Capitolo 10

315 22 4
                                    

ALLA FESTA

POV CLARKE
Ed eccoci arrivate al locale, avevamo un po' paura di scendere, infatti prima di scendere dalla macchina siamo state 5 minuti in silenzio, nessuna delle due era pronta a scendere da quella macchina e incontrare alcune persone. Nessuna delle due riusciva ad abbassare la maniglia, guardai Raven, era tesissima, preoccupatissima, allora per il bene di entrambe decisi di dirle alcune cose:
-Ei prima di scendere posso dirti due cosette? - le dissi per stemperare l'atmosfera
-Certo- mi risponde guardandomi
-Qualsiasi cosa succeda, o qualsiasi persona ci sia lì dentro, noi due siamo venute per Octavia, che si merita questo e molto altro, siamo le sue migliori amiche, la sua famiglia, e tu lo sai meglio di noi perché una famiglia non l'hai avuta, quindi io dico, basta pensare e abbassiamo quelle dannate maniglie che Octavia ci aspetta- le dico prendendole le mani
-Hai ragione, oggi pensiamo ad Octavia, domani penseremo hai nostri problemi anche se è domenica ahahaha- dice Raven ridendo
Dopo questa battuta scendiamo dalla macchina ed entriamo nel locale, vediamo Octavia e ci avviciniamo a lei e a Lincoln, di Lexa o Ania o Finn ancora niente, c'eravamo noi, ovviamente i festeggiati e qualche amico di Lincoln. Dopo una decina di minuti ecco che arrivano i ragazzi, ma di Finn neanche l'ombra, allora mi avvicino a Bellamy:
-Bellamy ciao, Finn dove sta? – domando
-Ei Clarke, Finn non è potuto venire, si è sentito poco bene stamattina, non so se ti ha avvisato- mi dice
-Sinceramente non ne ho idea, non prendo il telefono da ieri più o meno, ora controllo, grazie ancora- gli dico e vado un attimo fuori per controllare, ma non c'era nessun messaggio, così decisi di chiamarlo:
-Finn-
-Ei amore tutto bene? – mi domanda
-Io si, sto alla festa di Octavia, non ti ho visto e ho chiesto a Bellamy dove fossi, mi ha detto che stamattina ti sentivi poco bene, tutto a posto?- mi domanda
-Si amore tranquilla, ho avuto un leggero mal di pancia, venerdì sera con i ragazzi ci siamo ingozzati delle più assurde schifezze durante il torneo di Fifa, e questo mi ha fatto venire il mal di pancia, quindi ho deciso di stare un po' a casa per riposare- mi dice
-Vuoi che venga?- domando non sapendo nemmeno il motivo del perché l'abbia fatto
-Nono amore tranquilla, noi ci vediamo domani, goditi la serata, ti amo- mi dice e stacca
Che strano, mi è sembrato sfuggente, domani ne parlerò meglio con lui. Mentre mi volto per tornare nel locale mi scontro con la persona con cui non volevo scontrarmi per niente soprattutto stasera:
-Scusa- le dissi
-Tranquilla, scusa tu, parlavo con Ania e non ti ho vista- mi dice
-Siete arrivate ora? – le domando
-Io vado dentro, ciao Clarke- dice Ania lasciandoci sole
-Si, siamo arrivate ora, diciamo che io sono ritardataria quando si tratta di feste, in altre cose sono puntualissima- mi dice
-Io sono ritardataria sempre, stranamente oggi abbiamo fatto solo 10 minuti di ritardo altrimenti per come sono ritardataria io ne avremmo fatto minimo 45- dico e iniziamo a ridere
-A sto punto è meglio prepararsi due ore prima- continua ridendo
-Si ahahha- rido
-Scusa- mi dice all'improvviso
-Per?- domando non sapendo a cosa si riferisse
-Per ieri sera, non mi ricordo tanto, ma da ciò che Ray ha detto ad Ania ho dato del mio meglio da ubriaca- mi dice abbassando la testa
-Tranquilla, e poi si dice che le persone ubriache dicano la verità come i bambini, quindi tranquilla- le dico
-Spero solo di non aver fatto qualcosa che potesse far sentire a disagio con me- mi dice
-No tranquilla, non hai fatto nulla- le dico
Dopo qualche minuto in silenzio rompo il ghiaccio
-Entriamo?- le dico
-Sisi, entriamo- mi dice e così entriamo

POV RAVEN
Clarke era uscita a chiamare Finn, ero rimasta diciamo da sola, anche se non lo ero, gli amici di Lincoln erano adorabili, sono stata un po' con loro quando all'improvviso vedo entrare lei, era bellissima, non le toglievo gli occhi di dosso:
-La stai guardando tanto- mi dice Octavia
-Ei, nono è una tua impressione, tu invece, come va con Lincoln? - le domando
-Tutto bene, ma io sono qua per te, vedo come la guardi, perché non vai a parlarle? Potresti provare a scusarti- mi dice
-Octavia l'ultima cosa che mi ha detto quel giorno è stata "MI FAI SCHIFO REYES" secondo te mi vuole ancora parlare dopo quello che le ho fatto, il giorno dopo è andata da Lexa perché le erano morti i genitori, io ad Ania l'ho fatta soffrire nel momento peggiore, e se non mi perdonerà più lo accetterò, perché me lo merito, ho sbagliato, il fatto di non aver avuto non può essere la giustificazione per tutto, tanto meno in questo, sai a cosa pensavo quel giorno prima di vedere Ania e fare la pazza? Pensavo al fatto che mi stavo innamorando di lei, che lei mi stava facendo scoprire il significato della parola AMORE, parola che però per me non vale, non sarò mai in grado di amare qualcuno e farmi amare da qualcuno. Oggi è la tua serata O, vivitela a pieno- le dico
-Tutti meritano di essere felici- al suono di queste parole mi si gela il sangue
-Vi lascio sole- dice O dileguandosi
-Ciao- dico
-Ciao- mi risponde Ania
-Che hai sentito? – domando prima di mettere un piede nella fossa
-Che hai detto che tu non saresti mai in grado di amare qualcuno e che non saresti mai in grado di farti amare da qualcuno- mi risponde
-Beh si, ci sono delle prove- le rispondo senza guardala
-Il fatto che una storia non abbia funzionato, non significa che tu non sai amare o non sei in grado di farti amare, anzi io credo che in quella storia, nonostante le parole dette da una certa persona, tu amavi ed eri amata- mi dice
-Si e ho rovinato tutto, perché io rovino sempre le cose belle che mi accadono- le dico e sotto sotto noto un piccolo sorriso sul suo volto
-Non è vero, l'amicizia che ti lega da anni, anzi da una vita con Clarke ed Octavia non l'hai rovinata- mi dice
-L'unica cosa bella che sono riuscita a non rovinare- rispondo
-Reyes, sei speciale sappilo, non cadere in un baratro da cui potrai non riuscire a rialzarti, se vuoi una cosa lotta per quella cosa, me lo disse Lexa un giorno, forse ad oggi io ancora non sono riuscita a seguire questo consiglio, ma forse è arrivato il momento di seguirlo, non credi?- dice Ania
In quel momento volevo baciarla, e l'ho fatto...

POV LEXA
Entrate nel bar, cerco Ania, ma di lei nessuna traccia, mi sembrava strano perché era entrata quando io mi ero scontrata con Clarke, quindi dovrebbe essere dentro, ma la cosa strana era che Clarke cercava Raven e anche di lei nessuna traccia, la cosa sembrava strana all'inizio ma quando sia io che Clarke iniziammo a capire ci guardammo e ci mettemmo a ridere. Alla fine io e Clarke passammo tutta la serata insieme, ovviamente con mio fratello e con Octavia, a fine serata cerco di fare un primo passo verso una riconciliazione con Clarke:
-Posso accompagnarti? – le dico vedendola fuori al bar con il cellulare in mano chiamando un taxi
-No tranquilla- risponde
-Insisto, è tardi e non mi piacerebbe lasciarti andare in un taxi, ti accompagno io, tanto so dove abiti ricordi? - le dico
-Accetto solo perché non trovo un taxi disponibile- mi dice e ci incamminiamo verso l'auto
In auto regnò il silenzio per tutto il tragitto, arrivate sotto casa di Clarke decido di spezzare questo silenzio imbarazzante:
-Prima che tu scenda da quest'auto e vada via, volevo chiederti scusa- le dissi
-Scusa per cosa- mi domanda non capendo per cosa io mi stessi scusando
-Per tutto, ricordo la nostra conversazione in macchina quando rimanemmo ferme con l'auto, ricordo di aver detto delle cose fuori luogo visto la tua situazione, e non le ho dette solo lì, mi dispiace- le dico, lei mi prende la mano e con l'altra mi alza il viso fondendo così il colore dei nostri occhi
-Dispiace più a me per come ti ho trattata, non lo meriti, non te lo sei mai meritato- mi dice, ci avviciniamo piano piano, naso contro naso, i nostri respiri suonavano all'unisono come il suono del nostro cuore, le nostre labbra si sfioravano, giocavano, facevamo a gara a chi sfiorava prima, ma nessuna delle due faceva il -primo passo, fino a quando Clarke disse una cosa:
-Non sai quanto voglio farlo, ma non posso, sento che mi sto innamorando di te, ma non posso, non ora, mi dispiace- dice questo e esce come un fulmine dall'auto con le lacrime agli occhi, entra in casa e chiude la porta. L'unica cosa a cui io ora riesco a pensare è alla sua frase "SENTO CHE MI STO INNAMORANDO DI TE", il problema Clarke è che io già lo sono, ma se tu non puoi per la tua situazione credo proprio che per ciò che dovrò fare io, sarò io a non potere, perché non voglio metterti in mezzo, perché perdere anche te, quello si che mi farebbe cadere senza farmi più rialzare...

IL MIO POSTO FAVORITODove le storie prendono vita. Scoprilo ora