... Sintonia e Serenità!

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Dopo la lunga giornata passata in ufficio, non me la sono sentita di tornare a casa lontano da Rafael. Quindi sono andata a prendere Noah chiedendo alla babysitter di preparare una borsa con le mie e le sue cosce, dopo averla congedata per i prossimi giorni, sono partita subito per andare da lui ho bisogno di stare con lui. Devo riconnettermi a quella che è la realtà, ho bisogno di lasciare questa faccenda dietro la porta del mio ufficio. Qui fuori ho bisogno di lui e di sapere che è realmente tornato, so che è stato portato in una casa sicura fuori New York. Ed è lì che sono diretta ora con il mio cucciolo al mio fianco, e la città che un po alla volta scompare. È una casa a pochi metri dalla città anche se si trova su un lotto di terra circondata dal verde. Appena arrivati la stessa guarda che questa mattina era con lui mi ferma, poi appena apro il finestrino mi guarda sorpreso di vedermi e lancia uno sguardo al mio stupendo bimbo che dorme. Dio dammi la forza di non reagire, mi schiarisco la gola e richiamo la sua attenzione.
«Sergente buona sera.. Lei!» prima che possa dire le solite cose lo blocco sul nascere.
«Senta posso stare qui! Devo parlare con il procuratore di "Noi!" una cosa importante sul caso!» gli dico tenendo il "Noi!" per me mentre lui mi guarda a bocca aperta quasi non sapesse bene cosa rispondere.
Poi a un tratto l'auricolare che ha nel orecchio, gli si illumina e lui risponde un si signore. Mi volto verso il cancello e nascosta su un pilastro, noto una piccola luce e deduco che sia stato il mio uomo a dare ordini.
«Prego mi scusi non ero stato avverto!» si scusa lasciandomi passare.
Sorrido inconsciamente sperando che non mi abbia vista, e trionfante penso un: "Oh finalmente!" ora posso passare ore a chiacchierare con lui e soprattutto in sua compagnia. Forse avrei dovuto avvertire Rafael che sarei venuta, anche se dal espressione felice e furba che ha appena lo vedo uscire per accoglierci sembra più che felice di vederci. Illumino tutta la sua bellissima figura, e qualcosa un meccanismo dentro di me scatta. Sento degli ingranaggi che si muovono e rimettono al loro posto qualcosa, come quando un computer carica i propri programmi o un programma appunto carcha tutto il suo contenuto. Parcheggio poco lontano dal portico aperto dove lui si trova, apro la portiera e lo vedo venire verso di me. Si è cambiato rispetto a questa mattina, ora porta dei pantaloni da casa bedge chiaro e una maglietta bianca sopra con una vestaglia, simile a un lord o un conte. No che non stia stupendamente, altro sta più che bene solo che mi fa un po strano, però okay è anche normale visto l'orario in cui siamo.
«Buona sera!» mi saluta con voce informale e c'è più di una punta di allegria nel suo tono.
«Ciao buona sera!» gli rispondo scendendo e per un attimo resto ferma sui miei passi.
Ci guardiamo per qualche istante entrambi  nella stessa posizione, poi è lui a sciogliere le nostre pose rigide. Mi prende per mano e come questa mattina mi porta verso di lui. Gli vado incontro e lo abbraccio guardandolo negli occhi mentre mi sorride, gli accarezzo il viso cominciando finalmente a riprendere il controllo sulla mia realtà. Mi sorride ancora di più e accidenti quanto amo il suo sorriso, sorrido a mia volta e lo bacio. Non ha il tutore alla spalla, però porta il braccio con una fascia al collo e noto che un foluer.
«Come mai sei qui?» gli chiedo come se l'estraneo fosse lui e non io.
«Questa è la stessa casa sicura dove si trova mia madre! Ha voluto che stessi qui con lei!» mi risponde guardando verso casa.
Ora mi spiego il foluer che porta al posto del tutore, e io che speravo di poter stare un po' con lui senza nessuno eccetto Noah. Mi guarda e ride sembrando intuire subito i miei pensieri come ogni volta, ride mi bacia e poi mi stringe a se portando la mia testa sul suo petto. Respiro a fondo chiudendo gli occhi e sentendo il suo buon odore di dopo barba e primavera ritorno finalmente alla realtà, anche perché il suo respiro e il battito del suo cuore sono la melodia più bella della mia vita.
«Tranquilla amore! Per mia madre questa è la realizzazione di un sogno, che mi ha chiesto da non so quanto!» mi rassicura parlando nel mio orecchio.
Sospira come se anche lui fosse tornato alla realtà tutt'a un tratto, strofina il mento sulla mia testa e mi da un bacio sulla tempia, mentre io alzo il viso per baciarlo sulle labbra e aprendo gli occhi  ripeto il bacio per diverse volte.
«Che vorresti dire?» gli chiedo perplessa.
«Guarda!» mi risponde semplicemente.
Mi volto e mi accorgo che Lusia sta prendendo Noah dalla macchina, in un altra circostanza e forse in un altro momento mi sarei arrabbiata, solo che in questo momento non riesco a vedere niente di più giusto di questa scena. Una nonna che prende il proprio nipotino tra le braccia, e che se lo porta dentro con se.
«Ah ora capisco che intendi!» gli dico dolcemente, vorrei restare qui abbracciata a lui ancora un po.
«Buona sera cara! Non ti dispiace se lo porto dentro vero?» mi chiede Lusia mentre io annuisco per dirle che non ci sono problemi.
«Bene io vi aspetto dentro! Tesoro vedi di non prendere freddo!» dice la prima frase a entrambi, mentre la seconda solo a Rafael che sospira mentre io sorrido a tutta la scena. È incredibile che mi senta così bene, ma è la verità adesso qui racchiusa nel suo abbraccio, non mi importa più di nulla del mondo esterno anche se so che i cattivi non vanno in vacanza.

Spazio Autrice: E niente so che sono strana, però questo capitolo mi è uscito così, quindi ho pensato fosse giusto portarvelo un 😘 buona lettura al prossimo capitolo.

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