... Non Mollare!

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Sono le 5.35 della mattina del sesto giorno e "Niente!" nada de nada le condizioni di Rafael non sono cambiate, tuttavia ci sono volute le suppliche di due infermiere tutta la loro pazienza e il loro fiato uniti a quelli di Lusia per convincermi a tornare a casa ieri sera e passare la notte nel mio letto con mio figlio accanto esclusivamente per questo periodo. Tuttavia nonostante i capricci e le varie domande iniziali di Noha sul perché lo zio Raf si trovasse in ospedale, e sul perché qualcuno con la precisione una donna affetta da diverse patologie psicologiche abbia fatto questo a una persona a cui teniamo entrambi, e dopo che l'ho rassicurato più di una volta che andrà tutto bene perché deve andare tutto bene intesi procuratore. Lui ha chiuso gli occhi cadendo in un sonno profondo, mentre io sono rimasta a girare lo sguardo tra lui e il soffitto. Quando finalmente sono riuscita a prendere sonno, qualcosa si è fatta strada dentro me e ho cominciato a sentire sia la stanchezza, sia che tutta questa attesa è stata inutile. Dopo non so quanto nel oscurità ho sentito una voce, no aspetta ... Aspetta non era una voce qualunque era la sua voce... Che succede Rafael dove sei.
"Oliv amore mio perdonami... Credo che sia finita!" Finita? Finita.
Cosa? Come? " No,no,no " e assolutamente no, come finita? Non può essere Rafael dove sei? Che succede dimmi qualcosa amore mio parlami io sono qui, il panico si è impossessato di me perché sento l'assordante silenzio della sua assenza dal buio e il silenzio che mi circondano a un tratto sento la voce di mio figlio che mi chiama e la suoneria del mio telefono che suona. Apro gli occhi e guardo il mio piccolo negli occhi, mentre alla cieca nel buio prendo il telefono e senza neanche degnare d'attenzione il numero di chi mi chiama rispondo.
«Pro - Pronto!» brontolo confusa.
«Uhm Sergente!» è la voce di Carisi.
Subito mi tiro su di scatto accarezzando mio figlio che si sposta, Dominic ha una voce terribile, quasi mi stesse chiamando da un altro mondo qualcosa non va lo sento.

Due ore più tardi.

Noah mette il latte nei suoi cereali e immerge il cucchiaio un po troppo pieno, non faccio altro che pensare alla telefonata di questa notte ...
«Sergente l'abbiamo trovata!» hanno trovato la donna che ha sparato a Rafael.
Questo dovrebbe farmi stare meglio però non riesco a non pensare alla sensazione di questa notte, al fatto che ho sentito la sua voce a quello che la sua voce ha detto. " L'ho perso? L'ho perso sul serio? " sto continuando a chiedermelo da quando ho aperto gli occhi ed si è conclusa la telefonata, forse ho ancora paura che possa peggiorare, che possa non svegliarsi più, anche se sono passati sei maledetti giorni da quel unica volta lui non ha più dato segni.
«Mamma ti sta suonando il telefono!» la voce di Noha mi riporta immediatamente alla realtà.

Dopo che è arrivata la baby sitter per portare Noha a scuola, io sono corsa via e non per andare in ufficio anche se era quello la mia metà questa mattina. Dove sto andando ora? Beh in ospedale e da questa notte più o meno da quando ho avuto quel incubo credo, che il battito di Rafael ha cominciato ad accelerare e non ha accennato a diminuire. Alzo la mano cercando un Taxi e lo trovo dando l'indirizzo del ospedale, chiedo di andare il più veloce possibile anche se il conducente ha voglia di parlare, io non sento niente mi metto a fissare fuori dove lascio il mondo e le chiacchiere del conducente. Continuo a pensare a questa notte a quelle parole al loro significato, al inizio credevo fosse solo un incubo frutto del mio subconscio, e della mia paura profonda e viscerale di perderlo eppure ora che sua madre mi ha dato questa notizia non posso fare ameno di pensare che sia sul serio stato un addio.
«Si-gno-ra ... Sia-mo ... Ar-ri-va-ti!»
«Uhm?»
Guardo il conducente con espressione confusa come se non avessi recepito in tempo le sue parole, poi mi guardo intorno e vedo che siamo fuori l'ospedale. Okay cervello d'accordo facciamo un patto, io cercherò di essere più forte e tu non smettere di funzionare quando non devi.
«Signora le ho detto che...»
«Si scusi ho notato ero solo distratta!» gli rispondo prima che lui finisca di parlare, e pago scendendo.
Una volta che il tassista è ripartito io mi dirigo dritta al piano e al reparto dov'è ricoverato Rafael, ma non lo trovo e comincio a vagare alla cieca nella disperata speranza che non è come temo. Seguendo l'istinto e le voci che mi suonano familiari, svolto l'angolo di un corridoio dove in fondo accanto a due finestre blindate trovo Lusia che parla con un dottore, osservando il camice noto che è un cardiologo, il mio cuore prima perde un battito, poi parte a mille. Mi faccio coraggio e mi avvicino e guardo entrambi.
«Lusia Buongiorno che succede?» chiedo loro.
Vedo il medico sospirare e lo guardo con espressione preoccupata su questo sono sicura, Lusia mi guarda e fa cenno al dottore di parlare anche con me.
«Come spiegavo alla signora ... »
Come poco fa con il tassista lascio fuori anche il dottore e mi incammino verso la finestra, solo che Lusia mi mette le mani sulle spalle e mi porta verso la terapia intensiva.
«Tesoro ci sei?»
«Io eh si! Perché è qui!» le chiedo non avendo sentito una sola parola del dottore.
«Tesoro deve stare qui per forza, il dottore ha detto che se va avanti cosi, rischiamo di perderlo perché potrebbe avere un arresto cardiaco!» mi spiega e io annuisco fissando dritto verso di lui perché è solo lui il mio interesse, sto continuando a chiedermi se quello di questa notte fosse sul serio un addio.
«Non mollare! Non mollare! Non mollare!» comincio a dire sottovoce cercando di non farmi sentire.
«Cosa tesoro?» mi sento chiedere da lei.
Scuoto la testa e continuo a fissare solo lui, appoggio una mano sul vetro quasi volessi lasciare il mio corpo qui e entrare li da lui. Voglio rivederti Raf voglio stare con te, voglio parlare con te confessati quello che provo dirti che ti amo. Voglio dimenticare quest' ospedale tutta questa maledetta storia, tornare a battibeccare con te nel tuo ufficio guardarti fare ciò che ami e essere l'uomo di cuore e per il quale ho letteralmente perso la testa.
«Torna da me! " Resta con me!" Torna da me!» a un tratto il cervello in automatico cambia mantra.
«Andrà tutto bene tesoro!» la stessa voce di Lusia che è al mio fianco mi pare lontanissima.
«Sergente!» mi volto per vedere di chi si tratta e altri non è che Carisi.
«Dimmi?» prendo un sospiro per riordinare i pensieri e far si che riesca a concentrarmi.
«Ascolta capo non voglio giudicare però non sembri aver dormito un granché!» lo sento dirmi e io gli rispondo con uno sguardo come per dirgli che non sono affari suoi.
Sonny mi guarda alzando le mani e mi indica le sedie sotto al vetro della terapia intensiva, e io cercando di mantenere la calma acconsento con un cenno del capo.
«Tu comincia a parlare!» gli chiedo con calma visto che mi ha detto stanotte che se ne sarebbe occupato lui del interrogatorio.
«Uhm allora si chiama Patriziá Stratton a parte ciò abbiamo potuto appurare che è schizofrenica con un accenno di episodi di paranoia!» mi spiega mentre io annuisco continuando a non comprendere il perché.
" Perché gli ha Sparato? "
" Perché lui? "
" Cosa le ha fatto il mio... Ehm il Procuratore?" tante domande ma non riesco a farle, nessuna vuole vienire fuori dalla mia bocca.
«Uhm!» è la sola cosa che mi esce insieme a un cenno della testa.
«Purtroppo a parte continuare a emettere una sorta di cantilena strana che sembra riferirsi alla sparatoria!»
«Cosa?...» è la sola parola che il mio cervello riesce a formulare.
«Cioè che intendi quale cantilena?» gli chiedo riformulando la frase vista la mia stanchezza.
«Beh si a parte ripetere questa sorta di cantilena, non dice altro! E in realtà non so bene cosa dice: È una sorta di bimba mia o bimbo mio oppure entrambi non piangete più... L'uomo vestito per bene non vi porta via più! È una cosa del genere!» mi dice cercando grosso modo di ricordare le parole al meglio.
«Che... Signific-?» non riesco a finire la frase che i macchinari prendono a suonare e il dottore di prima seguito da due infermiere entrano di tutta fretta.
«Che succede?» chiedo a Carisi che senza dire una parola scuote la testa.
Ci alziamo e guardiamo dentro la stanza, mi sento raggiunta da Lusia e cala il silenzio più totale. " Coraggio amore mio ti prego? " concentro nuovamente verso lui il mio amore, ma una delle infermiere chiude le tende e entra altro personale. Comincia a prendermi sia il panico che il nervoso, e ritorna la frase dii questa notte per questo comincio a camminare avanti e indietro quando esce per un attimo il dottore che ci comunica, ' Beh! ' comunica a Lusia che è stato riportato in sala operatoria anche se le sue condizioni sono poco rassicuranti. Sospiro e mi siedo ' Dio ti prego! ' desidero fortemente che lui viva.
«Voglio parlare con lei?» dico con voce piatta e atona, non posso proprio accettare l'idea di perderlo però okay è ora di riprendere il controllo e soprattutto di portare questa situazione alla conclusione in un verso o nel altro.
In cuor mio spero che sia il verso giusto cioè che Rafael esca dal coma e da questo ospedale. Però se dovesse andare nel verso sbaglio cioè che lui dovesse morire, io non lo avrò perso per niente o almeno non vivrò con il rimpianto di non avergli dato giustizia.

Spazio Autrice: E rieccomi temo che tutto questo vai e vieni dal ospedale senza scoprire niente di concreto, sta cominciando un po a stancare. (Spero di No! 😅) tuttavia con il mio adorato cucciolo che dormire su un braccio e con il telefono nel altra mano spero di avervi portato un buon capitolo almeno. 😘😘 al prossimo capitolo.

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