14. Non sono sola

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Dopo l'attacco di panico mi sono risvegliata in ospedale, all'inizio ero parecchio disorientata e forse anche un pochino spaventata. Non ricordavo quello che era successo e la testa mi stava letteralmente esplodendo, solo dopo qualche istante tutto è rinvenuto a galla. Tutte le immagini, le sensazioni e la paura. Ripensando a ciò involontariamente una lacrima è comparsa sul mio viso rigandolo per poi scomparire lasciandosi dietro la sua traccia bagnata. La zia era seduta di fronte al letto con le mani congiunte sul ventre, le gambe le tremavano e non riusciva proprio a tenerle ferme.

Per un attimo sono tornata indietro di anni, mi sono rivista piccina in quel letto d'ospedale, frastornata, senza la minima idea di come tutto sarebbe cambiato da un giorno all'altro. Di come volontariamente avrei mandato tutto a rotoli, di come quella bambina pian piano sarebbe stata nascosta perchè il mondo era troppo crudele per lei e lei era troppo debole per affrontare la vita. Quella vita, se così si poteva chiamare, che il destino le aveva riservato, con tutta la sofferenza che avrebbe dovuto portare dentro al cuore che inevitabilmente si sarebbe spezzato, frantumato e devastato. Ed ora riflettendoci, se potessi tornare indietro glielo direi che le cose si possono aggiustare, che il dolore si può alleviare ma non restando soli. Perché la solitudine sembra sempre la scelta giusta, privarsi delle cose che ti fanno stare bene può sempre la punizione adatta e isolarsi sembra l'unico salvagente in grado di non farti affogare. Ma non è così, le direi che da soli non si va da nessuna parte, perchè se il dolore vuole trovarti lo fa comunque e quindi è inutile privarsi della vita e della spensieratezza. Si può andare avanti, certo che si può, con le persone giuste al proprio fianco qualsiasi vetta irraggiungibile diventa una strada piana e quasi scoscesa. Le direi di non ripetere i miei errori, perché non è stando soli che si riescono a combattere i mostri, le ripeterei fino allo sfinimento che non è colpa sua se il destino le ha portato via le due persone che più amava al mondo. Che tutto ciò è già una sfida insormontabile, andare avanti è già una battaglia dall'esito sconosciuto quindi agire così sarebbe stato pressoché inutile. Avrebbe dovuto tirarsi su le maniche e lottare, anche se non ne aveva la forza, anche se non ne aveva la voglia. Ecco cosa avrei voluto dirle se solo avessi potuto tornare indietro e fermarmi a quell'istante. Ed ecco cosa devo fare ora, riprendermi ciò che mi sono e che mi hanno tolto. Combattere fino allo sfinimento, non darla vinta alla mente e al dolore. Perdere così il controllo e annaspare in cerca di un po' di ossigeno sono sensazioni che non voglio mai più riprovare. E sì, i ricordi fanno ancora male ma io devo essere più forte di loro. Lotterò con le unghie e con i denti se necessario, ma voglio uscire da questo circolo vizioso. Voglio tornare ad essere la vera Camille per dimostrare che anche se è tutto sembra troppo difficile, se hai accanto le persone giuste tutto torna come nuovo. Camille del passato non lasciarti andare, non arrenderti mai le sussurrerei se ne avessi la possibilità.

Quando zia Chloe ha visto che ho aperto gli occhi è corsa verso di me e mi ha abbracciata, sembrava non vi volesse mai più lasciare andare. Con le lacrime agli occhi mi ha detto:
"Va tutto bene piccola mia, hai avuto un attacco di panico. Sei svenuta ma per fortuna non eri sola, con te c'erano JJ e Noah. I medici hanno deciso di darti qualcosa per essere sicuri che ti calmassi definitivamente ed hai dormito fino ad ora. Ora torniamo a casa, così mangiamo qualcosa" e prima di uscire dalla stanza ha sussurrato "Mi ha fatta spaventare tantissimo".
Per un attimo mi sono sentita dispiaciuta, colpevole per quello che la zia abbia dovuto passare. Mi ferisce sapere che le persone stiano così male a causa mia. Poi è uscita dalla stanza, dalla porta sono spuntati Jack e Noah e alla lora vista il dispiacere si è affievolito per far spazio ad un grande sorriso sul mio volto.

Mi sono rivista tra le braccia salde di Noah, mentre annaspavo e ho risentito la sua voce che cercava di tranquillizzarmi. Sapeva esattamente cosa fare, è come se lo avesse fatto già altre volte e sotto la sua presa mi sono sentita al sicuro. Anche se avevo paura, tantissima paura.

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