13. I ricordi a volte ti risucchiano

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Scendo dalla macchina con un sorriso enorme dipinto sulle labbra ripensando alla bella giornata. Mi vieni ancora da ridere se penso a quante sgridate Noah ha dovuto subire dal coach, si vedeva da un miglio che giocava male apposta per poter far vincere Jack. Credo che infondo anche lui lo sappia e sono sicura che questa cosa non gli va affatto giù. Odia farsi aiutare se si tratta di queste cose, vuole poter contare solamente su di lui e vuole farcela da solo. Ma Noah ha fatto la cosa giusta, ha permesso a JJ di realizzare il suo sogno e questo è proprio quello che un vero amico farebbe. Per ora non si sa ancora nulla, l'allenatore non ha comunicato i vari ruoli all'interno della squadra ma è probabile che JJ si sia guadagnato il posto di capitano. Jenn a fine partita era nera dalla rabbia, non so se per quei due misteriosi ragazzi che continuavano a lanciare occhiate verso di noi o per aver perso i suoi amati venti dollari.

Dopo la partita Em ha trascinato via Jenn dicendomi "Se non la porto via, spaccherà la faccia a qualcuno, che sia Noah o uno di quei due ragazzi non è importante. Scusaci tanto, saprai tutto. Te lo prometto". Io, allora, sono scesa nel parcheggio e ho aspettato che il mio migliore amico e Noah arrivassero. Sulla loro faccia era dipinta serenità ma io lo so che sotto quelle maschere tenevano nascosto solo odio e frustrazione. Non so cosa sia successo tra Ashton, Richiard, se ricordo bene i nomi, e gli altri ragazzi ma non deve essere di certo qualcosa di bello. Lo vedo l'odio che ognuno di loro ha dipinto in faccia e vorrei saperne di più, ma non mi sono permessa di chiedere nulla anche perchè non voglio risultare una ficcanaso. In fondo hanno detto che mi racconteranno tutto e se così non fosse convincerò JJ a sputare il rospo o farò le mie ricerche, dopo anni chiusa in casa certe cose le impari.

Lo so che non sono affari miei ma se non mi dicono niente mi sembra di rimanere esclusa dal gruppo e poi sapete tutti cosa succede. Va a finire che mi rinchiudo nella mia bolla e non lascio più entrare nessuno, la storia si ripete e Camille rinizia ad affogare e non torna più a galla.

Raggiungo la porta di casa, inserisco le chiavi nella serratura ed entro. Mi accingo a togliere le scarpe quando vedo che zia Chloe vicino alla scarpiera ha appeso un quadro nuovo. Mi avvicino per osservarlo meglio e noto un collage di foto di me e dei miei genitori. Al centro una frase scritta in grassetto: "Un nuovo inizio". Una lacrima scende sul mio volto, poggio la mano sul vetro che mi separa da quei ricordi, quelli che cerco di allontanare ogni giorno dalla mia mente. Non so dove la zia abbia recuperato queste foto, io non le ho mai volute conservare. Le avevo detto di buttare tutto. Non volevo ricordi, avrebbero fatto solamente male, avrebbero allargato le ferite che mi avevano lacerato il cuore. Invece lei le ha conservate e ora ecco che sbucano fuori dal nulla, è come se la pace che ho cercato invano per anni e che finalmente stavo raggiungendo ora si stia pian piano sgretolando sotto ai miei occhi. Un senso di impotenza mi invade e l'occhio cade su una fotografia che ritrae me e mio padre ad una partita di calcio. Siamo entrambi sorridenti, sulla mia mano c'è un enorme guantone blu che ragffigura una mano con un indice alzato. E in quel momento mi torna in mente tutto, ogni singolo dettaglio.

"Dai Cami avvicinati a papà così vi posso fare una bella foto" dice mamma, lo raggiungo e lui mette una mano attorno al fianco stringendomi a sé. Poi si gira verso di me e solo ora vedo che tiene un piccolo cartellone con scritto "Forza JJ". E' la sua prima partita e noi siamo venuti a fargli il tifo ma quella scritta è veramente buffa. Ci sono mille colori diversi e la calligrafia di papà fa paura, così dalla mia bocca esce una risolino sincero e proprio in quel momento mamma scatta una foto. Così tra quella macchinetta rimane intrappolato un momento sincero e due sorrisi veri e puri.

La mia mente mi riporta alla realtà, il mio volto è fradicio di lacrime, le mani mi tremano, sento puzza...quella puzza di fumo. Il cuore inizia ad accelerare, batte fortissimo come non mai, il fiato si fa corto e inizio ad annaspare come se stessi affogando, come se una quantità di fumo stesse entrando nel mio corpo senza potermi lasciar respirare. Non so cosa fare, non mi sono mai sentita così prima d'ora, mi sento morire dentro e fuori. I ricordi si insinuano nella mia mente tutti insieme, come se mi stessero bombardando, iniziano a colpirmi e a tagliarmi ma io non posso fare nulla non riesco a controllarli e non posso fermarli. Con le mani tremanti afferro il telefono e invio un messaggio, poi la testa inizia a girarmi, tutto sembra andare al rallentatore, ora anche le gambe tremano e un fortissimo dolore si diffonde nel mio petto, annaspo cercando di introdurre aria nel mio corpo ma non ci riesco. Mi accascio a terra, ho paura, cosa sta succedendo? Le lacrime continuando a scorrere, scendono lungo il mento e mi inzuppano la maglietta. Le mani tremano come se impazzite, i suoni si fanno ovattati come se fossi veramente rinchiusa in una bolla che mi esclude dal mondo e dai non posso uscire. Non so cosa fare, non mi era mai successo qualcosa del genere, non ho controllo sul mio corpo e non so come fermare tutto ciò.

Poi sento un rumore fortissimo, una porta che si spalanca di colpo e sbatte contro il muro. JJ e Noah mi trovano accovacciata a terra con le spalle contro il muro. Corrono verso di me
"Lilly, stai bene? Cosa succede?"mi chiede il mio migliore amico preoccupato con voce tremante
"Io, m-mi manca il r-respiro" dico con un briciolo di voce mentre mi sento affogare
Jack guarda Noah allarmato e si mette nel mani tra i capelli, sul suo volto è dipinta paura, ha gli occhi lucidi e parla come se avesse un groppo enorme in gola. Guarda il suo amico con disperazione supplicandolo di fare qualcosa, è troppo scosso non riesce a pensare lucidamente e non sa cosa fare. Lo vedo, lo vedo dai suoi occhi persi e dai muscoli tesi del corpo.

Noah prende in mano la situazione e mi prende tra le sue braccia, io continuo ad annaspare, mi sento svenire, le palpebre si fanno pesanti e le lacrime continuano a scendere copiose sul mio viso.
"Va tutto bene Camille, tutto bene" dice lui mentre mi tiene saldamente tra le sue braccia, anche lui è spaventato
"Non so a cosa tu stia pensando ma lascia andare quei pensieri. Prendi un grande respiro e butta fuori tutta l'aria" spiega con voce salda anche se sento le sue mani tremare mentre mi sorregge
"N-non riesco" controbatto balbettando, Noah si volta e guarda JJ "Jack, porta qualcosa che riesca a calmarla, qualcosa che la rassicuri o che le faccia ritrovare la serenità".

Sento correre Jack su per le scale, riesco a rovinare sempre tutto e tutti. Mi fa male pensare a come le persone intorno a me debbano sentirsi, chissà cosa sta provando JJ? Pensare che è colpa mia mi distrugge. Noah cosa penserà, cosa dirà di me? Sono qua tra le sue mentre piango e annaspo senza sosta, e per la millesima volta mi sento impotente proprio come quel giorno davanti alle fiamme. Gli occhi si fanno sempre più pesanti e faccio fatica a tenerli aperti.
"Va tutto bene Camille. Guardami, ok? Devi cercare di tenere gli occhi aperti, non lasciare che si chiudano. Andrà tutto bene, te lo prometto" dice con un filo di voce.

Mentre mi tiene saldamente con una mano usa l'altra per asciugare il mio viso pieno di lacrime che non hanno mai smesso di scendere, dopo avermi asciugato il volto, stringe la mia mano stra la sua e mi sussurra "Shh, respira con me Camille" si ferma e aggiunge "Inspira ed esprira". JJ intanto è arrivato e tra le sue mani tiene bunny, il mio peluche. Se solo ne avessi le forze sorriderei per quanto lui mi conosca. Noah lo stringe tra le mani e dice "Ecco, guarda qui. Svuota la mente e fai dei grandi respiri " chiudo gli occhi e penso al mio coniglietto che ho portato dappertutto, che veglia su di me come un angioletto e che è sempre lì durante gli incubi. E' una delle poche cose che ho deciso di conservare, sembrerà una cosa stupida e forse risulterò infantile ma quel piccolo animale di stoffa mi fa ricordare la mia infanzia, i momenti in cui tutto quanto andava bene e sulle mie labbra e dentro al mio cuore c'era spazio solo per la felicità e non per il dolore come ora.

Nella mia testa si fa spazio un flashback. Ho quattro anni, passeggio con i miei genitori per le vie della little Italy di San Francisco. Poi improvvisamente in una vetrina di un piccolo negozio vedo un coniglietto di peluche beige con un tenerissimo musino e un naso rosa. Mi giro verso i miei genitori e grazie ai miei occhioni in un men che non si dica li riesco a convincere. Entriamo nel negozio e appena lo vedo sul mio volto compare un sorrisino. Lo chiamerò bunny.

Pian piano il battito torna regolare come il respiro, le mani smettono di tremare ma la testa gira ancora vorticosamente e le palpebre ormai sono pesanti macigni. Apro gli occhi dopo essermi calmata, con un filo di voce sussuro un "Grazie" e poi i miei occhi si chiudono esausti e il nero mi circonda risucchiandomi.

SPAZIO AUTRICE
Eccoci qui con un nuovo capitolo, che ve ne pare? Cosa ne pensate di Camille e Noah? Fatemi sapere se vi è piaciuto con un commento e una stellina.
Baci
Bea💖
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