20. Analogie e complotti

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Noah's pov

Io e Jack stiamo camminando in direzione della mensa quando all'improvviso vediamo Richard e Camille parlare. Alla vista di quella scena istintivamente aggrotto la fronte ripensando a quello che il mio migliore amico mi ha detto ieri.

"Camille è la preda perfetta con cui vendicarsi, è così insicura e fragile, lui è già mille passi avanti" questa frase continua a risuonare nella mia mente come un disco rotto.

Mi giro di scatto verso JJ per ignorare questa stupida vocina, lui li guarda scuotendo la testa non staccando gli occhi da loro nemmeno per un minuto. Lo osservo intimandolo di stare calmo e di continuare avanti senza fermarsi.
"Cosa ti dicevo, li hai visti pure tu!" esclama rosso di rabbia
"Jack non significa nulla, stavano parlando mica facendo un bambino" spiego, continuo a pensare che questa teoria sia assurda
"Mi daranno ragione pure gli altri, vedrai" sbotta innervosito.

Arriviamo in mensa senza rivolgerci più la parola, entrambi stiamo pensando alla stessa cosa ma in modo diverso, sotto un punto di vista differente. Facciamo la coda e raggiungiamo gli altri al tavolo che stanno ridendo e scherzando.
"Oh oh, arriva la nuvola nera" scherza Alex per evidenziare l'evidente umore di JJ ma lui lo fulmina con lo sguardo. Shana mi guarda spaesata non capendo cosa stia succedendo.
"Cosa succede?" chiede Em preoccupata
"Voi due, parlate!" continua Jennifer
"Ah non guardate me, vi spiega tutto il complottista" dico sollevandomi dall'incarico di spiegare le stupide assurdità di Jack.

Lui inizia a parlare e ha spiegare velocemente cosa pensa della faccenda.

Non lo ascolto minimamente, le sue parole ormai mi escono dalle orecchie. Non condivido il suo pensiero. Posso capire che sia preoccupato per il ritorno di Richard e Ashton ma ritirare fuori la storia di Margaret è veramente eccessivo. Se crede che Camille sia così in pericolo deve semplicemente raccontarle ciò che è successo e basta, poi sarà lei a decidere come comportarsi. E' grande abbastanza per decidere cosa fare della sua vita, nasconderle questa cosa non mi sembra il caso. In un modo o nell'altro lo verrà a sapere e se ne dovesse venirlo a conoscenza da qualcun altro ci rimarrebbe molto male. Si rinchiuderebbe nella sua bolla e a quel punto sarebbe difficilissimo tirarla fuori. Io la penso così. Non c'è motivo di nasconderle questa cosa, e soprattutto pensare che ci sia un collegamento con quello che è successo solo perchè ha parlato una volta con lui. Va bene essere protettivi ma così è limitare la libertà di qualcuno.

Mentre penso a queste cose i miei occhi sono puntati su di lei, che se ne sta in coda aspettando di poter prendere il pranzo. Ha le braccia conserte e lo svolto rivolto verso il basso, il suo sguardo è pensieroso e di tanto in tanto sposta una ciocca di capelli color grano dietro all'orecchio. Chissà cosa le frulla per la testa in questo momento.
Guardandola mi ritornano in mente i suoi occhi tanto azzurri e quanto persi, che cercano un appiglio nel turbine di ricordi che la travolgono costantemente lasciandola senza fiato. Mi ritorna in mente il suo profumo, il suo corpo stretto al mio.

L'inserviente le passa il suo vassoio contenente un piatto di pasta e lei sorride per ringraziarla. Si guarda intorno e si incammina ad un tavolo, non il nostro. Jennifer che è seduta vicino a me, se ne accorge e la raggiunge prima che le si sieda. Iniziano a parlare e io ho già capito cosa sta facendo: cerca di convincerla a venire qui, vuole che mangi con noi e non di certo da sola.

Adoro questo lato di Jennifer, certo vuole sempre avere ragione e non ha peli sulla lingua, ma in queste situazione è la persona più empatica del mondo. E' un'arma a doppio taglio: inclusiva, gentile e dolce ma anche sincera e schietta.

Quando JJ vede che Camille si sta avvicinando conclude dicendo:
"In breve la penso così, poi mi direte la vostra. Ora è meglio non continuare perchè sta arrivando", poi la indica agli altri con un cenno di testa.

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