17. [First day]

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Apro gli occhi al suono della sveglia. Oggi è domenica, non devo lavorare. Scendo le scale e vado in cucina, faccio colazione e poi risalgo le scale. Vado in bagno e mi faccio una doccia. Aspetto che l'acqua arrivi alla temperatura giusta per il mio corpo, poi entro. Appoggio la schiena alle mattonelle bianche e fredde sulla parete. Oggi è il primo giorno. Spero con tutto il cuore che Jack riesca a farsi perdonare. Lo spero, ma una parte di me non lo vuole. Perché devo essere così complicata? Non riesco neanche a capirmi da sola...
Mi insapono i capelli e il corpo poi mi risciacquo. Esco dalla doccia con un asciugamano in vita e mi asciugo i capelli. Vado in camera mia e sento il cellulare suonare. Lo prendo e mi accorgo che mi è arrivato un messaggio da Jack.

"Ti va di uscire?"

Lo osservo un po' mentre decido, poi rispondo:

"Ok, ti aspetto a casa mia alle 10."

Poso il telefono e prendo dall'armadio una maglietta con uno scollo dietro la schiena bianca e degli shorts neri. Indosso le mie Converse porpora e mi trucco con un po' di eye liner e mascara. Prendo una borsetta con la tracolla color porpora con dentro il cellulare e il portafogli. Dopo qualche minuto, sento il campanello suonare. È Jack. Indossa una t-shirt bianca e una giacca di pelle nera. Ha degli jeans e delle Jordan nere e bianche. Mi guarda con i suoi bellissimi occhi color cielo e sorride.
«Sei bellissima.» mi dice. Sono sicura di essere diventata rossa come un peperone «Grazie.» rispondo a testa bassa. Saliamo nella sua auto e andiamo verso la destinazione ignota.
«Dove stiamo andando?» gli chiedo, curiosa.
«È una sorpresa.» mi dice sorridendo, mentre guarda la strada.
Sbuffo e inizio a guardare la strada. Dopo una ventina di minuti, siamo arrivati. È un luna park. Bastardo. Sa che adoro i luna park.
Scende e mi apre la portiera come un gentleman «Allora, dove vogliamo andare prima?» mi chiede, guardando i cancelli del grande parco giochi.
«Mmh... Non lo so. Forse, sulle macchine a scontro!» corro fino alla giostra e vedo lui che mi segue, ridendo. Appena arrivati, mi ferma «Oggi offro tutto io!» sorrido, e lui paga il cassiere. Prendiamo due macchine e iniziamo a giocare. Finito il giro ne facciamo un altro, e un altro. Poi decidiamo di cambiare giostra. Andiamo al tiro al bersaglio.
«Inizia tu.» gli dico, porgendogli le freccette. Le prende e inizia a tirare. Con la prima fa sette punti, con la seconda otto e con la terza di nuovo sette «Vediamo se riesci a battermi.» mi dice, sogghignando. Afferro le tre freccette e, con un sorriso beffardo, gli dico: «Vediamo.»
Inizio a tirare le freccette. Con la prima faccio otto punti, con la seconda nove e la terza va a segno «Sii! Dieci punti!» inizio ad esultare di fronte alla faccia stupita di Jack, che continua a fissare il bersaglio «Ti ho battuto! Ho vinto io!»
Il signore addetto al tiro al bersaglio mi regala un enorme panda di peluche.
Passiamo tutta la giornata così, a ridere come matti e a giocare e mangiare zucchero filato come dei bambini. Ci siamo molto divertiti.

Ormai sono quasi le undici di sera. Io e Jack ci siamo divertiti. È stato lui a decidere l'ultima giostra prima di andare a casa: la ruota panoramica.
Saliamo in una cabina ed aspettiamo la partenza. Dopo pochi minuti iniziamo a salire sempre di più.
Proprio quando siamo sul punto più alto, la ruota si ferma. Mi guardo intorno confusa, e incontro lo sguardo di Jack, confuso quanto il mio. Mi affaccio e vedo un ragazzo che prende a calci il motore della giostra: qualcosa si deve essere rotto. Sentiamo una voce che parla attraverso un megafono: «Ci dispiace per il contrattempo. Qualcosa si è rotto nel motore, e potrete dover aspettare qualche minuto
Sbuffo e mi accascio sul seggiolino della cabina a braccia incrociate. Noto che Jack mi sta guardando da un po' con uno sguardo strano.
«Che c'è?» gli chiedo.
«Non sei cambiata per niente. Sei rimasta sempre la stessa Beth di due anni fa. Quella Beth che ama i luna park, i panda e i graffiti, dolce e timida ma anche forte e decisa, che sa combattere per quello che vuole e che non si lascia intimidire. Quella ragazza che riesce a far sorridere anche la persona più scorbutica del mondo, che mette allegria e alla quale,,però, non piace stare al centro dell'attenzione. Sei rimasta la stessa Beth di due anni fa, quella Beth che mi ha fatto innamorare.»
Intanto noto che si sta avvicinando. I nostri occhi si continuano a fissare, i miei verdi sui suoi azzurri, senza smettere. Si avvicina sempre di più, e le nostre labbra si stanno per toccare, quando la giostra riparte. Tiro un sospiro di sollievo. Salvata dal ragazzo addetto alla ruota panoramica.

Scendiamo dalla nostra cabina e ci avviamo alla macchina di Jack. Non diciamo niente, rimaniamo tutto il tempo in silenzio a fissare la strada. Dopo qualche minuto, inizia anche a piovere. Perfetto. Ci mancava solo questo.
Arriviamo di fronte a casa mia e lui mi lascia scendere, non prima di avermi salutato con un bacio sulla guancia.
Scendo dalla macchina e entro in casa, mi metto il pigiama e entro nel letto, senza neanche preoccuparmi di struccarmi. Stanchissima, mi addormento, pensando a lui ed ai suoi occhi, come quando l'ho conosciuto.

Non mi lasciare solaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora