...Sottile Confine!

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Seduta nel mio ufficio fisso le carte davanti a me, che per quanto importanti non riesco a fare altro che a fissarle semplicemente. La cantilena di quella donna sta continuando a risuonarmi nella testa, d'altra parte non so quante volte l'ha ripetuta in pochissimo tempo. Tempo che mi è stato sufficiente per capire che non è lei la colpevole, o meglio si è la sua mano ad aver premuto il grilletto però non di sua iniziativa. Cosa che mi è stata confermata quando ho parlato con lo psicologo che l'aveva in cura mesi fa, prima che sparisse dal centro in cui Raf l'aveva portata. "Oh Raf!" non riesco a smettere di pensare alle parole del dottore. "Ha avuto una piccola emorragia, e come temevano ha avuto un arresto cardiaco che per fortuna abbiamo scongiurato subito!..." già peccato che per ora siamo tutti in una sorta di incognita. Sospirando mi alzo e mi dirigo alla finestra, guardo fuori continuando a rimuginare sulle parole del dottore. "Solo che ora ci troviamo in un momento decisivo e cruciale! Potrebbe svegliarsi e stabilizzarsi del tutto ... Oppure!" oppure ... "No! Non osare!" non voglio proprio pensare a quel "Oppure..." già perché preferisco che resti solo una probabilità. "... Quindi c'è la probabilità che sia stato lui!" oh la sua voce. Dio quanto mi manchi procuratore, mi volto verso l'interno come se lui fosse qui guardo la porta e per un attimo mi sembra di vederlo entrare da quella porta con la sua innata eleganza. No che non stia bene con qualunque cosa indossi, ma okay calma quelli sono pensieri un po' troppo privati. Fisso la porta ad altezza d'uomo come se mi aspettassi di vederlo entrare, e dire una delle sue solite frasi come il confine tra probabilità è realtà, oppure che non sempre ciò che appare è ciò che si vede. Come in un film a moviola, vedo la porta che si apre, lui che entra i suoi occhi nei miei... "Oddio! Chi sa dove sei ora?" beh si lo so che suona strano, so fisicamente dov'è mi chiedo dove sia il suo spirito la sua mente la sua meraviglia anima da guerriero. "Dove sei Raf? È davvero tanto più bello lì che qui?" non riesco a non chiedermelo mi appoggio al mobile e torno a guardare fuori.
«Sergente!» alzo la testa e vedo che Amanda è sulla porta.
«Uhm si che c'è?» le chiedo guardando verso di lei.
«Come sta il procuratore? E tu? Sembri stanca!» già bella scoperta, sfido chiunque a trovarsi al mio posto.
«Sto bene! Per Barba purtroppo c'è solo da attendere!» le rispondo per poi tornare a sedermi.
«Cosa avete scoperto!» le chiedo indicandole il fascicolo che ha in mano.
«Tutto e niente purtroppo!» mi risponde chiudendo la porta.
Dal interrogatorio della presunta indiziata sono venute fuori alcune supposizioni con ipotesi date a intuito, ma svolgo questo lavoro da troppo tempo e non sarei arrivata fin qui dove sono se non avessi seguito il buon 90% delle volte ciò che mi diceva il mio istinto. Vedo Amanda sedersi davanti a me e passarmi il fascicolo aperto, lo guardo e per in attimo al posto dei documenti e delle prove non prove compare una cartella clinica. Mi stropiccio gli occhi e provo a rimettere a fuoco e okay ora non vedo più le parole, ma le singole righe e ci riprovo ma nada la mia vista non ne vuole sapere.
«Sergente?» alzo la testa e almeno Amanda riesco a vederla anche se i contorni della sua figura sono sfocati.
«Dimmi» lei indica il fascicolo perplessa, mentre i confini della sua immagine tornano al loro posto.
«Cosa ne pensi?» mi chiede.
«Uhm okay sono un po' stanca potresti dirmi che c'è scritto!» mi sa che dovrò fare controllare la vista.
O forse semplicemente vorrei ricevere una telefonata che non arriva, sospiro e le ripasso sono poco lucida in questo momento.
«Sergente ascolta io non voglio giudicare, ma credo che tu non vorresti essere qui?» mi dice e ha ragione, ma mi schiarisco la gola e le indico il fascicolo.
A un tratto sembra che lei voglia dire altro, ma poi apre bocca sospira e comincia a parlare. Già a quanto pare aveva ragione, abbiamo tutto e niente sul fatto che il mancante della sparatoria sia il presunto amico di Rafael. "Procuratore ma cosa mi combini?" per un secondo tutto è proiettato verso l'ospedale, e verso quella speranza che ora sto facendo fatica a tenere stretta.
«Quindi si questo Paul Corniere, risulta indagato in passato per sospetta pedofilia!...» la ascolto mentre continua a parlare dicendo che si è trattato di un errore.
Un errore giudiziario "Si certo, certo! O semplicemente è stato leggermente più bravo a nascondere le cose!" ancora però non mi spiego perché volere uccidere Raf, ameno che... "Ameno che Rafael tramite Patrizia non abbia scoperto che quello non era stato un errore!" già i confini sottili giusto.
«Quindi in pratica non abbiamo proprio niente eccetto un vecchio sospetto che non può comunque essere utilizzato!» le dico alzandomi in piedi e facendo alcuni passi nervosamente.
«Beh si ci servirebbe una prova, anche solo una testimonianza che ci possa permettere di collegare le cose?» concorda con me.
Cade il silenzio per alcuni minuti, che poi viene rotto dal suono del mio telefono, mi volto di scatto a guardare lo schermo per vedere chi è, mentre Amanda mi guardava. "Oddio fa che non siano brutte notizie!" prego mentre striscio il tasto verde, è Lusia e quello che sento quando porto il telefono al orecchio e il mio cuore perde un battito.
«Lusia! Che succede?» le chiedo mentre le mie gambe stanno per cedere.
Sto per sedermi quando il singhiozzo che le scappa, mi fa scattare e prendo tutto guardando Amanda.
«Io devo andare, trovate qualcosa Lusia sto arrivando!» dico sia alla detective bionda che alla madre del l'uomo che amo.
Esco dal ufficio senza guardare nessuno, corro al ascensore e stavolta decido di prendere la mia macchina per precipitarmi in ospedale.

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