Tu mi travolgi

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Emmanuel era appena uscito dalla doccia quando sentì il suono insistente del campanello, con i capelli ancora bagnati si avvicinò alla porta scocciato, ma quando l'aprì rimase completamente stupito nel trovarsi Giuseppe davanti.
"Giuseppe?"
"Ti avevo scritto ma... Credo tu non abbia visto"
Emmanuel lo squadrò un attimo prima di invitarlo ad entrare: aveva l'aria visibilmente provata, i muscoli del viso contratti in una strana espressione che lasciava trasparire tutta la sua tensione.

Lo invitò a sedersi sul divano ma Giuseppe rifiutò rimanendo in piedi nel tentativo di scacciare tutto quel malessere.
"Cosa succede?" domandò Emmanuel preoccupato mentre osservava i movimenti nervosi dell'uomo di fronte a lui "So che siamo solo sesso" esordì Giuseppe torturandosi il mignolo sinistro "Ma io ho bisogno di parlare con te perché sento che altrimenti potrei esplodere"
"Puoi dirmi tutto" lo rassicurò Emmanuel stupito di vederlo così nervoso e scosso
"Ho... Mio dio Ema la mia vita è un tale casino. Non so nemmeno... Da quando ti ho incontrato tu hai incasinato tutto... A dire il vero pure prima tenevo i pezzi della mia vita insieme come con la colla, ma... Ma ora dannazione sei arrivato tu..."
"Rallenta un attimo" lo interruppe Emmanuel "Non sto capendo, ti prego vai con ordine"
Giuseppe sospirò passandosi una mano sul viso, una piccola pausa per cercare di risistemare tutte le idee nella sua mente confusa dall'alcol e dall'angoscia.
"Giuse, hai bevuto?"
"Un po', ma non sono qua per la ramanzina" rispose sospirando nuovamente
"Perché sei qui? Cos'è successo?"

"Ci siamo lasciati" ammise Giuseppe "O almeno credo, lei ha scoperto del tradimento, è andata a dormire in hotel e sinceramente non so come finirà tutto questo. Probabilmente domani mattina avrò sul telefono la mail di un avvocato" si lasciò andare a peso morto sul divano accanto a Emmanuel che lo osservava con meticolosa attenzione "Gliel'ho detto"
"Cosa?"
"Che eri tu"
Emmanuel rimase in silenzio attendendo che Giuseppe proseguisse nel suo racconto
"Forse non avrei dovuto, sarebbe stato più facile spiegarle che avevo scopato una studentessa, però... Ho fatto il tuo nome, le ho rivelato che eri tu... Forse ho sbagliato, ma Olivia è una donna riservata, non dirà niente"
"Come stai ora?" domandò Emmanuel preoccupato in primis per l' uomo che sedeva accanto a lui sul divano, elegante e affascinante anche nella situazione più informale.
"Mi sembra di aver mandato a puttane la mia vita" rispose Giuseppe guardando dritto davanti a sé un punto indefinito della stanza "Mi dispiace averla fatta soffrire perché è una donna incantevole che merita davvero tutto l'amore che un uomo possa donarle. Credo che starà meglio senza un pezzo di merda come me"
"Giuseppe..."
"Ma sai perché sono così incazzato?" proseguì Giuseppe voltandosi verso il collega "Perché la cosa più sconvolgente di oggi non è stata la mia relazione finita, no. La cosa che mi ha fatto imprecare tornando a casa è che tu... Per te siamo solo sesso?!"

Emmanuel rimase a bocca aperta nel sentire quelle parole, certo che una relazione di natura puramente sessuale fosse un tacito accordo stipulato tra loro, comoda soprattutto per Giuseppe.
"No, io... Non lo so, pensavo che fosse ciò che volevi"
"Cazzo Ema" sospirò Giuseppe ancora rallentato dai fumi dell'alcol "Hai ragione, hai sempre ragione, ero fidanzato, ero quello etero fino al mese scorso... La colpa è mia, sono un coglione, ma perché tu mi hai detto quella cosa?" domandò appoggiando la testa sulla spalla di Emmanuel mentre questi cominciò ad accarezzargli i morbidi capelli leggermente brizzolati.

"Cosa avrei dovuto dire?" sussurrò Emmanuel soffiando con leggerezza sulla sua pelle.
"Che ti piaccio, che ti interesso" rispose Giuseppe
"Perché avrei dovuto?"
"Perché anche tu mi piaci, da impazzire"
Emmanuel sorrise mentre Giuseppe proseguiva nella sua dichiarazione dolce e sconclusionata, abbastanza sobrio da poter parlare con cognizione di causa, ma tanto alterato da risultare ancora più confuso e adorabile.
"Mi piaci così tanto Ema... Io penso sempre a te, ai nostri corpi insieme, ai tuoi baci. Ti voglio costantemente e in un modo così impetuoso che non so resistere alle sensazioni che provochi in me"
Emmanuel sorrise depositando un bacio sulla fronte dell'uomo che ormai si era avvinghiato attorno al suo busto e lo abbracciava stretto come un cucciolo desideroso di affetto "E cosa provoco?"
"Mi travolgi" rispose Giuseppe lasciandosi cullare dai tocchi lievi di Emmanuel, la voce sempre più calma e simile ad un sospiro "Penso sempre a quanto sia bello fare l'amore con te"
"Abbiamo fatto l'amore?" domandò sorridendo Emmanuel, ma non ottenne alcuna risposta sentendo il respiro di Giuseppe farsi più pesante, constatando che si era addormentato addosso al suo corpo, probabilmente sfinito dal turbinio di emozioni che quella sera l'avevano travolto come un fiume in piena.

Rimase lì ad osservarlo per dei minuti interminabili, accarezzando la sua pelle con tocchi caldi e gentili segnando con i polpastrelli ogni contorno del suo viso, ogni lineamento come se volesse imprimerlo per sempre nella sua memoria.
La posizione in cui si trovava non era tra le più comode, ma non avrebbe mosso un solo muscolo pur di non disturbare il sonno di Giuseppe e interrompere la visione eterea che era quell'uomo sempre impeccabile stretto al suo corpo in cerca di calore, di un rifugio in cui espiare le sue colpe.
Emmanuel continuava ad accarezzarlo con dolcezza sospirando su quella pelle diafana, sorridendo delle paroli dolci e sbiascicate che quell'uomo incredibile gli aveva sussurrato, una sensazione di eccitazione e timore a riempirgli il petto.
Mentre lo ammirava come il più devoto spettatore dinnanzi ad una sublime opera si maledisse per questa sua venerazione, lui che nella vita si era lasciato andare poche volte all'amore preferendo legami più instabili, senza promesse, senza mani intrecciate e parole d'amore.
Lui che si era ripromesso di non innamorarsi più dopo Julien, di non aprire mai più il suo cuore, si ritrovava di sera sul divano ad accarezzare il viso e i capelli di un uomo mezzo ubriaco che si era praticamente dichiarato.
E continuava a guardarlo, totalmente stregato da quell'incantesimo che era Giuseppe, rapito dal semplice suono del suo respiro, inebriato dal suo odore di colonia, dalla sua pelle fasciata negli abiti eleganti, quella pelle di cui sentiva la necessità.

Quando Giuseppe si ridestò era ancora addosso al corpo del collega, si passò una mano sugli occhi come un bambino "Quanto ho dormito?"
"Una buona mezz'ora" rispose Emmanuel con un dolce sorriso
"Ah cavolo" sospirò Giuseppe passandosi nuovamente la mano sul viso "Sarà meglio che torni a casa"
"No" lo interruppe alzando istintivamente il tono di voce per poi ricomporsi con un impacciato colpo di tosse "Resta qua, non vorrei averti sulla coscienza se torni a casa stanco, triste e ubriaco" si alzò per non incontrare nuovamente i suoi occhi capaci di farlo tremare e lo invitò a seguirlo fino alla camera da letto "Posso darti qualcosa di mio per dormire, aspetta" e iniziò a cercare qualche indumento nella cassettiera mentre Giuseppe si toglieva i primi indumenti di dosso piegandoli con cura sul letto.
Quando Emmanuel si voltò il suo cuore mancò un battito nel vederlo mezzo nudo di fronte a lui, non che quella visione fosse una novità, ma il loro rapporto quella sera aveva assunto una nuova consapevolezza, seppur non ancora definita, ma nuova.
Stavano per dormire insieme, senza una compagna da cui tornare, senza vincoli o giudizi, solo loro due quella notte.
Avrebbe voluto essere più empatico con il dolore di Giuseppe che aveva visto finire la sua relazione, ma averlo tutto per sé gli impediva di dispiacersi.

"Comunque non sono stanco, triste e ubriaco. Cioè forse sono ubriaco, ma non triste, ed ammetterlo mi fa sentire il peggior uomo sulla faccia della terra"
Emmanuel gli porse degli abiti comodi che potessero fargli da pigiama e lo ascoltò mentre si vestiva "Ho amato tanto Olivia, ed ero convinto che con lei sarebbe durata per sempre, certo alla mia età forse è infantile credere nel per sempre, ma... Era bello sognare, no? Noi siamo così simili, con la mia ex moglie era diverso, sposarla è stata una cosa fatta quasi senza pensare, ma Olivia era... Con Olivia era una cosa diversa, ci capivamo, eravamo davvero due anime affini"
Emmanuel annuiva di tanto in tanto, seduto sul letto e pronto ad accogliere ogni parola dell'altro.
"Un rapporto che davvero pareva essere destinato ad una durata decisamente più lunga e comunque ad una fine più dignitosa, però..." proseguì sedendosi accanto ad Emmanuel
"Però?"
"Questo rapporto fantastico e complice... Sei arrivato tu, è bastato il tuo arrivo ed hai distrutto ogni certezza, Ema. Non so neanche come ciò sia possibile, come tu ci sia riuscito, ma... Eccoci qua"
"Eccoci qua" ripeté Emmanuel sfiorandogli il viso con cura.

"Sei arrivato e hai mandato tutto all'aria" proseguì Giuseppe con un tono consapevole ma per niente arrabbiato, come se ripeterlo rendesse quella consapevolezza più dolce e meno spaventosa "Non avrei mai fatto tutto questo per qualcun'altro"
Emmanuel gli sorrise incapace di trovare parole adeguate a quelle semplicemente perfette che Giuseppe aveva pronunciato.
Si infilò sotto le coperte invitando Giuseppe a fare lo stesso.

"Hai paura che le cose tra te e Olivia andranno male?"
Giuseppe sospirò "No... Cioè sono dispiaciuto, ma non voglio pensarci ora" si girò verso di lui "Stanotte voglio solo dormire con te e dimenticare tutto ciò che mi aspetta fuori. Possiamo farlo?"
Emmanuel si strinse al suo corpo sentendo le mani di Giuseppe cingerlo con forza per far aderire ancora di più i loro corpi.

"Giuseppe... Non siamo solo sesso"
L'uomo gli sorrise di rimando mentre accarezzava il suo corpo snello.
Si addormentarono così, stretti insieme col cuore gonfio di una felicità nuova, che rendeva i loro pensieri densi e fitti ma le loro anime leggere.

Finché nel cuore della notte non vennero svegliati dallo squillo di un telefono...





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