...Futuro!

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Sono tornato nel letto e una luce tenue e arancione entra dalla finestra, apro gli occhi lentamente e sono sicuro di questo perché dal buio si aprono due spiragli ovali che inizialmente mi mostrano immagini indistinte. Richiudo gli occhi per la stanchezza mi sento incredibilmente vivo anche se stanchissimo come se avessi corso per giorni, o sostenuto un udienza durata giorni e giorni. Sospirando mi volto verso un punto indefinito dal quale provengono dei rumori, e delle voci indistinte che però sembrano calme nonostante tutto il trambusto intorno a loro.
«Si... Sia...Siamo si...sicu...sicuri?» è la voce di mia madre quella che ho sentito.
Tuttavia però non riesco a sentire il resto, e cerco di riprovare ad aprire gli occhi.
«Tranquillo zio! Hai preso la tua decisione, e per fortuna hai deciso quello che ti si addice di più! Tuttavia è giusto che tu veda in un certo qual modo l'ultima probabilità!» sospirando mi ritrovo in una stanza vuota buia che scompare subito.
Il panorama si trasforma in un panorama di New York è una panchina sul lago, che da una splendida visita su tutta la città solo che su un lato c'è seduta una donna con i capelli bianchi. La osservo e continuo a rimuginare per qualche minuto sulle parole che ho sentito, zio? C'è solo un bimbo che io conosca e che fa parte attualmente della mia vita che mi chiama così. E ora che ci penso, è la stessa voce che mi ha parlato prima che la sensazione di vuoto e nulla mi coinvolgesse di nuovo quando ho provato a raggiungere la porta.
«Eh si zio come sempre la tua mente si muove alla grande!» a un tratto al mio fianco compare un giovane, alto quasi quanto me e vestito con un completo elegante blu.
Ha i capelli biondo castano chiaro, e una barba folta ma non selvaggia no è ben definita. Ha le mani in tasca come sono solito fare io, quando guardo qualcuno o qualcosa di interessante. Infatti sta guardando la donna seduta sulla panchina, lei non sembra essersi accorta che la stiamo guardando. "Beh?" a essere sinceri che lui la sta guardando perché in teoria io non dovrei essere qui.
«Non è proprio così zio!» mi dice il ragazzo che voltando il viso verso il mio, mi fa mancare per un minuto l'aria.
«Noah?» beh non dovrebbe essere poi una sorpresa.
«Ciao zio non mi dire che non lo avevi già supposto!» mi sorride.
Okay si lo avevo dedotto si ma cavolo se non mi assomiglia cosi vestito, e poi accidenti se la mia immaginazione non è più che audace.
«E chi ti dice che non sia io semplicemente! D'altronde penso che tu sappia dentro quale porta sei e rispetto alla realtà dietro quale porta sei!» mi dice sorridendo come se stesse costruendo un impianto accusatorio.
«Okay ...» rispondo senza essere sicuro di  quale probabilità sia.
«Andiamo che il tempo stringe!» mi dice avvicinandosi alla donna seduta sulla panchina.
Lo seguo non avendo altra scelta  d'altronde siamo al atto finale "Forse!" e spero, che non mi sia illuso su come va a finire questa cosa anche perché non saprei bene come definirla. Lui si avvicina alla donna che appena vedo chi è ... Per un frammento mi manca il fiato. "Liv!" io suoi lineamenti sono invecchiati, e i suoi occhi sembrano stanchi e soli come se avesse passato una vita ad attendere qualcuno.
«Ciao mamma!» sposto lo sguardo verso Noah, che le si è chinato davanti prendendole le mani.
Dopo qualche minuto lei lo guarda invertendo la posizione delle mani, dal essere lui a stringere le sue è lei a stringere quelle di lui. Torno a osservare lei perché c'è qualcosa che mi sfugge, osservo il suo abbigliamento sempre elegante. Indossa una camicia verde scura con una gonna nera classica, che per quanto si addica alla sua età non so perché stona in certo senso con la sua bellezza. Sopra porta un cappotto bedge e sul braccio... La fascia nera del lutto! Okkkaay ora cominciano a salirmi dei dubbi. Mi siedo al suo fianco e guardo le sue mani, vorrei poterla toccare nonostante il tempo perché nonostante tutto io la amerò anche così.
«Com'è andata?» chiede a Noha che sorride e guarda me per qualche minuto.
«È andata alla grande mamma!» risponde lui sorridendo soddisfatto e felice.
«D'altronde ho avuto un grande maestro...» guarda me di nuovo per poi tornare a guardare lei.
«L'esempio di un grande maestro!» le dice soddisfatto e sornione.
Lei chiude gli occhi e porta la testa al indietro, prende un bel respiro quasi stesse inalando i sapori del lago.
«Come vorrei che fosse qui con noi ora!» gli dice lei aprendo gli occhi.
«Sono sicuro che più vicino di quanto credi!» risponde lui guardando me.
Allungo una mano per toccarle il braccio, e lei si gira incrociando i miei occhi quasi potesse vedermi. Cala il silenzio e Noah ride battendo le mani per poi alzarsi.
«Beh zio perché allora non esaudiamo questo desiderio? Torna da lei! Torna da noi! Realizza la fine di tutto questo, evita che resti seduta da sola per anni su questa panchina. Evita che si sieda qui per tanto tempo ad attendere qualcuno che sa che non tornerà! Torna da noi!» terminata questa frase mi alzo a mia volta, e tutto scompare mentre nelle mani giunte di Noha compare una chiave azzurra.
Allunga le braccia e me la pone, afferro la chiave giusto in tempo prima di essere avvolto dalla stessa luce di prima. Solo che stavolta tutto torna lucido e chiaro, sento lentamente anche tutti i rumori tornare un poco alla volta.
«Uhmm...» è la sola cosa che riesco a emettere.
Anche se a dispetto del ultima volta, il polmone tira decentemente molto meno.
«Ciao... Bentornato!» alzo gli occhi per capire la fonte del saluto e ... I suoi occhi la mia Liv.
«Liii...v!» il suo sorriso è letteralmente la cosa più bella e paradisiaca che abbia mai visto.
«Adesso ascoltami testone che non sei altro! Non azzardarti mai più a fare una cosa simile!» mi minaccia con un sorriso dolce, ma il suo sguardo e il suo dito  lasciano trasportare la serenità delle sue parole.
«D'a... D'accordo!» le dico con sorriso stanco ma sereno.
Non voglio più lasciarti amore mio, no non me ne andrò cosi facilmente. Ci sederemo insieme su quella panchina, e su tante altre se lei vorrà ora non andrò più da nessuna parte se no con te dove vorrai.
«Adesso dormi! Dopo parliamo delle cose importanti!» mi dice accarezzando la mia fronte con due dita.
Le sorrido e annuisco ... Ora sono decisamente stanco, ma sono sereno perché so che stavo scappando invece di lottare per la persona e quello a cui tengo. Chiudo gli occhi e la sento sedersi al mio fianco, mi prende la mano e sospira.
«Senti lo so, che ti ho detto di riposare ma...» so cosa vuole chiedermi.
«È stato Paul si... E no non troverete nulla di telematico! Dopo quella volta anni fa, si è fatto più furbo! E anche se penso che forse non troverete altro, nel mio ufficio a casa ci sono delle prove! Sono sicuro che lui non sa che io sia in possesso di queste cose!» le dico piano e per fortuna la mia voce non si blocca.
«Si ma potrebbe negare che non siano sue, che siano tutte farneticazioni! E che il fatto che Patrizia ti ha sparato potrebbe non entrarci nulla con quelle cose!» mi dice e in effetti non ha tutti i torti.
Sospirando apro gli occhi e incrocio i suoi, oddio quanto mi è mancata questa sensazione. D'istinto guardo le sue labbra leggermente socchiuse, e quanto vorrei baciarle. Lei sembra quasi intuire i miei pensieri e prima mi sorride per un istante, come se l'idea le piacesse. Poi si abbassa verso di me ... E un secondo dopo le nostre labbra sono le une sulle altre. Okay "Dio mio!" se è un sogno non svegliate mi, se sono morto va bene cosi lasciatemi qui. Se è la realtà "Dio amore mio ti prego continua!" va bene Raf torna alla razionalità per favore, dopo un po si stacca ma mi bacia con tenerezza e a intermittenza.
«Sono vivo dunque! Chi altri lo sa oltre te mia madre e i medici?» si okay è un affermazione stupida detta da me però ho in mente un piccolo scherzo per far crollare Paul.
Lei alza un sopracciglio e mi guarda, poi storce leggermente le labbra e mi guarda capendo come succede sempre tra di noi "oh amore!" che bello essere tornato.

*Spazio Autrice* Okay so di aver scelto Zac Efron come la versione grande di Noah, ma che posso dirvi... L'ho visto e ho pensato che fosse perfetto. 😘

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