La mattina seguente Giulia si presentò a casa di Diego come avevano concordato a telefono. Era piena d'ansia e non sapeva come avrebbe reagito nel vederlo ma non poteva dargli buca dopo due giorni che non si erano visti quindi cercò di calmarsi e andò da lui.
«Ehi, piccola ciao.» Lui la accolse con un sorriso enorme e lei già si sentì morire. Gli si buttò praticamente tra le braccia e lo abbracciò forte.
«Ciao.» Rispose solo, dopo un po' che si trovava tra le sue braccia.
«Oggi siamo in vena di dolcezza?»
«Mi sei mancato, tutto qui.» Spiegò la hostess senza dire alcuna bugia. Era assolutamente la verità, Diego le era mancato eccome.
«Anche tu, tantissimo.» Finalmente sorrise anche la ragazza e andarono in salone a sedersi sul divano.
«Stavolta avete vinto, è andata bene. Felice?»
«E certo, mica può andarci sempre tutto male? Ogni tanto una gioia anche a noi.»
«Già. Ieri ti ho visto giocare, sei stato bravo.» Gli accarezzò il viso e poi si appoggiò con la testa alla spalla del calciatore.
«Sì ieri ho giocato bene, grazie mille.» Rispose il ragazzo per poi baciarle la testa e iniziare a scegliere insieme cosa vedere in tv.
«Ti vedo bello rilassato, vincere ti fa proprio bene.»
«Sì è vero ma non è solo quello. Avevo proprio voglia di tornare qua, di stare con te, di stare a casa. Mi sento bene ora. Poi ieri ho parlato un po' con Amir, mi sono sfogato con lui e ora mi sento più libero e sereno.»
«Ti sei sfogato con lui?»
«Sì lui è un mio caro amico, il migliore che ho qui. Mi sono confidato e gli ho parlato anche della nostra storia e a proposito stasera viene a cena qui, resti anche tu, no?»
«Sì certo va bene, se per voi va bene avere questa rompiscatole che sta sempre in mezzo, resto volentieri.» La hostess annuì e Diego sorrise dandole una leggera spinta.
«Certo che ci fa piacere, a me già lo sai e anche ad Amir, mi ha chiesto proprio lui di invitarti, gli stai simpatica.» Raccontò come erano andate le cose e Giulia annuì ancora e ora voleva saperne di più sul dialogo tra i due calciatori.
«Gli sto simpatica nonostante tu gli abbia raccontato la nostra storia? Pazzesco, non ci credo.» Sorrise imbarazzata e Diego con lei.
«No gli stai simpatica a prescindere.» Spiegò il calciatore.
«Anche a me sta simpatico però ora voglio sapere cosa gli hai raccontato.»
«Sono cose tra me e lui, mi sono confidato con lui non posso dire a te le stesse cose.» La guardò inclinando la testa e poi le baciò una guancia ma la ragazza non si diede per vinta.
«E con me non ti confidi?» Chiese ancora la mora, passando un dito sul petto del ragazzo facendolo rabbrividire. Sapeva che lui era debole quando lei lo toccava e voleva giocare su quell'aspetto.
«Certo ma non su quelle cose. Gli ho raccontato un po' di come vanno le cose tra di noi e di come ci siamo conosciuti.» A quelle parole gli occhi della ragazza per poco non le uscirono dalle orbite.
«Gli hai parlato di Lipsia?»
«Sì ma non gli ho detto le tue cose personali, tranquilla. Gli ho solo detto che ci conoscevamo già da Lipsia e che poi quando ci siamo rivisti sul treno verso Roma abbiamo ricominciato a frequentarci. Non direi mai le tue cose, lo sai.»
«Sì lo so, ma alla fine è anche la tua storia e lui è tuo amico non ci sarebbe nulla di male nel raccontarglielo se solo non fosse successo l'episodio del chinotto...» Solo a ricordare quell'episodio la ragazza si imbarazzò e Diego se ne accorse subito.
«Tranquilla, non glielo dico. Che ne dici se ordiniamo qualcosa per pranzo di già pronto? Non ho voglia di cucinare né di far cucinare te, poi stasera cuciniamo.»
«Va bene, nemmeno io ne ho voglia, voglio solo stare qua sdraiata con te e godermi le tue coccole.» Si strinse ancora di più a lui e Diego ricambiò.
Il ragazzo aveva visto dal primo momento che oggi Giulia era più affettuosa e dolce del solito ma era già successo altre volte, magari non così tanto, ma era già successo quindi non si preoccupò più di tanto.
«Però mi dici cosa hai confidato ad Amir?» La hostess mise il broncio per cercare di intenerire il tedesco che però scosse la testa non facendosi convincere.
«Ho detto di no.»
«Tanto lo so che gli hai detto che sei pazzo di me.» Lo guardò negli occhi e poi gli fece la linguaccia.
«Ah quello sicuro, non c'è stato nemmeno bisogno che io glielo dicessi l'aveva già capito da solo. Ma penso che l'abbiano capito anche i muri e pure tu, no?»
Giulia aveva detto quella cosa un po' per scherzo un po' per vedere cosa avrebbe risposto lui ma non si aspettava un'ammissione così chiara e fu spiazzata. I loro occhi erano gli uni negli altri e alla ragazza stava iniziando a mancare l'aria per ciò che stava succedendo e per i sensi di colpa che la stavano divorando. Perché l'aveva fatto? Perché era andata con quel ragazzo sul treno? Ora non riusciva più a guardare Diego negli occhi senza vergognarsi ed era una sensazione che mai avrebbe voluto provare con lui.
«Sai che mio padre mi ha scritto un messaggio su di te ieri sera?» Gli occhi le si erano fatti umidi e stava trattenendo le lacrime. «Impazzirebbe se sapesse che ti conosco.»
«Allora diglielo, non ho problemi. Alla fine è merito suo se ci conosciamo, lo devo ringraziare.» Rispose lui accarezzandole i capelli notando la sua commozione.
«Sì è tutto merito suo, assolutamente sì.» Giulia abbassò lo sguardo e stavolta qualche lacrima le scese, non riuscì a trattenerle. «Io e la mia famiglia, quindi anche mio padre, non ci parliamo da quasi due anni, da quando sono qui. Lui mi scrive ma io non gli rispondo, non ce la faccio.» Raccontò tirando poi su col naso e facendo un mezzo sorriso. Le mancava da morire la sua famiglia.
«Ti hanno fatto qualcosa di male?»
«No, no, assolutamente. Te l'ho detto che ho fatto parecchi casini quando ero a Lipsia e in quello più grosso ci sono entrati anche loro purtroppo. Mi hanno perdonata subito ma sono io che non riesco a perdonarmi, non ci riesco ancora. Non riesco nemmeno a parlare con loro, non ci riesco.» Avrebbe voluto raccontargli tutto ma non era il momento e cercò di riprendersi.
«Giulia...» Il tedesco la tirò di più a sé, stringendola al suo petto e poi le lasciò altri baci tra i capelli. «Io non so cosa ti sia successo a Lipsia per farti stare così male tanto da scappare così ma tu devi capire che il passato è passato, devi superarlo e perdonarti. L'hanno fatto loro perché non puoi farlo tu?»
«Non ci riesco.»
«E ci sta ma poi dopo un po' devi superarlo, non puoi vivere così per sempre. Ci sono cose del passato che ti faranno sempre stare male ma devi saperle distinguere dal presente perché se non lo fai rischi di fare del male a te stessa...» Si interruppe e le prese il viso tra le mani avvicinandosi a lei. «E a chi ti vuole bene e non è giusto.» Concluse lui.
«Io non voglio più fare del male a nessuno Diego.»
«Lo so e perciò, lascia stare il passato e vivi la tua vita ora, senza pensare a ciò che è già successo. Vivi ora.» Giulia stava tremando, mai aveva affrontato quella situazione e soprattutto sapeva che quel discorso poteva benissimo riferirsi anche alla storia tra lei e Diego e si agitò ancora di più.
Quegli occhi verdi così sinceri puntati nei suoi la stavano facendo sentire male. Non riusciva più a proseguire quella conversazione, doveva dirglielo.
«Diego ti devo dire una cosa, io...» Si interruppe un attimo e proprio in quel momento squillò il cellulare di Diego che guardò il display e poi si rivolse a lei.
«Scusa un attimo è Amir, me lo dici tra un secondo.» La lasciò lì sul divano e si allontanò per rispondere a telefono. Quando tornò e le chiese cosa voleva dirgli ormai Giulia aveva perso il coraggio e gli parlò di tutt'altra cosa.
Avrebbe dovuto tenersi ancora quel segreto per chissà quanto tempo e ogni ora che passava quel pensiero la faceva stare peggio.
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La Ragazza del Treno || Diego Demme
FanfictionSe ne vanno , poi tornano. Le persone se ne vanno e poi tornano, ma tu sei libero di scegliere se essere il treno o la stazione. FanFiction su Diego Demme pubblicata il 26/03/21•