- 51 -

1.5K 58 5
                                    

Dovevo decisamente essere impazzita.
Arrivai davanti al grosso portone del dormitorio femminile che - di notte - poteva essere aperto solo dall'interno o con le chiavi. Per fortuna, aggiungerei, altrimenti mi sarei trovato Harry fin dentro camera probabilmente.

Presi un respiro profondo ed aprii la porta, uscendo fuori. Harry se ne stava appoggiato ad un grosso lampione, mentre fumava una sigaretta. Posò gli occhi su di me non appena misi piede in cortile e mi fissò mentre camminavo lentamente per raggiungerlo.
"Sei completamente impazzito!?" dissi piano, fermandomi ad un metro da lui.

Indossava gli stessi vestiti della serata. Ciò significava che non era mai tornato a casa ed erano già le 4:00 del mattino.

"Forse" disse semplicemente, aspirando dalla sigaretta senza mai staccare gli occhi da me.

"Cosa vuoi Harry?" dissi, con le braccia strette al petto in senso di protezione (e chiusura).

"Te l'ho detto, voglio portarti in un posto".

"Ed io - ovviamente - non voglio venire" continuai, impaziente.

"Bea" disse piano, staccandosi dal lampione alla quale era appoggiato. "Vieni con me, ti prego" disse supplicante, facendo un passo nella mia direzione.

Io indietreggiai di impulso.

"Hai paura di me?" Continuò lui, subito, forse colpito dal mio gesto involontario.

"N-no" balbettai.

Lui alzò le mani con i palmi aperti, in segno di attesa.
"Non guardarmi come se fossi un mostro. Bea, per favore, vieni con me in un posto. Poi ti prometto che ti lascio stare".

Restai a fissarlo qualche secondo, interdetta, sostenendo il suo sguardo.
"Dannazione. Ok" dissi piano e sul suo viso si aprii un bellissimo sorriso sincero, di quelli che difficilmente riuscivo a scorgere ormai.
L'aveva avuta vinta un'altra volta.

Non aggiunse altro, si voltò e prese uno dei viali in pietra del campus. Mi affrettai a seguirlo, con il suo passo svelto e le sue gambe lunghe era molto più veloce di me.

Restammo in silenzio per un po', camminando fianco a fianco. L'unico rumore che si sentiva quella notte erano i nostri passi sul vialetto e il suo respiro mentre aspirava lentamente la sigaretta.
Mi accorsi dopo un po' che aveva uno zaino sulle spalle.

"Cosa hai nello zaino?" chiesi curiosa, aggrottando le sopracciglia.

"Poi lo vedrai".

"Dove stiamo andando?".

"Siamo quasi arrivati, riesci a trattenere la tua curiosità per altri 5 minuti?".

"No" dissi piccata.

"Beh non hai molta scelta, non voleva essere una domanda la mia" rispose secco, senza darmi modo di rispondere.

Gli feci una smorfia, infastidita ma forse non notò. Erano notte fonda, mi aveva svegliato e fatto vestire di fretta con il rischio di svegliare tutto il dormitorio e scatenare un putiferio e non voleva neanche dirmi dove eravamo diretti!? Per non parlare di quello che era successo alla festa.

Stavo per ribattere qualcosa quando mi fece cenno di fare silenzio mentre ci avvicinavamo ad un grande edificio del campus. Non ci ero mai entrata ma doveva essere la sede della facoltà di storia e filosofia: uno degli edifici più antichi e belli del campus.

Harry si avvicinò all'ingresso - ovviamente chiuso - per poi superarlo e raggiungere il lato dell'edificio.

"Harry ma dove diavolo-".

BUT THE WAIT WAS WORTH IT [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora