parlare con te, quindi busso:
-Salve signora Griffin- dico in modo educato
-Lexa, mia figlia non c'è- mi dice
-Ehm, lo so, immaginavo, ehm... - non so che dire
-Vuoi aspettarla dentro? – mi domanda con mia sorpresa
-Se per lei non è un problema, certo- le dico, dandole sempre del lei
-Entra- mi dice e io entro.
Ad Abby non le sto molto simpatica, diciamo che non ha ancora accettato al 100%, questa nuova vita di Clarke, ma so che sta facendo uno sforzo enorme per sua figlia, e questa era un grande dimostrazione, mi ha fatto andare ad aspettare in camera tua, e ora sono qui, sul tuo letto ad aspettarti, torna presto... .

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