9. Abbracci e corsa ai pancakes

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Sono le cinque del pomeriggio, dopo la litigata con JJ sono uscita da scuola e sono tornata a casa. Mi sono chiusa in camera e non sono uscita più. Zia Chloe ha tentato di parlarmi ma non le ho risposto, non ho voglia di parlare con nessuno. Mi basta il flusso di pensieri ed emozioni che mi sta travolgendo e che non mi lascia respirare. Non riesco a fare nulla, sono seduta contro la porta e fisso fuori dalla finestra. Ho provato pure a leggere, ma niente. E' come se fossi bloccata, riesco solo a visualizzare nella mia mente ciò che è successo. Le immagini si susseguono nella mia testa a ruota, ogni particolare, ogni espressione e ogni emozione. Vorrei strapparmi dalla mente quelle immagini. Sono esausta, non ce la faccio più a vivere così. Sono stanca di sentirmi pesante come un macigno, di avere paura di relazionarmi e di dovermi nascondere da tutti.

Ho la testa che scoppia per tutte le lacrime che ho versato. A volte mi chiedo com'è possibile che non siano ancora finite. Credo veramente in quello che ho detto, no scappo cerco di stare a galla. Forse è proprio questo il mio problema, sono talmente convinta di avere ragione che non mi accorgo di quanto io in realtà abbia torto.

Non faccio altro che deludermi, sono una delusione per tutti quelli che mi circondano. Sono un fallimento, chissà cosa penseranno i miei genitori mentre guardano come mando a rotoli la mia vita. Io ci provo a cambiare, a riprendere in mano la mia vita ma le emozioni non me lo permettono. Mi soffocano, non mi lasciano pensare, così finisce che alla fine ci rinuncio prima ancora di aver tentato. E odio questa parte di me, quella debole che non riesce mai a porsi un obiettivo e a superarlo. Quanto vorrei riuscire a ricominciare tutto di nuovo, da capo, come se non fosse mai successo nulla, come se fossi una normale adolescente con due genitori al proprio fianco. Vorrei veramente provare ad essere normale, potermi lamentare con i miei amici perchè i miei mi stressano o non mi fanno uscire la sera, perchè si sono arrabbiati per un brutto voto, o perché sto troppo davanti al cellulare. Vorrei litigare con loro e poi tornare tra le loro braccia con la coda tra le gambe e le lacrime e potergli dire che avevano ragione loro e che anche se mi rimproverano lo so che lo fanno per me. Vorrei poterli abbracciare dopo l'ennesima discussione e sussurrargli quanto gli voglio bene e poi magari ridere con loro senza un'apparente motivazione. Vorrei tornare da quella bambina di otto anni e dirgli apprezzare tutti i singoli istanti con loro prima che tutto cambi, prima che tutto sia stravolto e le venga strappato via all'improvviso. E invece non posso ma pagherei milioni per vederli anche solo per un istante, per poterli stringere fortissimo a me e per ricordargli quanto li ami, quanto siano importanti e quanto mi manchino.

Mi soffio il naso per la millesima volta e lancio il fazzoletto nel cestino vicino alla scrivania facendo, poi mi alzo e raggiungo lo specchio. Mi vedo riflessa, ho il mascara colato, gli occhi gonfissimi che ormai non si vedono nemmeno più, il naso rosso che gocciola e delle occhiaie che fanno paura. Mi fa male vedermi così, pensare a come mi sto riducendo, realizzare che sto buttando via quelli che dovrebbero essere gli anni più belli della mia vita. E pensare che ho litigato con l'unico amico che ho, l'unica persona che mi ha sempre capita fino in fondo, che non mi ha mai abbandonata e che non mi ha mai giudicata non fa altro che peggiorare la situazione.

"Basta, basta e basta! Non puoi andare avanti così. Ora facciamo come dico io e non provare a mandare all'aria tutto pure questa volta! Hai toccato il fondo, più in basso di così non puoi andare. Quindi ora raccogli tutti i tuoi cocci e ti rialzi più forte di prima. Non voglio sentire scuse. Sai come si dice, no? E' solo quando hai toccato il fondo che puoi risalire." mi ricorda la mia coscienza.

"Se devi attraversare l'inferno, fallo a testa alta" mormoro una celebre frase di Winston Churchill mentre vedo la mia figura riflessa allo specchio e accenno un sorriso

"Esatto! Domani è il tuo giorno, domani si rinizia una volta per tutte. Domani devi stringere i denti, devi tenere duro e devi farcela" sento un voce provenire dalla porta e vedo zia Chloe con una chiave in mano e Jack appoggiato allo stipite. Forse non era la coscienza che stava parlando.

Il mio migliore amico mi viene in contro e mi abbraccia "Scusami tanto, sono andata fuori di testa" affermo singhiozzando "Shhh, va tutto bene" controbatte lui accarezzandomi i capelli delicatamente mentre mi stringe in uno degli abbracci più sinceri che io abbia mai ricevuto.

***

Ieri sera Jack si è fermato da noi a cena e pure a dormire. Nonostante zia Chloe abbia provato a convincerlo a stare nella stanza degli ospiti, noi non abbiamo voluto saperne. Così abbiamo dormito insieme come ai vecchi tempi. Da piccola, la notte dopo aver avuto gli incubi, Jack andava a prendermi un pasticcino, poi rimaneva con me tutto il pomeriggio e tutta la notte. Diceva che se avessi dormito con lui non dovevo avere paura perchè lui avrebbe scacciato via qualsiasi brutto sogno. Ed era così la maggior parte delle volte. Quando lui era lì con me, non so per quale motivo, forse perchè mi sentivo al sicuro raramente facevo incubi.

Questa notte è stato così, la mia mente mi ha lasciata tranquilla. Non ho dormito tantissimo ma più del solito. Ho sognato di correre in un campo di fiori profumati, accanto a me c'erano delle persone che correvano insieme a me. Tutti eravamo felici e spensierati, ridevamo e sulla faccia avevamo stampato uno di quei sorrisi indelebili. Il sole era alto nel cielo e il suo calore ci scaldava, tantissime farfalle di tutti i colori volavano leggere tra di noi e si posavano sui fiori e alcuni uccellini cinguettavano felici. Nonostante io mi sia sforzata di ricordare i volti di quelle persone la mia mente non vuole collaborare, di quel sogno sono rimaste solo solo immagine sbiadite. L'unica persona di cui mi ricordo con certezza è Jack, per il resto niente di niente solo frammenti vagi e sconnessi tra loro. 

"Buongiorno principessa" sussurro all'orecchio di JJ cercando di trattenere le risate
"Principessa?" chiede lui ancora mezzo addormentato alzando un sopracciglio confuso
"No sei fai queste facce, io non poss-" non riesco a finire la frase che scoppio in una risata fragorosa e sincera
"Bene dai, almeno ti sei svegliata di buon umore anche se non capisco perchè tu mi abbia chiamato principessa" dice lui grattandosi la testa ancora più confuso
"Io non lo so perchè hahahha" spiego "però la faccia che hai fatto JJ, ti giuro, mi ha fatto letteralmente morire dalle risate" concludo
"Probabilmente ti ho chiamato così per farti ridere, però la tua espressione mi ha fatto dimenticare il perché" affermo ancora ridendo.
Poi la zia entra in camera e vedendoci afferma "Buongiorno, vedo che qualcuno ha la ridolina e che qualcun'altro ha deciso che la camera degli ospiti faceva proprio schifo"
"Dai zia, lo sai che dormiamo insieme da quando ci siamo conosciuti non fare storie" controbatte lui schioccando un bacio, lei di rimando alza gli occhi al cielo ormai senza speranze e prima di andarsene ci informa di scendere di sotto per fare colazione.

Prendo un cuscino e mentre sto per tirarlo in faccia al mio migliore amico, la zia fa capolino dalla porta e aggiunge "Non so se sentite il profumino, ma ho preparato i pancakes" fa un pausa e aggiunge "Quindi sbrigatevi o si raffredderanno". Mi giro verso JJ e finisco quello che avevo iniziato, ovvero gli tiro una bella cuscinata potente, come direbbe lui e mi affretto a scendere dal letto. Ma lui mi afferra per un piede e mi trascina di nuovo a letto, prende il cuscino che gli ho precedentemente tirato e lo sbatte sulla mia faccia, poi esclama entusiasta"Fregata!". Veloce come un fulmine mi alzo dal letto e scendo dalle scale correndo mentre dico "Sei proprio un deficiente!"

Raggiungo la sala da pranzo con il fiatone e mi siedo di fronte a JJ con il broncio, lui esordisce dicendo "Mamma mia sei stata lentissima, adesso ho finito tutti i pancake", lo guardo di sbieco e alzando le sopracciglia dico "Prima di tutto stavo vincendo io, ma tu sei un deficiente patentato" poi mi fermo e aggiungo "E numero due, è impossibile che in due secondi ti sei mangiato tutti i pancakes, mi hai preso per una stupida?"

Mi alzo e raggiungo la credenza dove sono contenuti tutti i biscotti, lo apro e magicamente dentro ci trovo i miei adorati pancakes, mi giro verso di lui e affermo "Come se non ti conoscessi" a quelle parole porto la mano sulla fronte per formare una elle.

Lui si mette a ridere come uno stupido e così faccio anche io,"Sei la solita!" esclama.

SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Buona festa delle donne! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come sempre fatemelo sapere con un commento e una stellina.
Ce la farà Camille ad aprirsi? Cosa pensate di JJ e lei?
Baci
Bea💖
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