16. Figure di merda a non finire

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Il finestrino della macchina si abbassa lentamente e quando vedo chi sta all'interno rimango un attimo perplessa. Tra tutte le persone di questa terra non mi sarei mai aspettata lui, sarebbe più probabile incontrare il Papa a Rio de Janeiro e sinceramente non comprendo il motivo per cui si sia fermato. Mi guardo intorno confusa mentre cerco di capire se ci sia qualcuno che è venuto prendere, una amico o che ne so, ma non trovando nessuno mi volto e noto che Richard mi guarda sorridendo mentre mi fa cenno con il capo di avvicinarmi. Mi avvicino titubante con un punto interrogativo stampato in faccia. "Ehi, hai bisogno di un passaggio?" mi chiede. Per una attimo rimango immobile con lo sguardo puntato verso la maniglia della portiera, sinceramente non so cosa rispondere. Un passaggio mi farebbe molto comodo dato che l'autobus passerà solo tra una trentina di minuti ma diciamo che Richard non goda di grande fama. Tutto ciò mi sembra alquanto strano, non so se sia il caso di accettare o meno e se posso o no fidarmi. Al diavolo, sono in ritardo e lui mi potrebbe salvare il culo sarebbe da stupidi rifiutare. Per l'aggiunta non lo conosco, non so cosa abbiano fatto lui e Ashton quindi i miei strumenti di giudizio sono nulli e oggi la fortuna non è dalla mia parte, quindi perchè no? Non posso giudicare prima di sapere e uno strappo mi farebbe comodo. "Ti hanno mangiato la lingua?" mi chiede ridendo, "Scusa mi ero incantata, comunque sì grazie" rispondo. "Sali allora" controbatte sorridendomi mentre si allunga per aprirmi la portiera dall'interno. "Grazie mille, ti devo un favore. Mi hai letteralmente salvato la vita" aggiungo mentre salgo.
Poi mette in moto la macchina e riparte, alla radio c'è una canzone bellissima di cui non ricordo il nome, il finestrino è rimasto leggermente aperto così nell'abitacolo penetra dell'aria che muove i miei capelli biondi. Seduta sul sedile di pelle beige mi stringo leggermente nelle spalle imbarazzata e non spiaccico parola.

La mia mente viaggia come al solito e inevitabilmente mi ritrovo a pensare a come solamente due settimane fa la mia vita fosse diversa, più vuota e buia. Non mi sarei mai aspettata tutto ciò. Non mi sarei mai aspettata che sarei riuscita pian piano ad uscire dalla mia bolla, questo cambiamento è insolito per me e lo devo ancora concepire pienamente. Quella bolla mi ha rinchiusa per anni e sarebbe da ipocrita dire che si è dissolta perché non è così. Ci sono ancora delle volte in cui vorrei isolarmi dal resto del mondo, volte in cui non mi sento all'altezza e in cui penso di non meritare la felicità e la serenità. Gli incubi non sono spariti, sono ancora impressi nella mia mente proprio come quell'orribile sensazione che ho appena mi sveglio: la sensazione di volersi rinchiudere in se stessi. Mi capita ancora spesso di pensare ai miei e di piangere al solo pensiero, l'odore di fumo lo sento ancora come se fosse una minaccia da parte della mia mente che mi intima di non andare oltre, di ritornare nella mia bolla e di stare per conto mio con il dolore evitando di procurarmene altro. Ho la costante paura di perdere qualcuno da un momento all'altro, di riprovare quelle stesse emozioni e la tentazione di sfuggire da queste è forte. Per non parlare del vuoto che i miei genitori mi hanno lasciato, il quale non si è colmato e mai si colmerà. Poi però sento la voce della zia che mi da il buongiorno, vedo la foto di me e JJ abbracciati e penso a quanto sia meno pesante affrontare il mondo quando sto con i ragazzi, quando sento Jennifer bisticciare con Noah, quando sento la risata genuina di Emily o vedo gli occhi ricolmi di amore di Alex. E allora tutta questa sofferenza si affievolisce, è come se loro fossero la mia cura. Come il sole durante la giornata non lascia spazio alla notte, loro tengono lontani dal mio cuore e dalla mia mente le sofferenza e l'oscurità. Non avrei mai pensato che potessi tornare a vivere così, se mi avessero detto che avrei trovato degli amici non ci avrei mai creduto. E invece eccomi qui, seduta in macchina con praticamente uno sconosciuto.

Richard richiama la mia intenzione sventolando una mano davanti ai miei occhi "Ti sei incantata?" mi chiede. Scuoto veloce la testa e ritorno alla realtà rispondendo "Sì, scusa stavo ripensando ad una cosa" sento le guance arrossire per l'imbarazzo. Poi mi chiedo mentalmente perchè cavolo ho deciso di accettare questo passaggio, sono proprio deficiente lo so. Lui mi guarda attentamente per un attimo e poi scoppia a ridere "Scusa, ci ho provato ma non ci riesco" dice scosso dalle risate mentre guida. Lo guardo interrogativa corrugando la fronte non capendo per cosa sia così divertito. "Tira giù lo specchietto" controbatte soffocando una risata prima di ritornare a prendersi gioco di me. Non capisco cosa ci sia da ridere, cos'ho i capelli fuori posto? Allungo la mano e tiro giù lo specchietto per capire cosa lo fa così tanto ridacchiare. Appena vedo la mia immagine riflessa sento le guance andare a fuoco, vorrei letteralmente scavare una fossa in questo momento e sotterrarmici o meglio essere risucchiata dal sedile e finire in un buco nero. Attorno alle mie labbra ci sono alcune macchie di cioccolato chiaramente dovute alla brioche che questa mattina ho dovuto mangiare in fretta e furia. Prima che io possa dire qualcosa, Richard mi allunga un fazzoletto e mi chiede "Almeno era buona?". "Perché non me lo hai detto subito? ecco perché tutti mi guardavano divertiti!" esclamo rossa in viso evitando di rispondere alla domanda. "E non hai ancora visto il pezzo forte" controbatte sorridendo.

Lo guardo ancora più imbarazzata, sento le guance andarmi a fuoco, in questo momento vorrei scomparire dalla faccia della terra. "Devo dire che la maglia che indossi ti dona particolarmente" afferma serio per poi scoppiare in una risata fragorosa che ormai cercava di trattenere da minuti. Le guance si fanno ancora più rosse, mi mordo le unghie mentre prego in tutte le lingue che conosco, poi prendo coraggio e abbasso lentamente il viso per vedere cosa cavolo mi sono messa. E indovinate? Tra tutte le maglie del mio armadio ho pescato la t-shirt che quel deficiente di JJ mi ha regalato l'anno scorso al compleanno. Sarebbe anche carina di per sè, se non avesse un'enorme stampa di Pinkie Pie delle My Little Pony. Credevo fosse quella di zara che la zia mi ha regalato poco tempo fa, non uno dei soliti ignoranti regali del mio migliore amico.

Jack ed io siamo soliti ogni anno a regalarci per la nostra festa di compleanno due regali, uno di questi deve essere divertente e una volta ricevuto non può essere buttato. Siccome da piccola ero molto affezionata a questo cartone animato, l'anno scorso JJ ha ben pensato di regalarmi questa fantastica maglietta che io ovviamente uso come pigiama. Questa mattina per la fretta ho preso la prima cosa che mi è capitata sottomano, peccato non mi sia accorta che fosse questa maglia. Andiamo! Quante probabilità ci potevano essere?

Guardo Richard imbarazzatissima, mi mordo la guancia ma proprio non riesco a trattenermi e scoppio anche io a ridere, poi esordisco dicendo "Oddio che imbarazzo, non me ne ero proprio accorta. Sono proprio una deficiente" continuiamo a ridere per un po' finché non gli indico dove svoltare.

"Ecco perché tutti mi guardavano divertiti, sono tutti proprio senza cuore" affermo
"Ti giuro che è stato difficilissimo all'inizio restare serio, mi sarebbe piaciuto farti una foto" spiega
"Mi ricorderò di questa figura di merda per tutta la mia vita e ora dovrò rimanere vestita così fino a quando non tornerò a casa" dico scuotendo la testa ancora rossa di imbarazzo ma con un sorrisone in faccia
"Vuoi una mia felpa? Almeno così puoi coprire questo adorabile pony" mi propone ridacchiando. Ci penso su un attimo e poi rispondo "Se per te non è un problema sarebbe fantastico, mi risparmieresti altre figuracce".
"Sì tranquilla, non è un problema" controbatte
"Grazie mille, ti giuro che te la riporto a scuola appena posso" rispondo.

Chiacchieriamo per un po' mentre indico a Richard la strada per lo studio della signora Poth. Mi sembra una persona semplice e genuina. E' alto, hai i capelli marroni e gli occhi del medesimo colore, denti bianchi perfetti e ovviamente fisico da atleta. Insomma il ragazzo che tutti vorrebbero, uno dei più popolari a quanto ne so anche se devo ancora scoprire cos'è successo con Noah e gli altri. Loro ne parlano con tale disprezzo eppure a me non sembra una cattiva persona. Da come ne parlano loro sembra che lui e Ashton abbiano fatto qualcosa di orribile però all'apparenza non si direbbe, sembra così carino. Mi dispiace non sapere di più su di lui, mi basterebbero poche informazioni per capire cosa si cela dietro a questo ammasso di muscoli. Sono sempre stata brava a fare queste cose, è sempre stata la mia specialità ma con lui è diverso, non riesco a capire come sia fatto. Insomma con Noah non è stato difficile, anzi l'ho capito appena l'ho visto. Fatto sta che devo scoprire cosa sia successo, sono troppo curiosa anche se da un lato un po' mi spaventa sapere. L'odio che tutti serbano nei suoi confronti e in quelli del suo amico mi fanno gelare il sangue ogni volta. La cosa che mi fa strano è che JJ non mi hai mai raccontato nulla, in tutti questi anni non ha mai accennato nemmeno per sbaglio all'argomento. Sì, l'anno scorso mi aveva detto che stava male per una cosa successa a scuola, che si sentiva tradito, ferito e non credeva a cosa fosse successo. Ma non è andato oltre a quelle semplici parole, non una spiegazione o altro. Infondo lui si è sempre concentrato su di me, quella da proteggere ero io. Ero quella che si meritava la felicità, che doveva cercare di tirare fuori dalla sua bolla, quella che doveva cercare di far sorridere. Si è sempre occupato di me e alla fine ha trascurato se stesso. E se io provavo a chiedergli qualcosa lui cambiava argomento, "Nulla di importante" diceva. Il solito orgoglioso.

Richard ferma la macchina, si toglie la felpa che ha indosso e me la porge. La infilo subito, ha un buon profumo che però non saprei riconoscere, poi mi assicuro di chiuderla per evitare di mostrare il fantastico pony. Scendo dall'abitacolo sorridendo e saluto dicendo "Grazie mille per la felpa e per il passaggio".
"Mi devi due favori Camille" controbatte dopodiché chiudo la portiera, lo saluto e raggiungo lo studio.

SPAZIO AUTRICE
Ciao amici, ecco un nuovo capitolo! Cosa pensate di Richard? Cose nascondono lui e Ashton? Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
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Baci
Bea💖

Unexpected turnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora