... Ti Amo!!

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Le luci a neon dell'ospedale scorrono su di me, sento il mio respiro lento e faticoso, so dove sono e so anche perché sono qui. In poche e semplici parole mi hanno sparato. Perché chi sono? Beh semplice il perché è il mio lavoro, e chi sono? Beh io sono il procuratore Rafael Barba, e chi mi conosce sa che lavoro per L'Unita Vittime Speciali di New York. Ritornando qualche minuto al presente però, sento i medici che dicono che mi sto aggravando. Cerco il conforto dell'unica mano che voglio sentire, l'unica persona che voglio realmente al mio fianco. La Amo sì la amo accidenti è la sola cosa che non posso né controllare, né tanto meno ostacolare e in tutta onestà non voglio. Cerco la proprietaria della mano che probabilmente non ha smesso né di parlarmi e incoraggiarmi, né tanto meno di parlare con i medici per capire come sto e come procedono le mie condizioni. "Liv!" quanto ti amo, il Sergente Banson la sola donna dopo Jelina, che è riuscita a scalfire la mia corazza fatta di leggi normative regole e quant'altro. Mi guarda ha gli occhi velati di lacrime, accidenti io amo la sua forza, e vederla fragile mi fa decisamente più male dei tre proiettili che ho in corpo. Sento il mio respiro che scende giù un po troppo in fretta, sembra che il mio battito sia concentrato tutto e solo nelle tempie. Okay ora comincio ad aver paura, guardo fisso Liv nei suoi meravigliosi occhi marroni, forse è la fine. Beh allora a questo punto rotto per rotto, le lascio un secondo la mano, anche se lei me la riprende. Sta andando tutto troppo veloce, mi sembra che il tempo vada quasi a rallenty per me, mentre per gli altri sembra scorrere nel verso opposto. Rilascio di nuovo la mano di Olivia, la allungo alla maschera e provo a spostarla.         
«Li, Li, Li.v» mi sembra quasi di aver ingoiato sabbia.                               
«No Raf... No sta calmo!» cerca di rassicurarmi e prova a rimettermi la maschera.
No deve ascoltarmi non ho più tempo e non so se ne avrò più.
«As col ta mi!» riesco a stento a farfugliare.
La vedo che vorrebbe obiettare, scusate il gergo tecnico ma è così. Poi si rassegna e mi ascolta, okay riproviamoci.
«Liv... Io ti... A m o!» "io ti amo!" non sono neanche sicuro che mi abbia sentito.
Non perché so di averlo pronunciato in extremis, ma perché poco prima che io perda le forze, e mi lasci andare alle tenebre. I medici la separano da me, portando mi probabilmente in sala operatoria se non direttamente all' obitorio visto come mi sento.

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