~Capitolo 14~

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La ragazza si chiuse la porta alle spalle, aprì il rubinetto dell'acqua calda e, appena si scaldò un po', si fiondò nella doccia. Sentì le gocce d'acqua percorrerle la schiena e inziò a pensare a quello che era successo la notte scorsa. Pian piano i ricordi gli tornarono alla mente e man mano che raffioravano la pelle del suo viso si tingeva di un rosso sempre più intenso. Ormai aveva ricordato ogni singola cosa... Tenko, o per meglio dire Tomura, l'aveva aiutata... le aveva dato nuovamente quella strana sensazione così piacevole che la faceva sentire a casa.
I suoi pensieri vennero interrotti da alcuni rumori provenienti dalla stanza affianco.

"(T/n)? (T/n) ci sei? Sei ancora lì dentro?" La voce del celestino aveva un tono divertito

"Ehm si si ci sono, tranquillo." Rispose lei.

"Sei sotto la doccia da circa 30 minuti attenta a non prendere freddo. Hai già la febbre vorrei evitare di passare un'altra nottata in ansia, quindi muoviti a uscire." Il ragazzo rise alla fine della frase. Era strano. Ma era vero. Stava ridendo. Quella ragazza lo stava davvero cambiando. Che fosse un bene? In quel momento non gli importò minimamente. Voleva solo stare con lei. Con lei e nessun altro.

"Va bene MAMMINA, ora esco." La ragazza uscì dalla doccia e trovò dei pantaloni e una maglietta a maniche corte. Raccolse i capelli in un turbante con un asciugamano e si cambiò. I vestiti erano impregnati del profumo del celestino così dolce e intenso. Uscì dal bagno con l'asciugamano al collo con cui si strofinava i capelli umidicci e puliti. Il celestino era seduto su un divanetto davanti ad una televisione con in mano un controller. Era molto concentrato sul gioco e non aveva notato la (C/c) che restò li a guardarlo giocare divertita.

"Dio po- ciao (T/n) sei uscita finalmente." Aveva probabilmente appena perso una partita quando notò la (C/c) osservarlo curiosa.

"Che fai resti li a guardarmi perdere o mi vuoi aiutare a vincere?" Disse il ragazzo sventolando un secondo controller. La ragazza si sedette di fianco a lui che le porse il controller.

"Come funziona?"

"Per usare il controller devi cliccare questi tastini colorati, vedi questi qui piccini piccini." Disse il ragazzo con tono strafottente.

"Ah ah gne gne divertente." Disse lei facendogli la linguaccia. Il ragazzo rise per poi prendere la (C/c) per i fianchi, sollevarla e appoggiarla tra le sue gambe incrociate. La ragazza rimase abbastanza stupita da quel gesto e alzò il capo per guardare il celestino.

"Che c'è non stai comoda? A proposito ti piacciono i miei vestiti?"

"Si, sono molto fashion. Appartengono allo stile 'sto sempre in casa e non esco mai perché non ho vita sociale'?" Rispose lei ridacchiando.

"Esatto. Come hai fatto a indovinare?" La ragazza abbassò il capo dopo un'ultima risata e si concentrò sul videogioco. Dopo qualche minuto aveva già capito come funzionasse e si mostrava molto interessata. 

Venne distratta per un secondo da un leggero peso che si era posato sulla sua testa. Alzò lo sguardo senza muovere il capo e scorse delle ciocche celesti sopra di lei: l'azzurrino sveva appoggiato il capo sulla sua testa e dopo poco la circondò con le braccia.

"Guarda che non scappo mi-" La ragazza non riuscì a finire la frase perché inziò a tossire.

"(T/n) sicura di stare bene? Forse é meglio se per oggi stai a letto a riposarti..." Disse il celestino evidentemente preoccupato.

"No Tenko dai mi sto divertendo! Per favore ancora 10 minuti!" Disse la ragazza facendo una faccia ebete. L'azzurrino scosse leggermente il capo e acconsentì alla richiesta della (C/c). 

I due continuarono a giocare e i 10 minuti si trasformarono presto in un paio di ore. Avevano appena finito una partita e il ragazzo notò che la (C/c) si era appoggiata al suo petto e la chiamò con voce calma e dolce. La ragazza non rispose al celestino e si rannicchiò di più contro il petto del ragazzo. Si era addormentata. L'azzurrino la posò delicatamente sul letto cercando di non svegliarla e poi uscì dalla stanza chiudendola a chiave: non voleva che qualcuno entrasse nella sua stanza e soprattutto ora che c'era (T/n).

La ragazza si svegliò dopo un paio di ore trovando la stanza vuota. Si stiracchiò per poi lasciarsi cadere sul morbido materasso del letto. Restò così per un po': aveva perso la cognizione del tempo e non aveva voglia di fare nulla, non doveva andare a scuola o fare compiti quindi si limitò a godersi la pace e il silenzio che governavano nella stanza. 

I due passarono i giorni seguenti insieme in quella stanza uscendo per farsi un giro all'aperto ogni tanto. Il suo cellulare si era rotto dopo la nottata sotto la pioggia ma in ogni caso in quel momento non aveva bisogno di nessuno. Tenko la faceva stare bene: non le dispiaceva passare intere giornate a parlare con lui di ogni argomento possibile ma si sentiva comunque incompleta. Qualcosa mancava. 

Era quel qualcosa che compariva magicamente ogni volta che il celestino la toccava o l'abbracciava o mostrava un qualsiasi tipo di affetto. (T/n) non sapeva bene cosa fosse quella sensazione ma più il tempo passava più la soluzione a quel dilemma era solo una una: che fosse amore

Ogni volta che pensava a Tenko in quel senso diventava simile a un peperone e nascondeva il viso tra le mani per non farsi vedere dall'azzurrino. Questa sensazione si fece man mano più persistente e (T/n) iniziò a sentirsi sempre più oppressa perché il non poter dimostrare a Tenko i suoi veri sentimenti, le emozioni che provava ad ogni loro tocco la stava facendo impazzire. Alla fine l'amore cos'è se non il sentirsi finalmente liberi da ogni vincolo che separa due persone attratte reciprocamente? 

Un giorno, spinta da uno strano impulso di coraggio, la (C/c) aveva finalmente deciso di superare quel muro immaginario che li separava. Si comportò in modo molto agitato per tutta la giornata e questo fece preoccupare assai il celestino, che decise di chiederle che le stesse succedendo.

"(T/n) si può sapere che ti succede oggi? C'è per caso qualcosa che ti preoccupa?" A quella domanda la ragazza arrossì in modo molto evidente e cercò di nascondere il viso tra le ginocchia senza molti risultati. Il ragazzo sospirò per poi sorridere. Avvicinò la sua mano alla ragazza accarezzandole il viso per poi prendere il suo mento con due dita e avvicinarlo verso il suo viso. I visi dei due erano a pochi centimetri di distanza e i loro respiri si sincronizzarono.

"Non é che ti é venuta di nuovo la febbre?" Disse il ragazzo ridacchiando e avvicinando ancor di più i loro visi. In un certo senso aveva ragione: la ragazza aveva la febbre, febbre d'amore. 

I loro visi erano pericolosamente vicini, i loro nasi si sfioravano e i loro occhi si studiavano. Un movimento. Un leggerissimo movimento da parte del celestino.

E successe.

Spazio autrice
Viva la suspence. Spero vi piaccia questo capitolo, ci ho messo un po' per scriverlo al meglio. Ci vediamo al prossimo capitolo miei cari lettori!

-Anita-

Do you remember me? {Shigaraki x reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora