Capitolo 12

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Dave's pov

Il caso volle che il mattino seguente mi svegliai giusto 5 minuti prima che la dottoressa entrasse nella stanza.

Appena sveglio i miei occhi erano rimasti lucidi e umidi tutta la notte, quindi ormai erano sfocati e non vedevo nulla.

Quindi me li strofinai e nello stesso tempo entró la dottoressa:

"Buongiorno, dobbiamo visitare Jess"

A quelle parole mi ricordai di tutto. Avevo dimenticato che Jess era in quel fottuto stato di coma leggero. E non so perchè ma quella cosa non mi convinceva..'leggero'.

Sospirai e senza dire nulla mi alzai e mi chinai per accarezzare i capelli a Jess, sottovoce dissi "buongiorno Jess" accennando un sorriso.

Ma stranamente a quel tocco le il computer non fece 'bip' e il battito cardiaco rimase lo stesso.

Perché? Perchè se le accarezzavo i capelli era come se non la toccassi?.

Abbandonai i pensieri e senza dire altro uscii dalla stanza.

Avevo sicuramente turbato un pò la dottoressa.

Scesi le scale velocemente, arrivai alla porta dell'ospedale e la aprii.

Aveva piovuto. La notte aveva piovuto e la strada era bagnata. Per strada non c'era nessuno e allora presi il cellulare per vedere che ore erano.

Erano le 9:17...perché a quell'ora per strada non c'era nessuno?.

Mi riempivo la testa di domande ma infondo era meglio essere soli. Dopo quello che era successo a Jess le persone mi irritavano. Ormai la pensavo esattamente come lei: i libri sul cancro fanno schifo. Le persone fanno schifo.

Ora esisteva solo lei. O meglio per me esisteva solo lei. Mi mancavano da morire i suoi occhi stupendi che lei però vedeva sempre male, mi mancavano terribilmente. Mi mancava il suono della sua voce soffrrente,inimitabile, che non aveva nessun'altra.

Mi mancava pensare a quelle sue lentiggini,perchè ormai pensavo solo al fatto che non dovevo perderla, non in quel momento.

****

Mamma mi abbracciò appena entrai in casa ma io rimasi freddo.

Andai nella mia camera.

Jess diceva che era bellissima.

Ormai ogni cosa mi faceva pensare a Jess.

Mi spogliai e misi il pigiama.

Poi mi stesi sul letto: Jess disse che era come una nuvola.

C'era ancora il suo odore sul letto, mentre mi addormentavo piangevo, non potevo farne a meno.

*****

Mia madre mi svegliò alle 15:21 "Dave, non piangere." e mi accarezzò.

Non potevo non piangere,ma ormai non facevo caso a ciò che diceva.

Senza dire una parola mi alzai e andai in cucina. Mangiai e dopo sarei voluto andare da Jess ma non potevo.

Potevo andarla a trovare solo una sera si e una no.

Ma ero sicuro che non avrei seguito la 'regola'. Mi sarebbe mancata troppo.

Mi stesi sul divano e iniziai a guardare uno dei soliti film.

Alla fine mi piacque. Si chiamava "Il cacciatore di donne" e il protagonista era Nicolas Cage.

Mi alzai dal divano e tornai in camera. Erano le 18:00 e decisi di andare al Cimitero dei cuori dimenticati.

Così lo aveva chiamato Jess..disse che era un nome banale, ma a me piaceva.

Feci una doccia, mi vestii e scesii.

Perché la gente non c'era più per strada? Forse era il mio odio verso le persone che non me le faceva vedere? Bah.

Quando arrivai dinanzi al portone Freud aprii prima che bussassi. Stava vedendo dallo spioncino.

"Dave..come mai solo?" disse con un espressione sofferente, si capiva che aveva paura che Jess fosse morta.

'Morta' volevo piangere solo a sentirla quella parola.

"Jess...è in coma leggero" dissi mordendomi il labbro inferiore.

'Leggero' quella parola mi convinceva sempre meno.

"Oh no..Dave sai quante persone che hanno scritto su queste mura ora non ci sono più? ....Questo fa male."

"Si Freud..lo so. Anche a me fa male."

Seza dire altro Freud prese le pitture e i pennelli dalla scrivania e avvicinandosi disse sottovoce "Sfogati".

Presi ciò che mi serviva e andai nella stanza "Arte". Seguii l'uscita del labirinto e arrivato alla fine vidii il dissegno di jess.

Era bellissimo. Come aveva potuto disegnare una cosa così significativa, una cosa che nessuno avrebbe mai pensato di disegnare?. Jess era speciale.

Distolsi lo sguardo dal disegno di Jess e poggiai le pitture a terra.

Trovai un piccolo spazio bianco in basso a destra al disegno di Jess e sapendo cosa disegnare iniziai a dipingere.

Feci tutto molto lentamente mentre Freud dietro mi osservava, lui era giovane..aveva circa una quarantina d'anni,

i capelli castani e in qualche tratto bianchi, la barba sottile che gli circondava il mento e le guance lasciando gli zigomi scoperti e un paio di occhiali neri.

Quando finii feci qualche passo indietro.

Avevo disegnato frontalmente dei capelli rossi mossi, degli occhi chiari del colore di quelli di jess e qualche lentiggine. Tutti stavano come dovrebbero stare insieme in un viso, ma il viso non c'era. Poi di fianco a quel disegno c'erano due note musicali molto piccole nere che sembrava ondeggiassino.

Misi la data ma non misi il mio nome. Perché non ero una persona malata come le altre che avevano dipinto in quella stanza e volevo portare rispetto a quelle che erano state malate.

Il mio disegno era semplice..con un significato leggero, perchè infondo era una schizzo di Jess.

Il vero significato, anche se leggero, era nelle note musicali: la musica piace a chiunque, la musica è vita e quelle note musicali erano NERE.

Sorrisi a Freud e dopo aver scambiato qualche parolina con lui, uscii.

L'aria era fredda, quella notte aveva piovuto e ora l'aria era fredda nonostante era in estate..ma quasi Aprile.

Con Jess andava perduta ogni forma di calore e di vita. Ecco perché lei era importante,speciale.

Era la 'T' sulla parola 'Vita'.

Perché senza la T rimaneva Via.

E tutto il bello che va Via fa male.

E la vita è bella. Ma lo era solo con jess al mio fianco.

E senza di lei quindi non c'era Vita.

****

Tornai a casa che erano le 20:00.

Cenai e presi la mia chitarra.

Non la suonavo da tempo, avevo imparato a suonarla seguendo un corso.

Mi piaceva sentire le note uscire solo grazie alle mie mani.

Mi piaceva immaginare le note nere uscire dalla cassa armonica.

Era rilassante e ogni nota mi ricordava Jess. Era lei la nota più bella di qualsiasi canzone.

Spazio autrice
Hola! Per prima cosa volevo chiedervi scusa perché vi ho fatto aspettare più del solito.

Nicolas Cage è il mio attore preferito perciò ho deciso di citarlo e comunque le solite cose: vi sta piacendo la storia? Commentate ;)

Si ok avete ragione, smetto di rompervi le palle'' :3

Ciaoo.

Macchia nera.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora