13. [Thanks friend]

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Devo trovare John Florence.

Le 17,23. Facevo ancora in tempo a cercarlo ed a parlare con lui. Indossai la mia giacca nera e mi incamminai verso la porta. Avevo appena afferrato la maniglia, quando una mano si posò sulla mia spalla. Mi voltai, e trovai il familiare viso di mia madre che mi guardava preoccupata.
«Beth... Lo so che c'è qualcosa che non va. Se vuoi dirmelo, o semplicemente sfogarti, io sono qui. Sono pur sempre tua madre. » e a quel punto sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi, che assomigliava tanto al mio.
Ricambiai ed uscii. Mi incamminai verso la caserma della polizia. Presi il mio telefono e lasciai partire una canzone a caso. Take me to church di Hozier.
Camminavo a ritmo delle note di quella canzone, intanto pensavo a quello che era il mio presente. A Jack, che mentre mi stavo facendo i cavoli miei era in ospedale perché aveva avuto un attacco cardiaco ed aveva bisogno di supporto.
Pensai a mia madre, che mi voleva bene e che mi sosteneva e che in quel momento era in casa a capire cosa aveva sbagliato con me. Pensai a Kiara e Martin, che erano miei amici e che li stavo lasciando soli, per i miei interessi personali. In quel momento sentii i sensi di colpa avvolgermi.
Sono un'egoista.
Mi ripetevo. Continuavo a camminare mentre nella mia testa risuonavano solo quelle parole, e il ritornello della canzone.

Take me to church
I'll worship like a dog at the shrine of your lies
I'll tell you my sins and you can sharpen your knife
Offer me that deathless death
Good God, let me give you my life.

I miei pensieri vennero interrotti dal telefono che squillava. Controllai sullo schermo il mittente. Kiara. Misi in pausa la canzone e risposi.

"Ciao Kiara."

"Ciao Beth. Dove sei? Tua madre mi ha chiamata e mi ha detto che eri andata via senza dire neanche dove eri diretta! Ci hai fatto preoccupare tutti, Told!"

"Scusa. Comunque sto andando alla caserma di polizia. Devo cercare John Florence, non ricordi?"

"Ah giusto. Vengo anch'io. Adesso dove sei?"

Non volevo dirglielo. Volevo stare da sola. Però cedetti. Lei era la mia migliore amica, mi aveva sempre sostenuto. Sarebbe stata accanto a me anche allora, che era un momento particolarmente difficile.

"Sono a Royal Street. Vieni da sola. Non portarti Martin dietro come fai sempre."

"D'accordo. Arrivo. Comunque non mi porto sempre dietro Martin!"

"Va bene. Se lo dici tu..."

Kiara riattaccò, così mi sedetti su una panchina aspettando il suo arrivo. Feci ripartire la canzone.

If I'm a pagan of the good times
My lover's the sunlight
To keep the Goddess on my side
She demands a sacrifice

Guardai di fronte a me. Una coppietta passeggiava mano nella mano. Li osservai per un po', e poi sorrisi. Avrei voluto che al posto loro ci fossimo stati io e Jack, ma lui era in ospedale ed io avevo un compito da svolgere. Dovevo trovare il bastardo che aveva ucciso un uomo innocente, che oltretutto era mio padre, lasciando sua moglie ad accudire una bambina di soli dieci anni da sola.

Drain the whole sea
Get something shiny
Something meaty for the main course
That's a fine looking high horse
What you got in the stable?
We've a lot of starving faithful

Una lacrima attraversò il mio viso, poi un'altra, ed un'altra ancora. Senza accorgermene stavo piangendo. Lacrime amare, tristi, che rigavano le mie guance per poi finire sulla mia giacca, bagnandola. Lacrime, che però scendevano accanto ad una bocca aperta in un sorriso, perché ero triste, ma allo stesso tempo felice. Una felicità immotivata, che mi attraversava il corpo fino ad arrivare alla mente, che riproduceva ricordi felici e solari di tutta la mia vita.

Non mi lasciare solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora