18. [Second day]

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Mi sveglio. Odio il lunedì. Spengo la sveglia e scendo le scale per andare a fare colazione. Poi vado in bagno e mi vesto con gli abiti che indosso di solito per andare al bar, ossia la maglietta con scritto "Frozen", i pantaloni neri e le Converse. Mi trucco ed esco di casa, per poi dirigermi verso il bar.

Appena entro trovo Jack ad aspettarmi seduto ad un tavolo. Giusto. Oggi è il secondo giorno. Mentre vado dietro il bancone, lo vedo alzarsi e dirigersi davanti a me. Mi sorride. Non riesco a resistere, quindi sorrido anche io.
«Oggi sei libera.» dice, mentre mi guarda con uno sguardo da bambino.
«Come?!» la mia mascella sta per cadere a terra «Si, sei libera.» continua lui «Ho chiesto a Mike se potevi prenderti un giorno di ferie, e lui ha accettato.»
Non so se essere felice o furiosa. Felice perché così non dovrò lavorare e dovrò passare tutto il giorno con lui. Furiosa perché ha deciso per me. La mia parte felice prende il sopravvento e sorrido.
Esco dal bar insieme a lui e ci dirigiamo verso casa mia, per cambiarmi. Entro in macchina al posto del guidatore.
«Visto che sono l'uomo dovrei guidare io, non credi?» mi chiede.
Sorrido e gli rispondo: «Gno.»
«Sicura?» non vuole proprio mollare.
Faccio una faccia più seria del normale ed annuisco. Lui, dapprima mi fa lo sguardo da cucciolo bastonato, poi, vedendo che non funziona, inizia a farmi il solletico.
«No... Ahahahahah... B-Basta!» dico mentre continuo a ridere.
«Solo se mi fai guidare.» bastardo. Mi guarda e ride nel vedermi soffrire il solletico.
«V-Va... Ahahah... Va bene!» mi arrendo tra una risata e l'altra. Lui smette di farmi il solletico e scende dalla macchina, poi apre la mia portiera e mi fa scendere, per poi sedersi al posto del guidatore. Io imbronciata incrocio le braccia e faccio il labbruccio, ma non funziona. È impassibile.
Partiamo e, come al suo solito, non mi fa sapere niente sulla destinazione.

Pochi minuti dopo arriviamo. È un cinema. Mi volto verso di lui e lo trovo a guardarmi, poi gli sorrido.
Mi mette il braccio intorno alle spalle e fa per avviarsi verso il cinema, quando lo fermo.
«Ehi!» esclamo «Cos'è tutta questa confidenza?»
Ridacchia, poi mi risponde: «Dai, solo per adesso.»
Guardo un secondo i suoi occhi. Errore. Mi perdo in essi e non dico niente.
«Chi tace acconsente.» lo sento dire, beffardo.
Mi "risveglio" e lo guardo stranita «Ehi... Oh, d'accordo.»
Così, con il suo braccio sulle mie spalle, ci avviamo verso il cinema, come una coppia di amici.
Decidiamo di fare una "Maratona cinematografica", che durerà fino alle 15,00. Consiste in una serie di film di generi diversi, così siamo riusciti ad accontentarci.

I primi due film erano un horror e un cartone animato. Mentre vedevamo l'horror sono rimasta attaccata al braccio di Jack durante tutta la durata del film, urlando come una dannata mentre lui si rotolava dalle risate.
Invece il cartone animato era molto carino e mi sono divertita a vedere Jack che dormiva sul sedile. È così bello... Okay, torniamo alla realtà.
Adesso sta partendo il terzo film. Una storia d'amore. Può andare peggio di così?
Verso la metà del film mi accorgo che Jack mi sta guardando. Mi volto e lo osservo, mentre sul suo volto compare un piccolo sorriso. Si avvicina sempre di più, mentre io rimango ferma, senza muovermi, ancora non concependo quello che sta succedendo intorno a me. Vedo solo i suoi occhi, quei due zaffiri puntati su di me. I nostri sguardi si incatenano. Azzurro e verde, verde e azzurro. Due lucchetti inseparabili, finché resteremo in vita.
Si avvicina, e le nostre labbra si stanno per toccare, quando tutte le luci si accendono. Salvata per la seconda volta. Mi alzo dal sedile e vado verso il bar, per prendere qualcosa prima che il film ricominci.
«Buongiorno. Desidera qualcosa?» dietro al bancone c'è un ragazzo moro, con gli occhi color cioccolato.
«Un cappuccino, grazie.» il ragazzo va un attimo via e poi torna con il mio cappuccino. Pago e mi siedo ad uno dei tavoli del bar.
Sulla sedia di fronte alla mia si siede un ragazzo. Non noto neanche chi sia, sono troppo impegnata a bere il mio cappuccino.
«Ehi Beth, non si saluta?» mi stacco dalla tazza e osservo il mio amico Jeff, seduto di fronte a me.
«Ehi ciao Jeff. Che ci fai qui?» sorrido, per poi scoccargli un bacio sulla guancia.
«Aspetto che Sonya prenda il suo caffè. Tu?» mi chiede, anche se dal suo sguardo si vede che sa già quello che ci faccio qui.
«Sono qui con... Jack.» a sentire il suo nome sembra innervosirsi. Allora non lo sapeva...
«Perché?» il suo tono di voce si fa freddo, impassibile, serio. Lo osservo un secondo per decidere sul da farsi, poi gli rispondo: «Mi ha invitata a vedere un film come due amici, niente di più.»
Non gli dico del nostro "quasi bacio". Dopotutto non è mio padre...
Abbassa lo sguardo un momento, poi lo vedo alzarsi ed andare verso Sonya, prenderla sottobraccio ed andarsene, senza neanche salutarmi.
Non so il perché, ma questo gesto mi ha fatto estremamente male. Lui è il mio migliore amico.
Termino il mio cappuccino e mi alzo, per poi andare verso la sala cinema.

Durante tutta la durata del film Jack ha guardato lo schermo con uno sguardo quasi deluso. Mi sto sentendo male a farlo stare così.
Usciamo, senza neanche spiccicar parola. Arriviamo alla macchina e lui si siede al posto del guidatore. Lo lascio fare, non mi va di parlare con lui.
Entro il macchina nel posto del passeggero e chiudo lo sportello, per poi allacciare la cintura. Jack accende la macchina e partiamo.

«Posso chiederti una cosa?» dopo minuti interminabili lui rompe il silenzio con la sua domanda.
«L'hai già fatto.» rispondo, senza staccare gli occhi dalla strada.
Lui ridacchia, poi dice: «Quel bacio non dato, se non si fossero accese le luci del cinema, me lo avresti concesso?»
Non so cosa rispondere. Distolgo lo sguardo dall'infinita striscia di asfalto grigio scuro, bagnata e resa scivolosa dalla pioggia, illuminata solo dalla fioca luce dei lampioni e dai fari della mia auto. Osservo il ragazzo vicino a me. I capelli castani, i lineamenti delicati e perfetti, quelle labbra che mi fanno venire voglia di baciarle e per ultimo, ma non meno importante, quegli occhi. Mio dio quegli occhi. Mi hanno fatta perdere in loro tante di quelle volte che neanche io ormai so quante. Quei zaffiri dai quali trasparisce ogni sua emozione, e che adesso sono spenti e scuri.
«Forse...» mi limito a rispondere, poi torno a guardare la strada, come se alla fine di essa ci fosse qualcosa che mi aiutasse a decidere e ad essere me stessa.
Non sembra tanto soddisfatto della mia risposta, infatti non dice niente e si limita a guardare la strada, stringendo il volante tra le mani così tanto che le nocche diventano bianche.

Parcheggia l'auto sotto casa, poi esce. Sta per andarsene, quando lo fermo per un braccio. Lui si gira e mi guarda triste, quasi disperato. Poi mi da un bacio sulla guancia.
Entro in casa e mi butto sul letto. Due baci rifiutati in due giorni. Non riuscirò a salvarmi per sempre. Un giorno riuscirà a baciarmi, e aspetterò quel giorno impazientemente, perché muoio dalla voglia di unire le nostre labbra dopo tanto tempo.

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¡Ciao a tutti!
Scusate se ho pubblicato questo capitolo con un giorno di ritardo. Ho avuto tantissimo da fare e non ho avuto tempo per scriverlo. Adesso però ecco qui un capitolo nuovo di zecca! Spero vi piaccia!

Refuse to sink
~ Hope

Non mi lasciare solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora