...Promessa!

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Diceva Jean Cocteau poeta, saggista e drammaturgo francese che: "La vera tomba dei morti è il cuore dei vivi!" beh una frase che condivido e non, dipende dal impatto che hai nella vita e nel cuore degli altri. E io spero in cuor mio di aver lasciato a gran parte delle persone che mi hanno incontrato, una buona impressione e un buon impatto soprattutto di aver dato a molte famiglie, non la pace perché penso che per molte famiglie non possa più esistere una vita normale, ma almeno uno o più motivi per andare avanti.
Restare in macchina a guardare qualcosa a cui pochi possono dire di porter assistere, è stata una sensazione strana e al quanto inquietante in realtà. In una parte ringrazio il Carisi immaginario, "Forse!" per avermi risparmiato questa cosa. "Okay, okay è stata una mia idea!" però devo ammettere che forse potevo trovare un idea meno drastica. Tutto questo mi convince sempre di più, a voler fare ciò che sto per fare. Guardo la città mentre scorre e siamo diretti li, proprio su quella panchina dove ho promesso che lei non si sarebbe seduta da sola. Dove oggi voglio farle una promessa solenne, una promessa che voglio mantenere anche se ciò volesse dire correre il rischio di non lavorare più insieme. Tuttavia abbiamo un garante che conosce entrambi, e che ci ha dato il suo benestare garantendo la cosa ai piani alti.
La tensione che la stava lacerando quando è salita in macchina, si è sciolta con un po' di coccole e dopo le ha accennato alla mia proposta. Premo il tasto di chiamata al autista, che dopo un po apre il vetro di divisione.
«Si procuratore? Le serve qualcosa?» mi chiede in tono distaccato.
«Può fermarci qui per favore!» gli chiedo con calma mentre Olivia mi guarda perplessa.
«Voglio fare due passi!» le dico con un sorriso.
Con un cenno le  indico l'entrata più isolata del parco, porta proprio verso la panchina che ho sognato però desidero passeggiare un po' con lei.
«Raf... Sei sicuro di sentirtela?» mi chiede sicuramente preoccupata per la mia salute, ma poco fa non le ho fatto dire quelle parole perché voglio che sia solo per noi e tra noi.
«Oliv ... Amo... » la guardo e abbasso la voce.
«Amore mio! Sono più che sicuro!» le rispondo con un sorrisone enorme.
Mi guarda e mi sorride a sua volta e vedo che vorrebbe baciarmi, però non è il caso davanti al autista/guardia del corpo che mi è stata affidata per tutto il tempo che durerà questa storia. Tuttavia accetta la mia richiesta e si ferma, solo che prima che sia lui a scendere per aprire la portiera io scendo a prima. Lasciando Olivia un attimo interdetta, poi le porgo la mano sana mentre lui si precipita quasi verso di me.
«Sto bene! Rimanga qui, torniamo tra poco!» gli dico mentre mi fissa, per poi guardare la mia Liv.
«Tranquillo ci sono io con lui!» gli rispose con sicurezza.
Lui scatta sugli attenti e fa cenno di si con la testa, oh la mia Liv è meravigliosa quando fa così anche se credo che questa cosa me la farà pagare. Infatti come succede sempre sembra che mi possa leggere nella mente, e si volta per farmi capire che me la farà pagare appena potrà. Sorrido alla sua reazione e le indico il sentiero alberato, e con un sospiro fa cenno di si con la testa. Solo che c'è una cosa che vorrei che lasciasse in macchina, la prendo per mano per riportarla verso di me. Quasi ci scontriamo petto contro petto, per fortuna non ho ancora molta forza perciò non ci schiantiamo, ma semplicemente ci tocchiamo.
«Aspetta un attimo! Ho bisogno che tu lasci qui una cosa!» le dico mentre posa le mani sulle mie spalle.
Com'è strano ora pensare a questo contatto tra noi, anche se è una cosa bellissima e ammetto che è bello stare così con lei senza volere qualcosa di più. A un tratto sentiamo qualcosa di freddo che sfiora entrambi e alziamo gli occhi, sta nevicando questa si che è bella.
«Vogliamo andare?» mi chiede.
Torno a guardarla e sorrido, si credo sia il caso di andare però prima ho bisogno che lasci qui una cosa. Anche vederla al suo braccio durante il mio: "Sogno!" credo. È stata una strana cosa, quindi voglio che nella realtà quella cosa resti in macchina.
«Si ma prima togli questa ti prego!» le rispondo togliendole la fascia dal braccio.
Sorride quasi le avessi sfilato chi sa quale macigno dal braccio, poi con un sospiro ci avviamo verso il sentiero alberato mentre le stringo la mano e guardo verso il lago che si intravede tra gli alberi. Ho molto da dirle e diverse spiegazioni da dare, però non so bene da dove cominciare anzi forse lo so e credo che sia il caso di iniziare dal perché non le ho detto prima di amarla.
«Sai ...» noto con la coda del occhio che si volta a guardarmi.
«Non ho mai avuto un vero e proprio rapporto con mio padre! Gli ho sempre voluto bene questo si... Ma era un uomo di per se molto complicato per certi versi! L'unica che lo abbia mai capito sul serio è stata mia madre!» prendo una pausa mentre i tronchi scorrono poco alla volta.
«Ha vissuto una vita per il lavoro, tenendo me e mia madre in una specie di bolla di vetro! E tutto questo mi ha portato a non voler essere come lui, eppure sento che nonostante tutti i miei sforzi non ci sono riusci-!!??»
Prima che possa finire di parlare lei blocca il passo bloccando anche me, e prendendo il mio viso di nuovo nel suo palmo mi bacia.
«Non so com'era tuo padre! E non mi importa in realtà! A me importa quello che vedo e tu sei come tuo padre! Sei un uomo straordinario, implacabile con chi ferisce gli altri e fa delle persone e della legge quello che vuole! E questo è quello che mi basta sapere. Okay forse avrei voluto saperlo un po' prima e in una circostanza meno incerta! Ma quel che conta è che sei qui e sei tornato!» mi risponde e io non posso fare ameno di baciarla.
«Oh Liv amore!» appena dico quella parola, lei arrossisce come se non l'avesse mai sentita.
«È strano sentirtelo dire in modo cosi diretto! Oh però è bellissimo! E che uhm!» le tappo la bocca prima che cerchi una scusa affrettata.
«Rafael!» ci voltiamo entrambi verso mia madre, che ci guarda anzi guarda me con disapprovazione perché sono a piedi.
«Sto bene mamma!» la rassicuro mentre si avvicina e mi abbraccia per un attimo, sento Olivia ridacchiare e le lancio un occhiatina delle mie mentre mo stacco e le sorrido.
«Come stai cara? Ti prendi cura tu di questo testone vero?» si raccomanda mia mamma mentre si avvia dallo stesso lato da cui siamo venuti noi.
Olivia le sorride e annuisce poi una volta che se ne andata, mi guarda chiedendomi  con espressione interrogativa che cosa ci facesse lei qui.
«Sai non era molto saggio lasciare la mia sorpresa incustodita!» mi guarda ancor più perplessa e porta leggermente la testa al indietro.
«Lo scoprirai appena arriviamo!» le sorrido indicandole la panchina che è a pochi passi da noi.
Mi fermo per un secondo preso da un indescrivibile sensazione di déjàvou, è un misto di emozioni spiacevoli perché mi ricorda come sarebbe 'Potuta!' andare a finire tutta questa storia. Poi ricordo la ragione per cui siamo qui, e questo non può fare altro che rendermi felice. Ci avviamo alla panchina in silenzio, dove sulla seduta ho fatto appunto lasciare un mazzo do rose con una piccola sorpresa.
«Sai stare qui mi fa strano!» le confesso.
«A me piace... Trovo sia uno dei posti più calmi e tranquilli di questa città.» mi dice mentre nota i fiori sulla seduta.
«Ma... Rafael!!» sorrido alla sua espressione mentre si siede e raccoglie i fiori come se fossero bimbi.
Prendetemi per scemo, ma ho voluto essere 'Romantico!' sotto questo aspetto, mi siedo al suo fianco mentre lei guarda nei fiori. E resta sorpresa appena nota qualcosa che solitamente non fa parte di un bouquet, guarda più volte me e i fiori poi lascia lo sguardo su quel anello posizionato in una rosa.
«Raf...??» la sua voce trema per l'emozione.
«Come fai a sapere che mi stara bene?»
«Beh a occhio dovrebbe essere la tua misura! E poi credo tu sia la persona giusta.» le confesso prendendo l'anello.
Faccio attenzione e scendo in ginocchio per terra, tenendo l'anello verso di lei che mi guarda con gli occhi lucidi.
«Oliv ... Non mi importa se non vuoi l'abito bianco, una grande cerimonia con fiori bianchi e tutto il resto! Quello che ti sto chiedendo qui e ora. È io e te in una piccola chiesa o dove tu vorrai! È la promessa di vivere insieme fino alla fine!» me ne stavo andando senza neanche potertelo chiedere, e forse chi sa se non fosse successo non avrei mai avuto il coraggio.
«Oh procuratore! Oh uhm Raf!» mi guarda in quasi in lacrime.
Poi posa le rose al suo fianco e indossa l'anello in un movimento fluido della mano, le sta leggermente largo ma va bene cosi. Provo ad alzarmi però lei mi ferma, scendendo in ginocchio di fronte a me, i nostri occhi si incontrano e io la stringo con l'uno braccio libero mentre lei riposa le sua mani sulle mie spalle.
«Fino alla fine giusto?» mi chiede mentre annuisco e le sorrido e ci baciamo per un lungo istante.
«Va bene amore mio me lo hai promesso eh!» continua staccandosi per un attimo, annuisco di nuovo e ci baciamo un altro lungo istante.
«Ah e a proposito! Ti amo anche io!» mi dice.
Dopo questo suo si sono felice più che mai, di non essermi arreso e so che la vita non è una favola, ma per ora voglio godermi questo momento meraviglioso. Restiamo cosi abbracciati e a baciarci, per non so quanto ma è bellissimo e ora ho ancora più fiducia nel nostro futuro.

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