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Harry continuò a scendere le scale del dormitorio a due a due, velocemente, con il mio borsone tra le mani e incurante delle mie lamentele. Io lo seguivo a fatica con i miei tacchi, pochi metri dietro di lui.
Si fermò solo davanti alla sua auto, parcheggiata poco lontano dall'ingresso del dormitorio.

Provai ad insistere ancora ma lui fu irremovibile. Sistemò la mia borsa nel cofano dell'auto e si sedette al sedile del guidatore, ignorandomi. Intanto io - incerta - restavo impalata a fissare l'auto.

Poi abbassò il finestrino dal lato del passeggero.
"Si sta facendo tardi, ti muovi!?" disse infastidito.
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo ed aprii la portiera dell'auto per sedermi.

Mise in moto e parti.
Restammo qualche minuto in silenzio mentre usciva dal campus ed imboccava l'autostrada verso la città.
L'ultima volta che ero stata in quell'auto, io ed Harry...

Ok, meglio non pensarci.
Fissai lo sguardo fuori dal finestrino, osservando la strada che scorreva veloce per cercare di distrarmi e concentrare i miei pensieri su altro.

"Dove vai stasera?" disse Harry ad un certo punto, dopo quello che mi era sembrato un secolo di silenzio tra noi. Mi voltai verso di lui, aveva le mani sul volante, la mandibola contratta e lo sguardo serio dritto sulla strada.

Dio, era bellissimo.

"A cena al 'the view'" risposi decisa.

"Wow" alzò le sopracciglia con espressione stupita. "Figo, vuole chiederti di sposarlo?" continuò, lanciandomi una rapida occhiata.

"Harry!" lo richiamai.

"Che c'è!? Sto scherzando..." commentò, con un sorrisetto. "Anche se lo vedo un tipo abbastanza banale da fare una cosa del genere in un posto del genere".

"Smettila".

"Ok, ok! Che nessuno tocchi sua altezza il principe James!" disse ironico, alzando le mani dal voltante in segno di arresa.

Feci roteare gli occhi al cielo con espressione infastidita prima di voltarmi nuovamente verso il finestrino per guardare fuori.
"Mi presenta alcuni suoi amici" aggiunsi, senza tornare a guardalo.

"Voi due..." aggiunse poi dopo qualche secondo, con un tono che mi parve incerto. "Fate sul serio!?".

La sua domanda mi spiazzò.
"Che domanda è? Vuoi davvero parlare di questo? Vuoi parlare di me e James!?".
Incrociai le braccia al petto, fissandolo con espressione corrucciata.

"Beh perché no!? Di qualcosa dovremmo pur parlare".

"Io non voglio parlare di questo" ammisi.

"È una semplice domanda, Bea".

"Beh... allora la risposta è si" risposi secca, forse più per infastidirlo che perché lo credessi veramente.

Lo vidi annuire leggermente, tenendo gli occhi fissi sulla strada.

"Allora? Non hai niente di cattivo da commentare?" lo stuzzicai.

"Beh, in realtà no". Fece una pausa e poi lo sentii bofonchiare sottovoce qualche velato insulto e qualche commento sul mio vestito.

"Come hai detto scusa?" Lo canzonai.

"Niente. Ho detto che sei troppo bella in quel vestito per quel coglione" rispose serenamente guardando la strada dinanzi a se, come se avesse appena commentato il meteo fuori.

Arrossi istantaneamente, portando lo sguardo sulla strada per cercare di nascondere il mio imbarazzo.
"Possibile che tu non abbia alcuna via di mezzo!?" Mormorai, quasi più a me stessa che a lui, come se stessi pensando a voce alta.

"Sei tu che mi fai questo effetto, Green" mi sorrise, inclinando leggermente il capo verso di me con espressione innocente.

Poi, prima che il cuore potesse esplodermi dal petto, Harry accese la radio e la musica riempi l'abitacolo dell'auto. Bene, almeno potevo evitare di balbettare qualcosa in risposta, dato che sentivo che non sarei riuscita a formulare alcun pensiero sensato.

Harry fece un po' di zapping distrattamente tra una stazione e l'altra. Si fermò, con il dito a mezz'aria sentendo le prime note di una canzone che stava appena iniziando. Era Woman dei Mumford & Sons.

"Bella questa" lo sentii dire. "Ti ricordi?" aggiunse, lanciandomi una occhiata.

Annuii piano, sorridendogli. Avevamo parlato di questa canzone e di questo album per ore, durante i pomeriggi in biblioteca quando ci eravamo conosciuti. Quando erano usciti i biglietti per le date del tour avevo anche provato a prenderne due ma senza successo.

I can't read your mind though I'm trying all the time
There's something I don't know, I can see it in your eyes
As the night descends, it's always slow again
I am left in awe of the woman I adore, oh

Restammo in silenzio ad ascoltare il testo della canzone, entrambi con gli occhi sulla strada. Harry alzò un po' il volume e lo sentii canticchiare il ritornello sottovoce mentre giocherellava portando il tempo con mani sul volante.

Era tutto così semplice, così naturale. Quel momento era perfetto: lui, noi, quella canzone alla radio, la luce rosa del cielo al tramonto fuori dal finestrino.
Chiusi gli occhi un istante cercando di fissare nella mente tutto di quel momento, come una fotografia. Sapevo che presto sarebbe finito tutto e mi sarebbe mancato come l'aria.

Dopo poco più di un'ora, arrivammo in città. Harry accostò a pochi metri dall'ingresso del ristorante.

"Grazie... per il passaggio" dissi incerta, guardandomi le mani.

Lui fece un cenno con la testa, poi aggiunse.
"Vai, è già tardi".

Annuii a mia volta ma tentennai. Era davvero difficile uscire da quell'auto sapendo che chissà fra quanto sarei stata di nuovo da sola con lui in quello strano clima di pace e serenità che si era instaurato tra noi quella sera.

Misi una mano sulla maniglia della portiera ma prima di andarmene mi voltai di scatto, mi avvicinai al suo viso e gli lasciai un leggero bacio sulla guancia. Da quella distanza, il profumo della sua colonia mi colpì come un pugno in faccia. Lui restò a guardarmi, con faccia stupita ma impassibile.

"È meglio che tu vada adesso, Bea... prima che cambi idea e ti porti via da qui" soffiò a pochi centimetri dal mio viso, fissando i suoi occhi sulle mie labbra.

Quelle sole parole mi fecero accelerare il battito cardiaco all' impazzata.

"Ciao Harry" mormorai imbarazzata ed uscii dall'auto.

Fallo, Harry. Portami via da qui.

BUT THE WAIT WAS WORTH IT [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora