Leggete l'angolo me a fine capitolo, è molto importante. Grazie a chi lo farà. :*
Ero nella stessa stanza del sogno precedente, solo che questa volta c'era meno rosa e il suo letto era più grande. Mio padre entrò nella stanza e mi diede la buonanotte, come faceva sempre. Ad un certo punto, il campanello suonò.
«Vado io!» urlò l'uomo, mi diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza. Io mi alzai involonariamente, come era successo nel sogno scorso.
Chiusi silenziosamente la porta della camera e scesi le scale con i miei piedini scalzi. Arrivai in salotto e sentii delle voci provenienti dalla cucina. Avvicinandomi, notai che la porta era socchiusa, così iniziai a sbirciare. Mio padre era seduto su una sedia e sembrava visibilmente preoccupato. Stava parlando con un uomo. Era molto strano: aveva i capelli biondo cenere un po' lunghetti che ricadevano a ciocche davanti agli occhi, uno marrone cioccolato e l'altro azzurro cielo.
«Mi dispiace John, ma non posso continuare così. Io non ho mai avuto segreti con Margareth, ma di questo non le ho mai parlato. Voglio continuare a non avere segreti con lei, è mia moglie.» disse mio padre al tale, che da quanto avevo capito si chiamava John.
«Non so se il capo prenderà bene la notizia.» disse John rivolgendosi a mio padre con un tono leggermente canzonatorio.
«Lo so, John, lo so. Ma non posso farci niente. Riferiscigli che non lavorerò più per lui.»
«Mi dispiace Karl, ma sai che il capo può essere molto pericoloso, quando è irritato. Ho paura che possa fare del male a te, o a Margareth, o ancora peggio alla piccola Beth.» gli rispose.
«Non le toccherà. Me lo ha giurato. Se volesse fare del male a qualcuno, lo farebbe a me. Ma correrò il rischio per la mia famiglia.» mio padre parlò con tono autoritario e pieno d'orgoglio. In quel momento iniziarono ad uscirmi le lacrime agli occhi, e dovetti trattenere qualche singhiozzo per non essere scoperta.
«Va bene. Se sei sicuro, riferirò tutto al capo.» disse John visibilmente dispiaciuto «Adesso vado. Ti farò sapere. Arrivederci, Told.» «Alla prossima, Florence.» fece per andare alla porta, così io salii velocemente tutte le scale e mi rimisi a letto.Mi svegliai di soprassalto con le lacrime agli occhi. Un ricordo. Un altro stramaledettissimo ricordo. Non li sopportavo. Non potevo vedere immagini riguardanti mio padre. Mi causavano solo dolore e non servivano a niente. Lo shock che ho provato alla sua morte mi ha cancellato ogni ricordo di lui, e questo è stato anche un bene. Ogni foto, video, ricordo in cui era protagonista mi faceva soffrire. E non potevo sopportare altra sofferenza. Però, forse questi sogni avevano uno scopo ben preciso. Forse potevano farmi capire chi era l'assassino di mio padre, e scovarlo una volta per tutte. Prima di tutto, però, dovevo parlare con l'uomo del mio sogno, John. Forse lui poteva darmi alcune risposte che cercavo.
Controllai l'orario. Le 7,39.
«Sono in ritardo!» mi alzai velocemente e corsi in bagno, mi lavai e mi vestii con una felpa bianca a righe verdi e dei leggings blu. Indossai le mie Air Force, mi pettinai e mi truccai. Presi lo zaino e mi avviai alla porta.
«Ciao mamma!» urlai.
«Non fai colazione?» mi rispose lei.
«Non ho fame! Ci vediamo dopo!» ribattei ed uscii di corsa. Oggi Jack non mi era neanche venuto a prendere. Magari stava male.
Mi incamminai verso la scuola ed in cortile incontrai Martin e Kiara che parlavano preoccupati.
«Ehi ragazzi!» li salutai.
«Ciao Beth.» mi risposero in coro. Ma come facevano? Giusto, la condivisione di cervelli.
«Di cosa stavate parlando?» gli chiesi mentre entravamo a scuola.
Martin mi rispose: «Di Jack... Oggi non è venuto a scuola, e...» venne interrotto da Kiara, che finì la sua frase «... Siamo preoccupati per lui.» sia maledetta la condivisione di cervelli.
«Anche io sono preoccupata. Non mi ha neanche mandato un messaggio. All'inizio ho pensato che fosse malato, ma adesso che anche voi siete preoccupati, mi sto ricredendo. Dopo scuola dobbiamo andare a trovarlo. Per vedere cos'ha.»
«D'accordo.» risposero, come sempre in coro.
Stavamo per entrare in classe, quando fermai Kiara per un braccio «Durante l'intervallo devo parlarti in privato.» lei annuì seria ed entrò in classe.
Passarono due ore, ed in cortile Kiara mi si avvicinò senza essere accompagnata da nessuno, come le avevo chiesto.
«Devi parlarmi?» mi chiese.
«Si. Vedi sta notte ho fatto un altro sogno su mio padre.» le risposi. Così iniziai a raccontarle il mio sogno, mentre lacrime amare rigavano le mie guance.
No. Devo essere forte.
Mi dissi. Mi asciugai le lacrime e continuai a raccontare.
Kiara mi fissava con uno sguardo sempre più sorpreso a mano a mano che andavo avanti, ed alla fine mi disse: «Dobbiamo cercare questo John.» «Dobbiamo?» le chiesi. A dire il vero, volevo fare da sola.
«Certo. Sono la tua migliore amica, e devo accompagnarti nelle situazioni più difficili per te.» a quel punto ero commossa. Ci abbracciammo, e la campanella suonò, coprendo il mio "grazie".
Rientrammo in classe e alla fine delle lezioni uscimmo da scuola e con Martin e Kiara andammo a trovare Jack.
Suonammo al campanello e ci venne aperta la porta dalla madre di Jack. Era una donna sulla quarantina, con i capelli biondi raccolti in una cipolla disordinata. Gli occhi azzurri come il figlio erano rossi e gonfi, come se avesse pianto.
«Voi dovreste essere gli amici di Jack. Io sono sua madre, Jiulia.» «Piacere, io sono Beth.» le dissi «Oh, tu devi essere la sua ragazza! Sai, parla così bene di te! Devo dire, che ha proprio dei bei gusti in fatto di ragazze!» arrossii alle sue parole e poi si presentarono anche i ragazzi. «Tu già mi conosci, sono venuto così tante volte a trovarvi, quindi non ho bisogno di presentarmi.» disse Martin, poi la ragazza accanto a lui continuò «Io sono Kiara, la sua ragazza.»
«Bene, visto che adesso abbiamo fatto conoscenza, entrate pure!» ci disse educatamente la signora.
Entrammo e lei subito ci offrì dei biscotti con le gocce di cioccolato.
«Ci dispiace, ma noi siamo venuti per sapere perché Jack non è venuto a scuola oggi.» puntualizzai, e la signora sembrò ricordarsi di qualcosa e il suo sguardo si incupì «Lui... È all'ospedale.» detto questo iniziò a piangere. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai per darle conforto, ma anche io avevo bisogno di un abbraccio «Che cosa gli è successo?» dissi con la voce rotta dal pianto «Ha sempre sofferto di cuore, oggi ha avuto un attacco cardiaco.» In quel momento il mondo mi crollò addosso. Non potevo perdere anche lui, non sarei sopravvissuta. Lui... Era la persona che più amavo al mondo, e se fosse morto... Non ci voglio pensare.
NO!
Io dovevo essere forte, lui non sarebbe morto. Io gli dovevo stare accanto.
Uscii dalla porta di cassa, seguita da Martin e Kiara che chiamavano il mio nome. Io però non li sentivo. In quel momento avevo un solo pensiero:
Jack.
L'ospedale non era lontano, quindi ci misi poco a raggiungerlo. Appena entrati andai alla reception «Dove si trova il paziente Jack Clude?»
Una ragazza mora, con gli occhi verdi come i miei mi rispose: «Nella stanza 112. Però può ricevere visite solo dai suoi parenti.» «Io sono sua cugina.» mentii.
La ragazza disse che potevo andare e, aprendo la porta della stanza 112, trovai Jack sdraiato sul suo letto, pallido come un cadavere e con gli occhi chiusi. Era molto sudato e i suoi capelli mori erano spettinati e gli cadevano ribelli sul volto. Corsi da lui preoccupata, mentre il mio viso iniziava a bagnarsi di lacrime «Jack! JACK!» chiamai.
Ero disperata. A solo quella vista le mura che mi difendevano dalla depressione e dai mostri del mio essere che erano state costruite da lui crollarono. Singhiozzai, e poi piansi tutte, tutte le mie lacrime.
Lui, come risposta, aprì gli occhi e mi guardò con uno sguardo spento e vuoto «Piccola, con piangere. Io sono qui.» mi disse con voce rotta.
«J-Jack... Non mi lasciare sola... Ti prego...» dissi, mentre le lacrime solcavano libere sul mio viso.
«Io non ti lascerò... Sono qui.» mi disse rassicurandomi. Io sorrisi e lui mi baciò. Un bacio pieno di tenerezza e amore, senza malizia o voglia. Le mura distrutte dentro di me si ricostruirono. Ed io mi sciolsi completamente tra le sue braccia.Entrò l'infermiera della reception, che disse: «Jack Clude deve risposare. Per favore esca.» io feci come mi disse e, appena fuori dalla porta, lei mi fermò: «So che non sei sua cugina. Lo sapevo dall'inizio, però ho notato il tuo amore per quel ragazzo, e ti ho lasciata entrare. Adesso puoi andare.» feci per andarmene, quando sentii di nuovo la sua voce «Mi dispiace tesoro...».
Uscendo trovai Martin, Kiara e Julie che mi corsero incontro abbracciandomi. «Come sta Jack?» mi chiese Kiara.
«Meglio di quanto potessi pensare, però sta comunque male. L'infermiera mi ha detto che lo dimetteranno tra una settimana, perché già sta meglio. Però dovrà essere tenuto sotto controllo, per fare in modo che non succeda più.» dissi con le lacrime agli occhi.Ritornai a casa accompagnata da Kiara e Martin e decisi che non avrei fatto niente per il resto della giornata. Era mercoledì, ma non volevo andare all'allenamento. Mi buttai a peso morto sul letto, però non volevo dormire, altrimenti avrei fatto di nuovo uno di quei sogni su mio padre.
Sbuffando mi alzai ed andai in cucina, dove mi feci un panino con tanta, tanta Nutella. Mentre mangiavo, mia madre entrò in casa.
«SONO TORNATA!» urlò. Mi tappai le orecchie, ed in quel momento mi venne una grande voglia di dirgliene di tutti i colori. Ma non dissi nulla, dopotutto era mia madre, e poi ero troppo triste per rispondere. Mi limitai a salutarla e, appena finito il panino, tornai in camera mia. Guardai l'orologio: le 17,23. Ero esausta, e stavo per addormentarmi, quando nella mia mente affiorò un pensiero che mi bloccò:Devo trovare John Florence.
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¡Ciao a tutti!
Scrivo questo "Angolo me" per dirvi alcune cose:
1) Se volete consigliarmi le vostre storie, io le leggerò e farò pubblicità! Basta che me lo dite in privato o nei commenti!
2) Sto iniziando a scrivere un altro libro: è un horror e si chiama "Heartless Revenge". Se volete dategli un'occhiata (parlerà anche di creepypasta). Pubblicherò il primo capitolo martedì prossimo.
3) Oggi sono entrata su Wattpad per pubblicare il capitolo quando mi sono accorta di... 1,01K visualizzazioni! Grazie, grazie, e ancora grazie. Davvero, non credevo di poter raggiungere questo traguardo. Certo, sembrano pochi, ma è pur sempre un inizio.Grazie a tutti di aver ascoltato la mia predica, e so che era noiosissima, ma dovevo assolutamente informarvi su queste cose! -_-"
Alla prossima!!! ^3^#paceebene
~ Hope
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Non mi lasciare sola
RomanceSaremo un unico respiro dopo infiniti attimi di apnea. *COMPLETATO* © 2015 by misjudgement