Capitolo 3

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Felicité;

Sono seduta in tribuna mentre guardo i ragazzi intenti a ridere a scherzare in campo, siamo rimasti qui a festeggiare e ognuno di loro ha portato con se la propria famiglia.

Sorseggio un po' del mio vino e sospiro. Chissà cosa significa avere una famiglia, chissà cosa vuol dire chiamare qualcuno papà o mamma.

Ho passato 18 anni in orfanotrofio. Le sorelle del collegio mi raccontano da sempre che i miei genitori non si sono mai fatti vivi e a trovarmi sono stati degli infermieri. 

Faccio andare via i miei mille pensieri e sorrido notando Neymar con il suo bambino, Davi.

«Felicité scendi daii!!» mi richiama Alessandro, accetto la sua proposta scendendo dalla tribuna. 

Tolgo i tacchi ridendo e corro verso tutti loro. 

«Ehilà, vi state divertendo?» riempio il mio bicchiere con dell'altro buon vino e abbraccio Moise e Ander da dietro.

Respiro profondamente l'aria fresca che sfiora leggermente le mie spalle scoperte e assonnata sbadiglio. 

«Perrez, stanca?» la sua voce rauca mi fa sobbalzare.

Neymar.

«Parecchio» rispondo.

«Dai ti accompagno a casa» ride e richiama Marqui che tiene in braccio la piccola Duda.

«Puoi farmi il favore di tenere Davi? Lo passo a prendere più tardi ok?» domanda al ricciolino che lo rassicura.

Mentre Neymar saluta Davi io mi reco nello spogliatoio cambiandomi con dei vestiti molto più comodi.

«Feli! possiamo andare?» domanda il brasiliano da dietro la porta.

«Possiamo andare Santos!» rido ed esco dallo spogliatoio dandogli una spallata amichevolmente.

Entrambi ci avviciniamo alla sua auto.

«Abiti nello stesso posto di sempre giusto?»

Annuisco.
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«Allora, buonanotte» Neymar ferma l'auto dinnanzi casa mia.

«Ti va di entrare?» getto queste parole dal niente.

«Non riesci a stare senza di me» giro gli occhi e scendo dall'auto aprendo poi la porta di casa mia.

«Bentornato a casa mia Santos!» sorrido accendendo la luce del salotto.

«Vado a prendere una bottiglia di vino» lo lascio impalato davanti la porta mentre io vado in cucina a prendere due bicchieri e una bottiglia.

«Suoni il piano?» chiede sussurrando.

«Si, non lo suonavi pure te Santos?» prendo posto sul divano accanto a lui.

«A cosa si brinda Perrez?» mi guarda dritto negli occhi facendomi perdere nella sua immensa luce.

«Ad oggi e al domani» affermo sicura di ciò che ho appena detto.

Sorride.

«Ad oggi e al domani» ripete successivamente lui.

Mi alzo dal divano e mi avvicino al piano iniziando a suonare qualcosa.

«Come hai imparato?» domanda curioso sedendosi accanto a me.

«In orfanotrofio, sai nella mia stanza c'era un pianoforte e la sera mi piaceva suonare qualcosina>> ridacchio.

«Io so fare solo questa guarda» poggia il bicchiere sul tavolino e comincia a suonare qualcosa.

«Direi niente male eh» gli do una pacca sulla spalla.

«Davi ti somiglia tanto, anche se ha la corporatura di Carol» ride.

«Sai, Carol si è sposata con Vini ed ora ha un altro bimbo, sono così felice per lei. Se lo merita» sorrido e gli stringo una mano. 

«Ho saputo di Bruna, so quanto la amavi.»

«Nella vita tutto capita e tutto passa.» afferma sospirando.

«Tudo passa» rido e gli indico il tatuaggio sul suo collo. 

«Beh, esattamente» sorride e si risiede sul divano chiudendo leggermente gli occhi. 

«Casa tua ha qualcosa di così familiare, forse il tuo profumo»

Arrossisco.

«Stiamo parlando sempre di casa mia Santos» gli scompiglio leggermente i capelli.

«Vado a mettere il pigiama e arrivo!» annuisce ed io vado di sopra a cambiarmi

«Eccom-» mi blocco vedendo il brasiliano dormire beato sul mio divano.

«Cosa mi combini Santos» sussurro afferrando una coperta che avevo poggiato sulla poltrona.

Prendo posto accanto a lui e resto a fissarlo. 

La sua bellezza mi lascia sempre senza fiato, ma ciò che mi fa bene è lui.

Gli accarezzo delicatamente il viso ricoperto dalla barba e poggio la mia fronte sulla sua per poi chiudere gli occhi.

«Buonanotte Santos» poggio la testa sul suo petto e mi addormento cullata dal suo buon profumo.

𝐌𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐜𝐢ó𝐧;𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora