The happiest year of my life

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Tre anni dopo

Era una calda giornata di primavera e il sole irradiava di luce la via silenziosa, il cielo era di un colore così luminoso ed omogeneo da sembrare disegnato, finché gli occhi glielo consentirono Giuseppe rimase a contemplarlo per poi distogliere lo sguardo e posarlo sulle sue mani. Sul suo anulare sinistro faceva capolino una fede dorata al cui interno era inciso il nome di Emmanuel, la data non c’era perché quando suo marito era andato a farle preparare non aveva idea di quanto si sarebbero sposati, temeva anche che Giuseppe avrebbe rifiutato, l’uomo scosse la testa a quel pensiero e sorrise: come aveva potuto pensare che lui potesse dirgli di no? Ricordava ancora lo stupore sul suo viso mentre Giuseppe gli rispondeva il fatidico sì, entrambi emozionati come due scolaretti. Chiuse un attimo gli occhi permettendo alla luce del sole di baciare il suo volto stanco e gli venne in mente che anche il giorno del loro matrimonio era una bella giornata simile a quella, i pochi invitati che avevano voluto alla cerimonia li avevano riempiti di abbracci, non scorderà mai il sorriso di suo figlio prima di infilare la fede al dito del suo sposo, la gioia che aveva pervaso quei momenti così vividi nella sua memoria da farlo ancora emozionare.

Un sorriso spontaneo colse il suo viso quando i ricordi lo riportarono a quella stessa mattina in cui Emmanuel lo aveva rimproverato “Porta sfortuna vedersi prima delle nozze” Giuseppe aveva sorriso con una spalla poggiata contro la porta del bagno all’interno del quale il suo futuro marito si stava cambiando “Credi in queste cose?” aveva risposto provocandolo “Siamo due uomini che si accingono a celebrare un’unione civile, tu sei divorziato, con un figlio” aveva risposto senza aprire la porta “Lasciamo a questa giornata un po’ di tradizione”. Lo aveva costretto a partire prima di lui “Ti rendi conto che viviamo insieme? Abbiamo dormito insieme, che senso ha…” Emmanuel lo aveva zittito immediatamente e Giuseppe era partito alla volta del comune sospirando ma senza togliersi il sorriso dalla bocca “Però sii puntuale o crederò che tu abbia cambiato idea” gli aveva detto prima di uscire, ed Emmanuel puntuale lo fu davvero.

La sua famiglia non c’era, fatta eccezione per Niccolò e sua sorella che era rimasta totalmente stupita da quell’invito e scrutava Emmanuel con curiosità ed un cipiglio severo, poco prima di entrare lo aveva infatti preso da parte “Poi mi farai conoscere tuo marito eh” aveva pronunciato quelle parole un po’ accigliata, ma dopotutto era sempre stata una donna comprensiva e Giuseppe non l’avrebbe mai ringraziata abbastanza per la sua infinita pazienza pari solo allo smisurato amore che provava per lui.
Se la famiglia di Giuseppe era praticamente assente quella di Emmanuel era ben più numerosa, nessuno dei suoi parenti più stretti aveva esitato e tutti erano saliti sull’aereo per assistere alle nozze, i loro volti pieni di luce, soprattutto quello della mamma di Emmanuel. “Prenditi cura di lui” gli aveva sussurrato posando le sue mani su quelle di Giuseppe consapevole della malattia che stava distruggendo suo figlio, ma che quel giorno pareva non affligerlo, tanto era bello e solare.
Entrambi erano visibilmente emozionati quando era giunto il momento delle fedi e Giuseppe più volte durante il rito civile era rimasto del tutto spiazzato dalla luce che emanava il viso di suo marito, quanto l’emozione che lo pervadeva lo rendesse ancora più affascinante, più volte si era ritrovato a contemplare i suoi occhi resi lucidi dalle lacrime, il suo completo blu che ne risaltava ancora di più il colore ceruleo. 

Era bello, Giuseppe non trovava parola più semplice e adeguata di quella.

Fu una cerimonia semplice, senza fronzoli, la sola cosa che desideravano era sposarsi a costo di farlo da soli, ma loro soli non lo erano mai stati.

Appena concluso il rito civile Niccolò era corso da lui ad abbracciarlo e quello fu il più regalo di nozze che Giuseppe potesse ricevere: la sicurezza che suo figlio approvava, che gli voleva bene.

Rapidi si susseguirono i ricordi della prima notte da sposati, Emmanuel aveva preso del vino che ovviamente non poteva bere, avevano riso molto, fatto l’amore nonostante il fisico di Emmanuel fosse molto provato da quella giornata così intensa. Giuseppe ricordava maniacalmente ogni dettaglio di quella sera, l'eleganza con cui il suo consorte si era sfilato la cravatta, lo scintillio delle fedi contro la luce soffusa dell'abat jour, le loro risate che colmavano lo spazio e si infrangevano contro le pareti della casa.

Omnia vincit amor || Macronte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora