Aut aut (parte seconda)

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Nota: anche se una parte del capitolo è uguale a quello precedente non è un errore, andando avanti ve ne renderete conto da soli.

Quando la mattina seguente Bellatrix si fu svegliata era sola nel letto. Considerata la quantità di pozione che aveva somministrato a Marvolo l'effetto doveva essere svanito durante il corso della notte e lui si era svegliato prima di lei come avveniva di consueto. Meglio così, Bella voleva stare un po' da sola per poter rimuginare su quello che avrebbe dovuto fare, l'omicidio che avrebbe dovuto compiere. Restò un poco a letto con gli occhi lucidi di lacrime ma non pianse, restò sdraiata guardando il soffitto con un'espressione vagamente assente. L'unica cosa che doveva fare adesso era rassegnarsi e accettare il nuovo stato delle cose, adesso sarebbe divenuta un'assassina per suo marito, sarebbe stata libera da regole e imposizioni, avrebbe avuto l'azione che tanto aveva bramato.

Il prezzo era alto certamente, prima o poi Andromeda avrebbe capito che Bellatrix era l'assassina di Alphard e se il resto della famiglia con l'ausilio di Marvolo avrebbe accettato la cosa, certamente Andromeda e Sirius non l'avrebbero fatto ma ovviamente a Bellatrix importava solo di sua sorella. Era giusto così però, aveva avuto Marvolo che la amava per una volta e adesso doveva pagare. Le speranze di Silente invece parevano del tutto infrante nonostante Bellatrix non sapesse bene in cosa avesse sperato il preside. Dopo aver indugiato ancora per un poco Bellatrix decise di alzarsi. Scese in vestaglia e mangiò sola al grande tavolo seria e cupa. Non aveva fame ma si sforzò ugualmente di mangiare. Non sapeva quando sarebbe tornato Marvolo, ovunque lui fosse andato, ma forse non le importava poi tanto, anzi, forse sperava che tornasse molto tempo dopo perché certamente l'avrebbe condotta da Alphard.

Bella si alzò pronta per tornare in camera per prepararsi quando Bastet le si avvicinò "Bastet" salutò lo kneazle senza enfasi "Strano che tu sia ancora qui, credevo che Marvolo ti avrebbe portata via ma certamente è solo questione di tempo prima che anche noi dovremmo dirci addio una volta per tutte". Bella tacque e chinò il capo, Bastet la fissava intensamente "Alphard non verrà mai più" disse a voce bassa "Non lo vedrai mai più. Forse se tu e lui non aveste collaborato loro non avrebbero avuto sufficienti prove per convincermi e di conseguenza io non sarei in questa situazione...". Bellatrix scosse il capo con amarezza "Devo essere patetica se incolpo un animale". Bella tacque e sempre con il volto scuro tornò su. Si sentiva davvero male, ma non era triste quanto rassegnata all'idea di dover uccidere per forza qualcuno che non avrebbe voluto uccidere.

Se Marvolo le avesse chiesto di uccidere un altro lei lo avrebbe fatto senza troppe storie, invece era suo zio e lei doveva ammazzarlo per forza se non voleva morire. Bastet le si parò davanti alla porta della camera "Togliti Bastet" disse Bellatrix atona "Non ho tempo né voglia per sgridarti quindi levati" e con il piede scostò Bastet malamente, chiudendosi la porta alle spalle. Si tolse la vestaglia e si mise a sedere davanti allo specchio. Aveva un'espressione stanca sul volto, le occhiaie la facevano apparire più vecchia di quasi dieci anni. Sembra tutto tranne che una ragazza nel fiore degli anni, era così esausta e sciupata eppure in quel suo aspetto decadente intravide uno strano fascino oscuro e sensuale. Scosse il capo e si alzò, avvicinandosi all'armadio per scegliere cosa indossare. Un omicidio di un mago purosangue e distinto e lei era la moglie e l'assassina di un grande mago, doveva essere elegante.

Scelse un abito nero che la segnasse in vita ma senza scollo, le spalle erano quasi rigide a imitazione di quelle di un'armatura e la gonna semplice e nera arrivava sino ai polpacci. Eccola lì la guerriera nera, d'altronde questo era lei, questo voleva dire il suo nome, guerriera nera. Bellatrix ci pensò su, non aveva mai ragionato sulla cosa prima di allora e considerò tutta quella storia un segno del destino. Era destino che lei diventasse una strega nera, combattiva e crudele. Si sentì più serena, come un naufrago sulle coste di una spiaggia. Lei era uno strumento nelle mani del destino e avrebbe adempiuto al suo dovere nel migliore dei modi, con dignitoso coraggio, da vera guerriera qual era. Raccolse i capelli in un'acconciatura morbida e indossò una piccola veletta nera a coprirle una piccola parte della fronte, quasi stesse iniziando a mostrare il lutto che presto avrebbe colpito la sua famiglia.

If the stars had lit up the sky(Bellamort)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora