Capitolo 10

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Felicité;

Io e Neymar abbiamo così tante cose in comune che a volte è difficile pure elencarle, ma una di queste è il fatto che entrambi siamo nati lo stesso giorno. Mi giro verso di lui che dorme beatamente al mio fianco e sorrido, porto una mano sul suo viso e traccio i suoi lineamenti con le mie dita.
Oggi compie 29 anni mentre io 27.

«Mhh» rido sentendolo mugulare qualcosa e gli lascio un dolce bacio sulla guancia.

«Auguri Santos» sussurro avvicinandomi alle sue labbra, sorride con gli occhi chiusi e non appena li apre mi stampa un bacio.

«Auguri anche a te Perrez» arrossisco sentendo la sua voce rauca di prima mattina.

Oggi ci aspettava una giornata veramente tosta per cui era meglio mettersi in piedi il prima possibile così da schiacciare ogni impegno.

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Non appena arrivata a Camp de Loges vengo accolta dai ragazzi i quali subito mi stritolano facendo gli auguri sia a me che a Neymar.
Ogni anno era così prima che mi traferissi e non c'era cosa più bella di vederli tutti lì felici come non mai.

Mentre si preparano per affrontare l'allenamento io mi siedo un pò sull'erba accanto a Jesus, il sostituto di Mauricio.

«Ciao Jesus! come stai?» provo a fargli questa domanda che però lo spiazza più del dovuto, quest'uomo era così strano nei miei confronti e provavo anche un certo timore a rivolgergli la parola.

Capisco che qualcosa lo ha seriamente turbato quando si alza di colpo e cerca di allontanarsi il più veloce possibile da me.

«Oi che succede Jesus?» chiedo abbastanza preoccupata inseguendolo. Non appena riesco a mettermi di fronte a lui fisso i suoi occhi terribilmente azzurri.

«Jesus, a me questi giochetti non piacciono. Dimmi che ti prende?» rimane in silenzio per qualche secondo fino a quando il mio corpo viene avvolto dalle sue forti braccia. Provo a ricambiare questo gesto inaspettato cercando di tranquillizzarlo data la sua forte tensione.

«Non mi perdonerò mai ciò che ti ho causato, piccola mia.» sbianco.

A cosa si stava riferendo? A chi soprattutto? E perché ne stava parlando proprio con me?

«Io, io non so a cosa tu ti stia riferendo Jesus..» Mi stacco dalle sue braccia impaurita-

«Forse tu non te ne sei mai resa conto..» Esce dalla tasca dei suoi pantaloncini delle carte stropicciate che mi consegna tremante.

Le afferro e non appena apro il primo foglio il mio cuore precipita in un buco nero.
Le mani così come il resto del corpo iniziano a tremare e i miei occhi si riempiono di lacrime.

Ciò che i miei occhi vedono sembrano frutto di un film horror.
Sono ritratta io da piccolina tra le braccia di una donna che al suo fianco ha proprio lui: Jesus.

«Chi sei, chi cazzo sei.» alzo la voce non curandomi di chi potrebbe vederci anche solo per sbaglio.

«Sono tuo padre Felicité, sono Jesus Perrez

Lo guardo schifata e la strappo.

«Nono, tu sei un mostro!» ero disperata, alzo gli occhi verso quelli di Mauricio che invece li tiene fissi sul prato.

Sapeva anche lui tutto.

«Siete tutti fatti della stessa pasta.» corro via da quel circolo vizioso e afferro subito il mio borsone in preda al panico.

«Felicité, che succede.» sento dire da Neymar che si trova dietro le mie spalle.

Mi giro verso di lui e lo abbraccio subito e in un attimo le sue braccia mi stringono forte a se.

«Mi porti a casa?» gli domando sussurrando come se qualcuno potesse scoprirci.

Neymar annuisce e preoccupato mi accompagna in casa.
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Mi accascio per terra e porto le gambe al petto piangendo ancora e ancora.
Un dolore lancinante.

«Oi..ti ho portato questa» poggia una tazza calda con una tisana al suo interno.

«Mio padre..» bisbiglio portando le mani in fronte.
In testa avevo mille domande, mille pensieri, il tutto con una nota negativa per ogni quesito.

«Come ha fatto a procurarti così tanto male in una sola volta..» sussurra incredulo Neymar accarezzando i miei capelli delicatamente.

La mia testa stava poggiata sul suo petto che stava esplodendo dai forti battiti che percepivo.

Ero così distrutta da non riuscire a capire di essere entrata in balia del sonno, riesco a rendermene conto solo quando mi sveglio di botto.

Sbadiglio ancora stanca e cerco di mettere a fuoco la stanza che si trova davanti ai miei occhi.

Sul comodino noto un piccolo muffin con una candelina e sorrido leggermente.

I suoi piccoli gesti.

«Posso?» domanda Neymar facendo sbucare la sua testa da dietro la porta.

«Certo» lo invito a sedersi al mio fianco e lui ne approfitta per lasciarmi un casto bacio sulle labbra.

«Voglio che questa, la spegniamo insieme.» affermo sicura indicando il dolcetto.

«Va bene» sorride e accende la candelina ma prima di spegnerla gli occhi del brasiliano scrutano i miei senza vergogna.

«Adesso» entrambi soffiamo sul piccolo bastoncino in cera.

«Non volevo rovinare il tuo compleanno, mi dispiace Neymar» mi afferra saldamente le mani tra le sue e scuote la testa.

«Tu non hai rovinato nulla.» ripenso ancora alla giornata di oggi e quasi mi vengono i brividi al solo pensiero.

Pensieri che però vengono interrotto dal suono del mio campanello, Ney si alza per andare ad aprire e non appena sento delle voci dal salotto capisco subito chi è venuto a trovarmi: Mauricio.

Scendo dal letto e mi reco nella stanza.

«Feli..mi dispiace, io non ne sapevo niente sul serio.» era davvero dispiaciuto.

«Mi dispiace Mauricio, sono stanca ho bisogno di riposare.»

«Te lo posso giurare, sono venuto a conoscenza di questa faccenda oggi,  prima di allora non ne sapevo nulla» Mauricio non avrebbe motivo di mentirmi.
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neymar;

Prendo una coperta dal piano di sopra e copro Feli che dorme sul divano.

È distrutta.

Ha i capelli scompigliati e le palpebre gonfie per aver pianto troppo.

Mi siedo accanto a lei e sorrido vedendo un suo occhio aperto attento ad osservarmi.

<<vai a casa Ney>> sospira e scuoto la testa accarezzandole i capelli.

<<non ti preoccupare per me>> le lascio un bacio in fronte e lei sorride mettendosi seduta e abbracciarmi poggiando la testa sul mio petto, la stringo forte e chiudo gli occhi.

Ti proteggerò sempre Feli.

𝐌𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐜𝐢ó𝐧;𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora