"Dave..hey Dave.."
Alzai leggermente la testa: era la dottoressa che mi scuoteva il braccio nel tentativo di svegliarmi.
Per un attimo pensai che fosse Jess.."Dave visitiamo Jess quindi..."
Sospirai "d'accordo dottoressaa....Tiscali" lessi dal cartellino sul suo gembriule che avevo notato solo in quel momento.
Cognome strano..pensai.
Mi alzai molto lentamente e riuscii a sentire la fretta della dottoressa.
Misi il giubbino e dopo aver dato un ultimo sguardo a Jess, uscii.
Quando ero fuori dall'ospedale c'era ancora tana gente come prima e msntre camminavo a testa alta una massa di bambini appena usciti dal campetto corsero per i vicoletti ed il bamnino con il pallone in mano lo lanciò di proposito sui miei piedi.
Senza dir niente raccolsi il pallone e glielo porsi.
Mentre mi allontavo riuscivo a sentire le risate divertite di quei mocciosi.
Io non ero così da bambino, avevo vergogna persino di salutare gli zii quando li vedevo per strada.
****
"Dave!" mi salutò mio padre quando rientrai in casa.
"Papá! Come mai così felice?" ero contento che mi aspettava.
Lui aspettò che mi avvicinassi e poi con tono più basso disse "Volevo parlarti.."
Accennai un si con la testa e andammo nella camera da letto dei mie genitori.
Mio padre mi prese per la mano: era da quando avevo 9 anni che non lo faceva. Mi mancava sentire le sue mani grandi e ruvide che avvolgevano le mie.
"Dave, io lo so che stai passando un brutto periodo..ti sento piangere la notte quando sei più triste degli altri giorni, sento il tuo cuore esplodere, i tuoi occhi straripare dalle orbite quando mamma ti dice che Jess sta meglio, sento la tua tristezza e la tua nostalgia. Perciò ricorda che io sono sempre qui quando avrai bisogno di me, sono tuo padre e non ti abbandonerò mai. Anche io ho passato un brutto periodo nella mia vita e purtroppo con me mio padre non era molto presente,ma tu Dave hai la fortuna di avere un padre che ti ama come è giusto che sia e forse anche più.
Quindi non aver paura di parlarmi, io sono qui..sempre pronto ad aggiustarti le ali."
Gli cadde qualche lacrima ed io lo guardai malinconico.
L'avevo ritrovato, avevo ritrovato quel padre di un tempo e lo abbracciai mentre le lacrime partivano senza sosta.
****
Ero sul mio letto ora.
Papá mi aveva abbracciato per tutto il tempo mentre gli dicevo "Papá Jess è la persona migliore del mondo. Papá io ho paura di perderla, Papá quando la tocco ogni volta il suo battito cardiaco aumenta e il computer fa 'biiip' babbo io spero più di ogni altra cosa che si risvegli al più presto.." eccetera..
Ormai erano le 20:00 così mi feci una doccia e senza cena andai a dormire.
Quella, fu una di quelle notti in cui piansi rumorosamente.
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Macchia nera.
SpiritualJessica Hoogie abita a Diamante,in Calabria, insieme a Dave. Jess è malata gravemente ma la speranza non svanisce e Dave riesce a renderla felice per davvero, ma Jess durerà poco..molto poco.