Di docce bollenti e compleanni

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Quel bacio l'aveva frastornato, ancora di più di quello a casa di Emmanuel.
Il bacio scambiato nell'aula, contro la porta, come due ragazzini l'aveva lasciato senza fiato per la sua intensità ma soprattutto per le emozioni che ancora gli allargavano il petto.
Davanti a lui diversi ragazzi si susseguivano nervosi, i libri stretti al petto come piccoli scudi, ma lui non riusciva a focalizzarsi totalmente su di loro, formulava la domanda e ascoltava la risposta che però giungeva quasi ovattata alle sue orecchie.

Nella bocca ancora il sapore di Emmanuel, sulla lingua l'odore della sua pelle.

Dopo tre ore di esami la testa pareva scoppiargli tanto che decise immediatamente di recarsi a casa senza passare dalla caffetteria dove inevitabilmente avrebbe incontrato qualche collega che l'avrebbe trattenuto a chiacchierare inchiodato al tavolo.
Estrasse il cellulare dalla tasca per scrivere ad Emmanuel, non sapeva nemmeno cosa, ma sentiva la necessità impellente di dirgli qualcosa, di costringerlo a pensare a lui e al turbinio sconvolgente di emozioni che l'avevano travolto.

Pochi istanti dopo aver inviato il messaggio ad Emmanuel comparve il nome di Olivia sul display e Giuseppe rispose mentre si avviava verso l'auto.
Sembrava nettamente più tranquilla dopo le menzognere promesse che Giuseppe le aveva sussurrato quella mattina, dopo che l'aveva baciata mentre il suo cuore scalpitava per un'altra persona.
Era sempre stata molto brava Olivia in queste cose, estremamente diplomatica e perfettamente capace di gestire al meglio le sue emozioni. A volte la invidiava per la sua fermezza, e non sapeva se mentre lei gli raccontava della sua giornata lo facesse per dovere o perché aveva deciso di fidarsi di lui.
Sperò, come il verme quale si sentiva, che Olivia in cuor suo sapesse delle sue bugie, che avesse intuito il suo interesse sempre più scarso, il loro sesso sempre più vuoto.
Usava ancora epiteti affettuosi, si rivolgeva a lui chiamandolo con dolcezza mentre Giuseppe pensava alle mani di Emmanuel che vagavano sulla camicia e ai suoi occhi capaci di scavargli l'anima.
Olivia palrava e Giuseppe era pervaso dai brividi che Emmanuel gli aveva provocato ben tre ore prima.
Quell'uomo era capace di renderlo schiavo di un bacio, lui che aveva sempre avuto uno stuolo non indifferente di donne a girargli intorno, lui che, bello e affascinante, faceva perdere la testa a chiunque, che faceva parlottare studentesse notevolmente più giovani e stimolava la loro fantasia.
Si ritrovava scosso dai brividi nell'immaginarsi con Emmanuel contro quella stessa dannata porta a fare cose che, il solo pensarle, provocava il rossore sulle sua guance.
E Olivia palrava, ma Giuseppe non l'ascoltava.

Giunto a casa trovò Olivia già seduta a tavola con un calice di vino bianco in mano, alcune pietanze finivano di cuocere sui fornelli.
"Ciao amore" le disse sorridendogli "Ho cucinato del pesce, è quasi pronto"
"Ho decisamente bisogno di farmi una doccia prima" rispose Giuseppe prima di imboccare il corridoio e chiudersi in bagno.
Si guardò per qualche secondo nel grande specchio dinannzi a lui, le mani poggiate sul lavandino, fece dei respiri profondi nel tentativo di placare quel fuoco che gli scorreva nelle vene "Cosa mi hai fatto Emmanuel" sussurrò guardando il suo riflesso tormentato allo specchio, la camicia sgualcita, i capelli arruffati.

Si infilò rapidamente in doccia nel tentativo di scrollarsi di dosso tutta la tensione e le imponenti emozioni di quella giornata, troppi pensieri per un uomo solo.
La doccia che avrebbe dovuto rilassarlo aumentò invece a dismisura tutti i suoi pensieri poco casti rivolti a Emmanuel, al suo corpo conturbante, ai suoi occhi seducenti. Si ritrovò a toccarsi sotto il getto d'acqua, nascosto come un ragazzino, l'erezione dura da far male e i suoi pensieri rivolti totalmente al collega mentre con l'altro braccio cercava di farsi sostengo per non cadere, totalmente sopraffatto dall' intensità di quel momento.
Qualche stanza più in là là sua dolce compagna stava preparando la cena per entrambi e lui si stava masturbando penso ad un altro uomo, si sentì patetico, viscido, subdolo ma non riusciva a frenare quei pensieri, a smettere di immaginarsi il corpo di Emmanuel, non cessava di pensare a quanto sarebbe stato bello averlo sotto la doccia con lui, scoprirlo, assaggiarlo.
Aveva una voglia di lui animalesca, feroce come quasi  mai gli era accaduto in vita sua.
Si lasciò andare alla libidine, a quel piacere peccaminoso che trascinava con sé un profondo senso di colpa, eppure Giuseppe non riusciva a pentirsi dei pensieri sui quali la sua mente si soffermava, non era capace di chiedere scusa per i suoi sospiri, per i brividi che gli scuotevano il corpo e per le sue fantasie concentrate sul giovane collega.
Sentiva di star sbagliando, era consapevole che i pensieri che stava facendo sotto la doccia, toccandosi come un ragazzino, erano una mancanza di rispetto per la sua compagna, che non gli erano mai appartenuti eppure non poté scusarsi per le sensazioni che provava, per la voglia che aveva di fare l'amore con Emmanuel.

"Fare l'amore" ripeté mentalmente mentre si asciugava il corpo, non avrebbe creduto di usare mai questa espressione riferita ad Emmanuel convinto che fosse tutta una questione di sensi, nervi, sangue.
Sorrise scacciando quel pensiero infantile e tremendamente romantico, lui che all'amore aveva dato la sua ultima occasione con Olivia ed aveva visto scemare anche quella.

Si recò in cucina indossando gli abiti casalinghi e si sedette al tavolo di fronte ad Olivia "Senti" esordì lei mentre si versava dell'altro vino "Ricordi la cena che volevi organizzare per il compleanno di Antonio qua a casa?"
Giuseppe annuì mentre masticava il primo succulento boccone di pesce "Sì, certo. Preferisci che andiamo al ristorante? Per me non ci sono problemi"
"No figurati, sai che adoro organizzare questo genere di feste intime, ho già pensato a tutto, ma stavo pensando che nella lista degli invitati manca il professor Macron"
Giuseppe rischiò di strozzarsi col vino sentendo quel nome e ci mancò poco che non sputasse sul piatto "Macron?"
"Sì, sono a conoscenza della vostra antica rivalità" rispose Olivia pacata "Ma mi sembrava di aver capito che foste diventati più intimi"
Giuseppe deglutì rumorosamente nel sentire la parola "intimi" ma Olivia non sembrava sul piede di guerra, evidentemente nemmeno le sarebbe mai passato in testa di immaginare il suo compagno avvinghiato al corpo di un altro uomo "Sì, certo, andiamo d'accordo"
"Bene, pensavo di invitare anche lui. Ora che vi siete avvicinati non mi pare cortese escluderlo dalla festa"
"No, infatti" rispose Giuseppe senza alzare gli occhi dal piatto, giocando distrattamente con la forchetta per tenersi occupato
"Bene, allora invito anche lui, spero non abbia già preso impegni per questo weekend"
"Speriamo..." rispose Giuseppe mandando giù quasi tutto il vino rimasto nel calice

Omnia vincit amor || Macronte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora