... Sorpresa!

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Il funerale di Rafael è stato una circostanza bruttissima, sepur finta ma comunque lo è stato. Mi sono ben guardata dal coinvolgere Lusia, anche se dopo che Rafael mi ha chiesto se era vero che era tornato. Un po' ho avuto paura che ci fosse stato qualche problema di altra entrata dietro quella domanda, ma quello sguardo e quegli occhi che poche volte ho frainteso erano sereni e lucidi. Logicamente oltre me sua madre, e il medico con la sua equipe nessuno in ufficio sa che si è ripreso, e per ora nessuno deve saperlo. Con un sospiro mi aggiusto la fascia nera sul braccio, si forse è un tentativo assurdo questo, ma nonostante le prove che ha Raf. L'impianto accusatorio potrebbe cedere con un avvocato bravo anche la metà di lui, quindi abbiamo concordato che potrebbe funzionare anche perché l'accusa di omicidio sarà imputata secondo la recita a quella poverina che non c'entra per certi versi nulla. Sospirando guardo fuori dal finestrino ripenso per un attimo agli sguardi dei miei colleghi, alle loro espressioni e al fatto che verso la fine della cerimonia Fin sembrava dubitare che fossi in lutto. In effetti non è stato facile anche se ho cercato di restare neutrale, è stata tutta una strana recita che speriamo serva a qualcosa anche perché ho fatto portare il signor Paul Coriere in centrale. Jack ci ha detto che era d'accordo su questo tentativo, anche se io continuo ad avere i miei dubbi. Solo quando sono salita in macchina e ho incontrato gli occhi, di chi c'è stato seduto per tutta la mattina a osservare la scena che mi sono tranquillizzata almeno in parte. Poi l'autista è partito e non ci siamo detti una sola parola. Forse neanche per lui è stato facile, stare a guardare qualcosa che lo riguarda personalmente anche se è stato lui a proporre questa messa in scena.
«Stai bene?» mi volto verso di lui vestito come sempre in un completo elegante.
Cavolo e quanto vorrei abbracciati, ha il viso rivolto verso l'esterno come chi sa cosa stesse aspettando. Poi eccoli lì i suoi bellissimi occhi che si voltano finalmente nei miei.
«S...mi!» stavolta è lui a baciare me.
«Funzionerà!» mi sussurra sulle labbra mentre mi stringe a se.
«Attento! Guarda che il medico non era d'accordo sul fatto che tu uscissi?» gli dico con un sorriso.
D'altra parte però lui è fatto cosi, è testardo e soprattutto è un guerriero. Sorride a sua volta e ci baciamo di nuovo, okay avremmo dovuto chiarire tante cose però va bene cosi. Mi importa poco ora del perché non mi abbia mai detto quelle parole, quello che mi importa è che ora lo so che le mie orecchie lo hanno sentito.
«Ehi!» mi guarda strano quando gli dico ehi.
Mi chiede che c'è con lo sguardo, e io gli sorrido mettendogli una mano sul viso. Ho come paura che potesse sparire da vicino a me, e dalle mie mani da un momento all'altro.
«Non credo di avertelo detto ma!» neanche stavolta mi lascia finire.
«Se non fosse così non saresti qui ora!» mi dice sorridendo furbo come sempre.
Oh uffa procuratore a volte vorrei che il tuo cervello funzionasse diversamente. A un tratto mi accorgo che non stiamo andando in centrale, ma da un altra parte come se l'autista avesse cambiato destinazione di proposito.
«Ehi!» cerco di chiamare l'autista che è dietro al vetro.
«No ehi Oliv! Va tutto bene sono stato io a chiedere questa deviazione!» mi rassicura Rafael riportandomi con il viso sul suo petto e torna a guardare fuori.
Faccio lo stesso e poggio una mano sul suo petto, ah il suo cuore che batte e il suo respiro... Sono una melodia stupenda, guardo il panorama che scorre e ancora non riesco a capire bene dove siamo diretti. Poi a un tratto lui si gira e mi da un bacio in fronte, per poi rompere il silenzio sceso tra noi.
«So quanto odi le sorprese... Però questa volta dovevo farlo! È una... Mettiamo la così è una sorta di promessa al nostro futuro!»
A questa sua affermazione alzò la testa per guardarlo bene negli occhi, e gli chiedo spiegazioni con espressione perplessa. Ride e vorrei tanto poterlo picchiare non sul serio, vorrei poterlo far parlare con quelle piccole misure non troppo dolorose che si usano quando un partner vuole sapere le cose. Però ricordo a me stessa che è convalescente, sempre bellissimo ma pur sempre convalescente.
«E chi ti dice che mi piacerà?» gli dico sorridendo sia felice che furba.
Alza le sopracciglia un paio di volte e ride, oh mamma quanto mi sei mancato.
«Intuito!» mi risponde sorridendo.
Mi rimetto seduta al suo fianco e sospirando appoggio la testa nella sua spalla, mi sento decisamente meglio di poco fa. Riprendo a guardare fuori stringendogli il braccia sano con una mano, mentre con l'atra gli stringo la mano. "E va bene amore!" vediamo questa presunta sorpresa.

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