Mio figlio

413 37 13
                                    

Emmanuel si sporse oltre le spalle del compagno e notò che la schermata del cellulare era invasa da notifiche, gli depositò un casto bacio sulla guancia che mostrava un lieve accenno di barba “Ti hanno tartassato” “Non importa” rispose Giuseppe alzandosi e iniziando a togliersi i vestiti del giorno prima.
“Sicuro di star bene?” domandò Emmanuel perplesso e Giuseppe sfoderò un sorriso tutt’altro che convincente
“Me ne rendo conto” proseguì Emmanuel
“Di cosa?”
“Che sei preoccupato”
“Va tutto bene” asserì con poca convinzione
“Ti conosco”
Giuseppe lanciò il telefono sul letto con estrema frustrazione “Sono solo stanco, so che è colpa mia, ma non ho detto a Beatrice di cercare Eva, anzi tutto il contrario”
“Lo so” rispose Emmanuel con lo sguardo preoccupato “Non sentirti in colpa ti prego. Antonio doveva farsi gli affari suoi, se c’è un colpevole è lui, anzi, ti dirò di più: è tutta colpa di Adam e delle sue bugie, della sua doppia vita”, si alzò per raggiungere il compagno e dargli un bacio, ma non appena ci provò una prepotente fitta allo stomaco lo rigettò sul letto.
Giuseppe si avvicinò immediatamente a lui “Che ti succede?”
“Credo di aver un virus intestinale” proferì Emmanuel improvvisamente più pallido
“Hai la nausea?”
L’altro in tutta risposta annuì e corse verso il bagno chiudendosi la porta alle spalle lasciando Giuseppe sul letto perplesso e preoccupato, il telefono al suo fianco ancora pieno di messaggi a cui rispondere, aprì la chat con Olivia:

<<Come stai?>>

digitò in fretta e poi bloccò nuovamente il telefono per raggiungere Emmanuel.
Lo trovò appoggiato alla tazza del water, il viso di un colorito livido e  la mano destra poggiata sulla fronte madida di sudore, si inginocchiò vicino a lui dopo aver bagnato appena un asciugamano e glielo passò con cura sul viso.
“Hai scritto a Olivia o a Beatrice?” domandò Emmanuel cercando di respirare profondamente e scacciare via i conati di vomito
“Sei tu la mia priorità” gli sussurrò accarezzandogli la schiena con cura, incontrò i suoi occhi celesti, resi lucidi dal malessere e per un attimo dimenticò ogni cosa: Beatrice, Antonio, Eva, Adam, Olivia. C’era solo lui, l’uomo che amava e che riusciva a trasformare in futili anche cose all’apparenza tanto gravose.
“Quale perversione ti spinge a guardare un uomo che vomita?” sussurrò Emmanuel con la voce rotta, la gola in fiamme
Giuseppe gli sorrise “Il mio uomo che vomita, non uno qualunque”
Qualche minuto dopo lo aiutò a sollevarsi e lo fece stendere sotto le coperte calde “Vuoi che chiami un medico?”
“No” borbottò Emmanuel avvolgendosi sempre di più nella trapunta
“Vuoi del tè?”
“No, temo di non poter ingerire più niente per le prossime due settimane”
“Drammatico” gli rispose Giuseppe accarezzandogli i capelli chiari
“Ora riposati, io vado di là” Emmanuel annuì appena prima di chiudere gli occhi.

Raggiunse la cucina per prepararsi un caffè, piuttosto stremato da quella situazione che gli faceva saltare i nervi, stanco di essere in mezzo a tutti quei drammi in cui si era erroneamente intromesso. “Mai più” pensò tra sé e sé mentre soffiava delicatamente sulla tazzina e ripercorreva mentalmente tutto ciò che era accaduto in quei mesi, dalla rottura con Olivia alle prime parole scambiate con Beatrice, dalla lite con Antonio alla sua relazione con Emmanuel, le immagini gli scorrevano davanti come fotogrammi di un film; com’era cambiata la sua vita in quei mesi.

Il suo flusso di pensieri venne interrotto dallo squillo del cellulare, si recò in camera e trovò Emmanuel col suo cellulare in mano “Credo che dovresti rispondere?”
“Sono stanco Ema, chi diavolo è adesso?”
Emmanuel roteò lo schermo in modo che Giuseppe potesse vedere: Valentina.

Afferrò il telefono sbuffando “Le disgrazie non finiscono” borbottò uscendo dalla stanza per poter lasciare Emmanuel da solo a riposare.
“Ciao Valentina, che succede?”
“Ciao Giuseppe, spero tu abbia trascorso delle belle feste”
“Simpatica” rispose con freddezza
“So di aver sbagliato, ma l’ho fatto per Nicco”
“Certo” replicò scocciato “Per Nicco”
“Sai bene che trascorrere le vacanze a Roma coi suoi nonni e riprendere contatto con la città gli sarebbe servito, in questi giorni ha anche rivisto qualche amichetto di vecchia data”
Il volto di Giuseppe si rasserenò nel sapere che suo figlio da questa brutta situazione era riuscito a ricavarne qualcosa di buono, l’importante era solo la sua felicità.
“Mi ha chiamato il tuo avvocato” proseguì Valentina
“Michela ti ha chiamata? Non le avevo detto di farlo”
“Lo so, ma è stata una chiamata… Informale diciamo, abbiamo parlato come donne, non mi ha parlato come tuo avvocato”
“Dunque?”
“Ho pensato che, nonostante a Niccolò abbia fatto bene, non sia stato giusto privarti delle feste con lui e ho deciso di farlo venire a Firenze qualche giorno”
“A Firenze?”
“Certo, Nicco non vede l’ora, lo accompagnerò in treno, dovremmo arrivare domani sera”
“Dom-domani sera?!”
“Qualcosa non va?” domandò Valentina senza alcuno stupore nella voce
“Io devo… Ho bisogno di organizzarmi, non potete piombare qua da un giorno all’altro”
“Organizzarti? Per l’arrivo di tuo figlio? Dovresti fare i salti di gioia alla sola idea di rivederlo”
Giuseppe posò il palmo della mano sul ripiano di marmo poggiandosi ad esso e sbuffando sonoramente “Facevi così anche quando vivevi qua: non rispettavi mai i turni, specie quando sapevi che avevo in programma una serata con Olivia o qualche altro impegno”
La sentì ridere dall’altro capo del telefono “Hai le manie di persecuzione”
“Perché tu mi perseguiti, lo stai facendo ora! Sai bene che sto con Emmanuel e… Nicco non sa niente, come glielo spiego?”
“Ah perché già convivete?”
“Secondo te?”
“Non ti smentisci mai” rispose con tono leggermente sprezzante

Giuseppe prese un respiro profondo per non inveire contro di lei con tutto il fiato che aveva in corpo “L’hai fatto apposta” pronunciò quelle parole con amarezza e una punta di disgusto che sperò arrivasse alla donna dall’altro capo del telefono
“Cosa ti passa per la mente?”
“L’hai fatto perché vuoi mettermi in difficoltà con Nicco!” rispose Giuseppe a voce sempre più alta “Sai che in questo modo sarò costretto a rivelargli di Emmanuel, mi stai praticamente costringendo a dirglielo!”
“Non credevo conviveste”, non riusciva a mentire bene come credeva
“Ti fa stare meglio addossarmi sempre la parte dell’uomo bugiardo e pieno di segreti? Ti piace che la stima di Nicco nei miei confronti scenda di più, non è così?”
“Stai esagerando!” rispose indispettita “Volevo solo che tu rivedessi Nicco”
“Sai bene di star mentendo” la voce di Giuseppe era più bassa ma traspariva dalle sue sfumature un profondo disprezzo “Non vuoi che sia felice: o tuo o di nessuno”

Valentina rimase in silenzio qualche istante per poi riprendere la parola, un tono più pacato eppure evidentemente teso “Che cosa faccio allora? Strappo i biglietti e dico a Nicco di disfare i bagagli?”
“Ha già fatto i bagagli, senza che io sapessi nulla” si lasciò sfuggire una risata amara “Come sempre ti permetti di decidere per me e di me”
Valentina, evidentemente colpita da quelle parole che mettevano a nudo le sue reali intenzioni, rispose con furia “Vuoi vedere tuo figlio? Oppure devo andargli a dire che suo padre è più impegnato in altre attività?”
Giuseppe non sapeva come comportarsi, ma di due cose era certo: la prima era che annullare il viaggio avrebbe spezzato il cuore di Nicco e la seconda che Valentina gli avrebbe comunque rivelato di Emmanuel, era sempre stato nei suoi programmi, preferiva che lo sapesse da lui in persona.
“Ospiterò volentieri Nicco” rispose Giuseppe orgoglioso “Ma durante il suo soggiorno non voglio averti tra le palle, sia chiaro”
“Che cavaliere” ironizzò la donna “Parli così anche al tuo amico francese?”
Giuseppe scosse la testa esausto “Vaffanculo Valentina” e riattaccò.

Tornò in camera da letto e si sedette vicino al suo compagno “Che succede?” domandò nel vedere le sue guance arrossate e i suoi muscoli contratti, Giuseppe si morse il labbro inferiore prima di parlare “Valentina mi ha messo in una brutta situazione e domani…”
“Domani?”

“Domani ti presenterò mio figlio” 


Omnia vincit amor || Macronte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora