Senza contare quei 20 minuti di ritardo, la sera prima era stato un appuntamento al buio perfetto. E probabilmente era stata l'unica sera in cui davvero non avevo pensato a Harry neanche per un secondo, neanche un poco, neanche per niente.
Ed ovviamente lui era riuscito a scacciare via tutto il mio buon umore e la mia ritrovata spensieratezza con sole due battute pronunciate nei corridoi di sfuggita. Adesso ero tornata a ripensare a lui, a Davina, alla stupida cena e alla scenata alla festa. Odiavo che avesse questo potere incontrollabile su di me.Sbuffai a questo pensiero, dirigendomi verso la biblioteca. Non ero pronta ad affrontare un intero pomeriggio di astio, battutine e provocazioni mentre sentivo il suo sguardo indagatore su di me.
E mentre pensavo questo, vidi Harry pochi metri davanti a me; anche lui si stava dirigendo verso l'ingresso della biblioteca ma non era solo: con lui c'era - ovviamente - la sua amata Davina. Poco prima di arrivare davanti all'entrata, però, si salutarono con un veloce bacio e lei girò verso un altro edificio.
Mi venne un crampo allo stomaco a vederli.Lo raggiunsi davanti al grande portone dell'ingresso quando era ormai solo.
"Oh come... Davina non viene?" dissi triste, indicando con una mano la figura della ragazza che si allontanava, con tono marcatamente ironico.
"Potevi portarla con te così ci dava una mano" continuai, mimando le sue stesse parole di qualche giorno prima.
"Ah-ah-ah simpatica" mi fece il verso lui, spingendo la grande porta e facendomi largo per entrare.
"Meglio di no. Mi è sembrato di capire che ti senti minacciata dalla sua presenza" continuò.
"Io non mi sento minacciata da nessuno" ribattei. "È più il concetto di baby sitter che non concepisco" sorrisi, cattiva, e mi avviai verso il tavolo solito che era libero.
Iniziavamo molto molto male. 5 minuti che lo avevo visto e già volevo tirargli un ceffone.
Mi accomodai al mio posto, già incazzata e tirai fuori gli appunti e i volumi. Lui fece lo stesso, difronte a me, guardandomi torvo.
Ci dividemmo il materiale e iniziammo la ricerca singolarmente, in silenzio.
Ma la verità era che aveva ragione, ero distratta. Continuavo a muovermi sulla sedia a disagio, a leggere l'intera pagina del manuale senza leggerla davvero e dover ricominciare dall'inizio. Ad un certo punto mi trovai addirittura a scarabocchiare sul quaderno di appunti, senza accorgermene.
Continuavo a pensare a quanto fosse stato bello e semplice ieri con James, senza sotterfugi, senza drammi, senza battutine cattive. Era stato tutto così naturale e istintivo. Non c'era bisogno di nascondersi o di fingere altro. E poi, invece, c'era Harry... non ci eravamo scambiati neanche 20 parole e già mi sentivo emozionalmente sotto un treno.Sentii un colpo di tosse. Alzai lo sguardo e c'era Harry che mi guardava con faccia indispettita.
"Che c'è?" dissi io, fingendo di non avessi capito.
Lui mi indicò il manuale con insistenza.
"Si, si.. lo sto leggendo" sbuffai, alzando gli occhi al cielo. Che noia.Ma fui distratta ancora, perché il telefono che avevo poggiato sul tavolo vibrò.
SMS
DA: James
Oh no... Ami mi ha dato buca di nuovo :(DA: James
Vorresti fare compagnia di nuovo a questo povero ragazzo del Connecticut, triste e solo? :( :( :(Sorrisi involontariamente, leggendo lo schermo del telefono.
Come erano belle le relazioni semplici. Quando e - soprattutto - chi ci aveva inculcato nella testa che le cose difficili e complicate lo erano di più? Forse non era vero.
DA: James
p.s. in realtà ho già prenotato, ti passo a prendere alle 8.DA: James
Ma sono impaziente.... se vuoi, posso anticipare alle 7 per un aperitivo o alle 6 per il the...Sorrisi ancora, divertita dalle sue parole.
Presi il telefono per rispondere ma Harry mi strappò il telefono da mano bruscamente.
"Hey, che fai..?" dissi, provando a riprenderlo.
Lui mi ignorò, leggendo i messaggi sul mio schermo."Chi cazzo è James?" disse, alzando lo sguardo su di me con la fronte corrucciata.
"Nessuno".
"E' il ragazzo con cui sei uscita ieri?".
"Harry. Ridammi il telefono" provai a sporgermi per recuperarlo ma lui alzò il braccio in alto, rendendomelo irraggiungibile.
"Rispondimi, è il ragazzo di ieri?".
"Non sono fatti che ti riguardano".
"Si, sono fatti che mi riguardano se ne va del mio voto al progetto di fine semestre".
"Non dire idiozie, Harry. Il tuo voto al progetto non ha niente a che fare con le persone con cui mi vedo...".
"Quindi è il ragazzo di ieri".
Respirai profondamente, la mia pazienza stava vacillando. A breve l'avrei ucciso.
"Harry-ridammi-quel-cazzo-di-telefono" dissi, scandendo le parole tra i denti.
"Non essere volgare, Bea" disse lui, bacchettandomi con un dito. "Uh... guarda ti sta chiamando qualcuno" continuò, con un sorriso cattivo e girando lo schermo del telefono verso di me.
Era James.
Poi, senza darmi il tempo di dire nulla, rispose al telefono."Pronto? Si, chi è? James... mmm non conosco nessun James. Sta cercando Bea? Oh no, Bea non può assolutamente rispondere in questo momento, mi dispiace moltissimo. Vuole riferire a me? Gliel'ho detto, è troppo impegnata al momento. La prego di non richiamare più, grazie".
Ed attaccò il telefono.
Ero diventata rossa dalla rabbia - e dall'imbarazzo - mentre tentavo di avvicinarmi ad Harry per strappargli il mio telefono dalle mani. Se non fossimo stati in biblioteca, probabilmente avrei iniziato ad urlare.Lui, a quel punto, mi passò il telefono.
"Sei veramente un deficiente" dissi, prendendo tutte le mie cose dal tavolo ed alzandomi per uscire da li.
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BUT THE WAIT WAS WORTH IT [H.S.]
Fanfiction[COMPLETA] "Bea..." mi chiamò e il suo tono mi fece fermare e voltarmi verso di lui. "Dobbiamo parlare di quello che è successo". "No, Harry, non c'è niente di cui parlare, davvero" mi affrettai a dire. "Eravamo ubriachi... entrambi. Ed è chiaro che...