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"Cosa fai?".

"Accendo la candela" dissi sincera.

"Ti stai focalizzando su una parte marginale del mio discorso".

"Perché è l'unica parte che sento di riuscire a sostenere al momento" ammisi, dedicandomi lentamente ed attentamente alla accensione della candela.

Cadde un silenzio tra noi carico di tensione.
Restai a fissare la candela accesa per un po', ancora lontana dal suo corpo, con le gambe tirate al petto e il mento poggiato sulle ginocchia. La fiamma ardeva e io mi domandavo cosa dovesse provarsi a sentire il proprio cuore bruciare nelle fiamme di un fuoco come quello. Probabilmente, doveva essere la stessa sensazione che stavo provando in quel momento.

Dopo un tempo infinito, posai lo sguardo finalmente su di lui: non aveva mai staccato gli occhi da me, mi guardava con una espressione disperata, come se ne andasse della sua stessa vita. Percepivo un dolore straziante nei suoi occhi e mi sentivo esattamente allo stesso modo, lacerata. Volevo piangere ed urlare ma allo stesso tempo gioire per quello che mi aveva detto, per le parole che aveva usato per me. Ma non c'era niente da gioire, non c'era da festeggiare.

Eravamo lì solo per parlare di come sarebbe potuto essere, non di come sarebbe stato il nostro rapporto. E c'era tutta la differenza del mondo.

"Bea dì qualcosa" disse Harry, rompendo quel silenzio asfissiante.

Mi morsi il labbro disperatamente.
"Sono innamorata di te, Harry" dissi lentissimamente, come per essere sicura di star pronunciando proprio quelle parole. Dovevo scandirle per bene, farle penetrare nella mia e nella sua testa. Lo stavo dicevo a lui ma in primis a me stessa. Lo stavo ammettendo per la prima volta ed averlo detto ad alta voce rese tutto improvvisamente reale, come se mi fossi resa conto per la prima volta di una cosa che era così limpida, così chiara, così evidente.

Come potevo non averlo capito prima?
"Da sempre, dal primo momento" continuai, riuscendo incredibilmente a sostenere il suo sguardo senza cedere. "Ho sempre voluto te, solo te, non c'è mai stato nessun altro, io-".

Le sue labbra sulle mie mi interruppero bruscamente. Non l'avevo programmato, non l'avevo visto arrivare. All'improvviso, mi trovai solo il suo viso sul mio e gli gettai le braccia al collo, senza esitazione, senza alcun dubbio.

Non potevo resistergli, in realtà sentivo che se l'avessi fatto sarei morta.

E lo sapevo che era sbagliato, era un errore per entrambi, per noi due, per la situazione che aveva lui alle sue spalle e soprattutto perché ne sarei uscita a pezzi.

Ma, infondo, non lo ero già?
Non ero già crollata in mille pezzi per lui?

Harry mise fine alla distanza tra i nostri due corpi avvicinandomi di più a lui, senza mai staccare le sue labbra dalle mie.

Mi accarezzò il viso lentamente, con entrambe le mani, con una delicatezza che non pensavo che gli appartenesse. Tutte i baci che ci eravamo scambiati erano disperati, rabbiosi. Quello no, in quello c'era della tenerezza.

Mi fece sdraiare sulla coperta sotto il suo peso e scese con il suo viso sul mio collo, lasciando una scia di baci leggeri. Infilò poi le sue mani sotto la felpa che indossavo e mi mancò il fiato. Il contatto delle sue mani fredde contro la mia pelle nuda mi faceva rabbrividire.

BUT THE WAIT WAS WORTH IT [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora