... Vita o Sogno!

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Una volta in corridoio ci inccaminiamo da un lato in un punto indefinito, l'atmosfera di sogno onnirico non cambia, l'unica cosa che cambia è l'ambientazione. Dalle apparecchiature che erano nella stanza, mi ritrovo in un corridoio sterile e asettico, ma il calore che emana è decisamente più forte di quello freddo è sterile della realtà.
«Uhm?» mi schiarsco la gola come faccio quando vorrei parlare.
«Chiedi pure tesoro!» mi dice mia nonna o meglio il suo fantasma o la sua reminescenza.
«Tesoro non posso semplicemente essere io?» mi chiede lei "semplicemente!" per citare le sue stesse parole, beh in effetti si solo che mi preoccupa non un po ma decisamente tanto.
Sospiro logicamente senza fatica cercando un ipotesi che possa reggere tutto questo, però credo di cominciare a capire è come in quella favola di natale dei tre fantasmi.
«Una cosa del genere ragazzo mio!» mi risponde di nuovo senza che abbia detto o domandato nulla.
Beh alla fine se sono vivo e sono ancora in ospedale, questa è in teoria la risposta che avevo chiesto poco fa. Però se sono morto cosa che mia nonna poco fa ha negato e non, significa che tutto questo è in realtà una sorta di giudizio nei miei confronti. Dopo aver camminato per non so quanto, finalmente ci fermiamo e davanti a me si pongono tre porte bianche, con tre scritte di tre colori diversi.
"Passato!" la prima con la scritta nera.
"Presente!" la seconda in fila con la scritta rossa.
"Futuro!" la terza con la scritta azzurra, e devo ammettere che vedere quella porta mi rassicura almeno un po.
«Quindi una delle mie ipotesi non è sbagliata!» le chiedo mentre lei mi pone una chiave dal colore nero.
Okay ammetto anche che è un po inquietante, prendo la chiave e la guardo.
«Sappi ciò! Quello che troverai li dietro non è una risposta ma bensì una lezione!» ed ecco qui che anche l'altra parte della seconda ipotesi, si rivela altrettanto veritiera.
«E cosa succederà dopo?» le chiedo non avendo seriamente idea di quello che accadrà.
«Questo dipenderà solo e unicamente da te!» mi dice sollevando le spalle.
Fosse per me mi sveglierei al istante per tornare dalla mia Oliv, tuttavia se la vita ha qualcosa da dirmi che ben venga. Ora come ora non posso fare ameno di restare a guardare e aspettare, infilo la chiave e provo a girarla,ma sembra bloccata non si muove ne in un verso ne in un altro.
«Non avere fretta ragazzo mio! Qui il tempo scorre in modo molto diverso che dal altra parte!» mi dice posando una mano sulla mia spalla.
Sospiro e annuncio cercando di capire, non sono nel aldilà ma neanche nella realtà, quindi dove diamine sono? In una specie di limbo, mondo parallelo, tunnel, o qualcosa di simile.
«Mettila cosi! Molti lo chiamano Tunnel altri limbo, come lo chiami, chiami ... Non cambia il suo senso ne quello a cui serve, questo posto ti servirà a fare chiarezza nella tua vita!» mi sento rispondere da mia nonna.
«Okay va bene!» non è facile da accettare in un certo senso, però credo di star cominciando a comprendere la situazione anche se ammetto che è difficile.
«Perciò cosa mi aspetta?» le chiedo posando una spalla contro la porta.
«Ricordi quando hai scelto di essere chi sei?» mi chiede e io sento una sorta di fitta al petto.
Ricordo bene la vicenda e quando è nata, decisi che sarei diventato procuratore quando ero piccolo avevo si e no 10/11 anni allora.
«Ricordi cosa volevi per regalo quel Natale?» mi chiede mia nonna riportando mi qui da lei.
«Si desideravo una di quelle macchine che prendono velocità nelle discese!» la vedo annuire e sorridere, è uno di quei sorrisi che quando era in vita ho sempre amato.
«E invece che cosa ti regalò tuo padre?» un manuale di legge per ragazzi, che ho odiato come non mai. Ricordo che mio padre disse: "Se ho davvero capito chi sei non mi deluderai!" e non lo feci.
«Ho odiato quel manuale di legge finché non ho capito quello che realmente era!» il manuale non ha cambiato chi ero, mi ha solo reso chi sono.
«Ciò che troverai dietro quella porta! Ti mostrerà come sarebbe andata se avessi ricevuto quel altro regalo!» mi spiega indicando la serratura, lo prendo come un invito ad aprire e lo faccio.
Aperta la porta ne trovo altre due in una stanza bianca, una è dello stesso colore della stanza. Con la scritta Possibilità, mentre l'altra è rossa è sopra c'è scritto Realtà. Faccio un passo nella stanza e le tre porte alle mie spalle scompaiono, mia nonna è la sola cosa che resta la guardo e mi indica la porta con la scritta possibilità.
«Va ragazzo! Io sarò comunque con te!» mi dice mentre apro la porta e torno nella della mia infanzia.
Mi ritrovo nel corridoio di casa mia e cammino piano cercando di capire cosa possa esserci di diverso da quella che è stata la mia  realtà, sembra quasi di trovarsi su un vecchio set cinematografico di natale con luci e suoni spenti. Infatti pochi minuti dopo tutto si accende come se qualcuno da qualche parte nel mio cervello avesse premuto un interruttore o una leva insomma quel che sia per far ripartire la corrente, faccio due passi e osservo il corridoio da un lato al altro ma non c'è traccia di nessuno neanche del me piccolo arrabbiato per aver ricevuto un regalo del tutto indesiderato dal mio vecchio decisamente troppo severo anche allora. Resto in attesa non so in realtà di cosa quando la voce di mia nonna mi fa nuovamente voltare, e notando che è nel altra stanza vicino alla finestra della cucina vado verso di lei per capire il vuoto che vedo visto che presumibilmente appunto questo è un mio ricordo.
«Ricordi ciò che hai fatto quando tuo padre ti disse che non avrebbe mai preso quel tipo di regalo perché era una cosa troppo pericolosa!» mi dice mia nonna mentre la raggiungo.
«Si si ho capito in che punto del ricordo siamo! Ma...» e come è già successo più di una volta lei blocca la mia domanda sul nascere.
«Guarda e sta zitto!» mi zittisce anche con un cenno della mano.
Scosta le tende e mi fa cenno di guardare fuori dove vedo un ambulanza un me piccolo in barella e i miei genitori preoccupati, cosa cazzo è successo io sono sempre stato un tipo molto prudente tanto che prima di provare a costruire una specie di macchinina che poi non funzionò feci parecchi calcoli.
«Nel tuo vero ricordo non ha funzionato e te la sei cavata con un labbro rotto e diversi punti al lato del  occhio!» mi ricorda indicando la minuscola cicatrice che ho sul lato del occhio sinistro.
«Qui invece nonostante la tua prudenza i tuoi ripetuti calcoli e le tue attenzioni... non hai messo in conto l'imprevedibile variante di un auto sbucata dal niente!» conclude mentre io torno a guardarla.
Incrocio il suo saggio sguardo e sospiro non ha senso, poteva succedere anche allora e con la macchina che avevo costruito io poteva andare peggio.
«E proprio questo il punto tesoro! Tu hai rischiato sapendo che non poteva funzionare comprendi?» mi fa notare mentre attorno a noi di punto in bianco tutto cambia di nuovo.
Ci ritroviamo di nuovo in ospedale tuttavia inizialmente non siamo al punto di partenza, sono io nello stesso ricordo che vengo soccorso perché comunque l'impatto è stato forte. Forse ora comincio a capire dove vuole arrivare tutto ciò, comincio a capire da quale lato di un aula di tribunale potevo trovarmi mio malgrado ... però nuovamente al improvviso nello stesso momento in cui tutti i macchinari attorno al me piccino cominciano a suonare, sento come una scossa che mi percorrere tutto il corpo, e per un istante tutto scompare... Che sta succedendo ora? Provo di nuovo dolore? Perché? Come? Avverto un dolore lancinante e perforante al polmone, e anche il mio battito sembra venire a mancare.
«No-n-na! M a c h e?» mi piego in due posando una mano sul petto come se volessi trattenere il dolore e la guardo sembra sorpresa anche lei.
«Ti saresti arreso allora ragazzo mio! E lo stai facendo anche adesso... Ti stai ar re n de n do!» anche lei comincia a sparire, e mentre mi tengo il petto piegato in due, come in un acttion med i tempi cambiano novamente e in pochi secondi vedo il me attuale circondato da medici e infermieri che si muovono in maniera caotica e concitata... Che sia sul serio la fine? Non lo so, so solo che mi sento sempre peggio e comincio a cadere in un vuoto oscuro e senza fine.
"Oliv amore mio perdonami! Credo sia finita!" ...

Spazio Autrice: Buona sera giusto due parole! Perdonatemi per i tempi estremamente lunghi, ma da quando lui è uscito dalla serie, (chiedo venia per lo spiler a chi ancora non lo sa 🙏🏻) mi è risultato davvero difficile restare fedele ai personaggi. Poi avendo attraversato un momento meraviglioso ma difficile, mi sono ritrovata a sospendere in sintesi ogni cosa in base alle esigenze del nuovo arrivato nella mia famiglia. 😘❤ Buona lettura e spero che vi continui a piacere.

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