9. [An invited unwanted]

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«Jeff.» dissi sputando quelle parole con disgusto «Cosa ci fai qui?»
Lui non mi rispose, si limitò a fissarmi con uno sguardo tra il dispiaciuto e il furioso.
«Allora, ti ho chiesto: che ci fai qui?» dissi scandendo per bene parola per parola e alzando di un po' il tono della voce.
Solo allora mi accorsi che la musica aveva smesso di suonare e tutti ci stavano fissando.
Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante Jack iniziò a parlare. «Andiamo via Beth..»
Mi girai fissandolo e poi feci per andarmene, quando una voce alle mie spalle mi fermò. «ASPETTA!» mi girai e lo fulminai con gli occhi.
«Sei stato invitato a venire?» gli dissi sputando ogni singola parola.
«No.» Mi rispose, ma prima che potessi controbattere si alzò e mi disse «Sono venuto perché dovevo parlarti.» poi ripose il suo sguardo su Jack «In privato.»
«Io non ti lascio da sola con quello.» mi disse lui fissando Jeff. «Stai tranquillo, non mi succederà niente.» gli dissi e lo baciai. Dopo un po' sentii che Jeff tossiva per attirare la mia attenzione.
Lasciai la mano di Jack e seguii Jeff nel parcheggio. Arrivammo in un luogo isolato e illuminato solo dalla luce fioca di un lampione. Stava iniziando a fare buio, quindi quel posto era abbastanza inquietante. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, mentre lui mi fissava con uno sguardo strano, un misto tra dispiaciuto e divertito. Io lo fissavo seria, accennando solo alla rabbia, con le braccia incrociate e nei miei occhi verdi brillava una luce di odio.
Spezzai il silenzio iniziando il discorso: «Che mi dovevi dire?»
«Che ti amo ancora» mi disse sorridendo. Mi prese le braccia bloccandole, mi mise spalle al muro e mi baciò. Io ero rimasta sorpresa del suo gesto, ma poi mi accorsi di quello che stava succedendo ed iniziai a muovermi per togliermelo di dosso, ma lui era più forte di me ed io non ci riuscivo. Quando si staccò mi sorrise e disse: «Ancora non l'hai capito? Tu sei e sarai solo mia.»
Ero sconvolta da quelle parole. Lo spinsi via ed iniziai a scappare. Lo sentivo chiamare il mio nome ma io non mi voltai.
Entrai nel locale e cercai con lo sguardo Jack, poi lo trovai mentre era seduto al bancone del bar. Gli andai incontro ed iniziai a piangere.
«Piccola cosa è successo?» mi disse lui con aria preoccupata mettendo il suo braccio intorno al mio collo.
«È... è stato... J-Jeff... Lui m-mi ha baciata... ha d-detto che sono e s-sarò sempre e solo sua...» gli risposi tra un singhiozzo e l'altro.
Nei suoi splendidi occhi azzurri si accese un lampo di rabbia «Io gliela farò pagare a quel bastardo!» disse alzando la voce, poi mi guardò e dolcemente continuò: «Senti, visto che mia madre è fuori per lavoro, che ne dici se adesso andiamo a casa mia solo io e te?»
«D'accordo» dissi abbozzando un sorriso e poi mi baciò. Ci incamminammo verso casa sua e appena arrivati mandai un messaggio a mia madre per non farla preoccupare.
Decisi di prepararmi per andare a letto, però io non avevo niente di comodo da mettermi per dormire.
«Jack...» lo chiamai «Non ho niente da mettermi per dormire...»
«Se vuoi ti presto una mia felpa, ti starà un po' grande, ma almeno sarai comoda.» mi disse e poi prese una sua felpa blu scuro dal suo armadio ed io andai in bagno a cambiarmi. Era lunga fino a metà coscia, ed in quel momento pensai a quando fossi bassa in confronto a lui.
Andai in camera e trovai Jack a torso nudo sul letto. Mi sdraiai vicino a lui ed iniziammo a baciarci. Dopo un po' ci spingemmo oltre il bacio...

-La mattina seguente-
Mi svegliai con un sorriso stampato in faccia. Era stata la notte più bella della mia vita. Jack stava ancora dormendo ed io lo svegliai con un bacio.
«Hey... Buongiorno amore.» mi disse con la voce ancora impastata per il sonno.
«Buongiorno anche a te.» gli risposi e lo baciai nuovamente.
«Che ne dici se andiamo di sotto a fare colazione?» disse e il mio stomaco rispose da solo.
«Lo prendo per un si?» mi chiese «Ma certo! Andiamo dai.» dissi e ci alzammo dal letto. Mi rimisi la felpa ed andammo al piano di sotto, dove Jack cucinò delle frittelle. Erano buonissime.
Dopo andammo a cambiarci, ma visto che non avevo niente, mi misi la sua felpa ed un suo paio di pantaloni. Poi misi le scarpe che avevo ieri sera. Ci incamminammo verso il parco e ci sedemmo su una panchina. Dopo un po' mi arrivò un messaggio.

"Ma quanto siete carini! Se solo ci fossi io al posto di lui..."

Terrorizzata controllai chi mi aveva mandato il messaggio, ed ancora più spaventata vidi che il mittente era...

Jeff.

Non mi lasciare solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora