Mi svegliai grazie alla luce del sole che arriva dalla mia finestra. Ieri sera non ho neanche chiuso le persiane, avrei rischiato di far entrare un ladro in casa. Scesi a fare colazione, dove trovai mia madre intenta a bere del caffè.
«Beth, tesoro, stai bene? Ieri non sei scesa per la cena...»
«Sto bene, mamma. Ieri non avevo fame.» risposi. Appena finita la colazione, salii in bagno e mi sciacquai il viso, poi andai in camera per vestirmi. Indossai una maglietta a maniche corte verde ed una felpa blu mare, poi dei leggings neri con sopra degli shorts di jeans e degli anfibi bianchi. Lasciai i miei lunghi capelli rossi sciolti e mi truccai con una sottile linea di eye-liner ed un po' di mascara, come faccio sempre, perché mi piace l'effetto che ha sui miei occhi grigio-verdi.
Presi il mio zaino, salutai mia madre e scesi le scale. Sotto casa c'era Jack che mi stava aspettando. Lo salutai e poi ci incamminammo verso la scuola.Il resto della giornata andò benissimo.
Usciti da scuola ci incamminammo verso casa insieme a Kiara e a Martin. Ad un bivio ci dividemmo ed io e Jack andammo avanti da soli. Sotto casa mia si fermò e mi baciò di nuovo. «Ci vediamo domani, piccola» Mi disse
Piccola?
«A domani» risposi e risalii a casa pensando a lui.
I miei pensieri vennero interrotti da mia madre: «Come è andata oggi a scuola?»
«È andata benissimo, mamma.» le risposi sorridente.Dopo qualche settimana, i giorni erano tutti uguali. Jack veniva a prendermi la mattina ed insieme andavamo a scuola. Ogni pomeriggio studiavo per le verifiche e andavo a letto sfinita. Giorni monotoni, senza colore, in cui sentivo nascere a poco a poco qualcosa tra me e Jack che andava ben oltre la semplice amicizia.
Una mattina dei primi di febbraio, Jack venne a prendermi come al solito. Mia madre, che ormai lo conosceva come se fosse un vecchio amico di famiglia, lo fece accomodare sul divano. Io intanto andai a vestirmi.
Scesi di sotto ed uscii di casa, trascinando Jack che si stava subendo i racconti di mia madre.
Una volta fuori, iniziammo a camminare verso la scuola. Ad un certo punto, sentii Jack parlarmi «Devo dirti una cosa.»
«Dimmi.» risposi, guardandolo negli occhi.
Lui, in evidente imbarazzo, abbassò la testa e si portò una mano dietro la nuca.
«So che ci conosciamo da poco, ma sento di provare qualcosa per te. Qualcosa di più forte della semplice amicizia.» si fermò, e mi guardò negli occhi «Perché dovrei usare le parole?» in quel momento tutto intorno a me scomparve. C'eravamo solo io e lui, le nostre labbra dolcemente unite. Poggiai le mani sulla sua nuca, intrecciandole ai suoi folti capelli mori. Lui mise la sua mano destra tra i miei capelli e la sinistra sul mio fianco. Avrei voluto che quel momento non finisse mai.
Fummo interrotti dalla voce di Martin e Kiara, che urlavano «Ehi piccioncini! Se non vi sbrigate faremo tardi alla lezione di algebra!»
Imbarazzatissimi ci staccammo e ci avviammo verso la scuola, insieme ai nostri amici.Il resto della giornata andò benissimo. Niente verifiche o interrogazioni, sono stata serena tutto il giorno.
Tornai a casa, sempre accompagnata da Jack. Mia madre mi aspettava in salotto.
«Ciao tesoro. Come è andata oggi a scuola?»
«Bene, anzi benissimo.» risposi sorridente.
«Sono contenta! Non ce la facevo più a vederti soffrire per via di Jeff...» È vero... Jeff... Me ne ero completamente dimenticata.
«Sai mamma, Jeff si pentirà presto di quello che mi ha fatto. Vedrà quanto sono felice senza di lui!» Dissi ed andai in camera a studiare.
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Non mi lasciare sola
RomanceSaremo un unico respiro dopo infiniti attimi di apnea. *COMPLETATO* © 2015 by misjudgement