Capitolo 18

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Jess era stretta a me, con gli occhi umidi di una gioia che si presentó in lacrime.

Dopo poco entrarono mia mamma e la mamma di Jess.

Francesca lanciava imprecazioni di gioia, mentre piangeva e correva ad abbracciare sua figlia.

Mia madre piangeva in silenzio..e arrivó anche mio padre, che rimase appoggiato al pilastro della porta che odiai per mesi.

Ma ormai mi ero stancato di tutte quelle lacrime, insomma Jess era sveglia ..

Così con una voce sottile e rauca allo stesso tempo chiesi alla dottoressa che era rimasta alla finestra socchiusa : "Dottoressa...qu-quando potrá tornare a c-casa Jess?".

Con un sorriso lei disse "Beh..dobbiamo prima accettarci che durante il coma abbia ingerito abbastanza cibo, che non abbia peggiorato la sua situazione che conosciamo..e..dopo varie visite credo che riusciremo a farla tornare a casa domani sera".

Ero troppo felice, troppo.

E Jess che d'allora aveva detto solo il mio nome, ora era felice..e portava sempre sulle sue spalle quel velo di malinconia che la perseguitava.

"Jess...Noi andiamo. Domani sera vieni a casa" dissi alzandomi lentamente e sorridendo.

Ma lei sembrò non mi volesse lasciare, mi manteneva il braccio e disse cautamente "Dave..io ti ho sentito, quando mi toccavi io ti sentivo..quando respiravo meglio. Capisci? con te al fianco posso vivere meglio.." e chiuse le palpebre.

"Si Jess..lo so, tieni, prendi il mio giubbino..così sarò lo stesso accanto a te e ricorda..ricorda che non ci sará più minuto della mia vita in cui non penserò a te" dissi sfilandomi il giubbino e porgendoglielo.

Lei sorrise e le baciai la fronte prima di uscire dalla stanza con gli altri.

Faceva freddo. Ma ora il mio giubbino era suo.

Tornai a casa che erano le 20:41..

Francesca cenò e dormì da noi.

Quella sera piansi, ma di gioia.

Sprofondavo il viso nel cuscino e per tutta la notte non riuscii a chiudere occhio.

Ero ansioso, felice e malinconico allo stesso tempo; mi giravo e rigiravo fra le coperte freneticamente, ero stanco ma non volevo addormentarmi per la paura di non sognare Jess.

Anche se ormai era impossibile.

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