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«Oh Amir, dove scappi?» Diego rincorse il compagno di squadra non appena furono usciti dagli spogliatoi dopo gli allenamenti. Erano un paio di giorni che il kosovaro gli sembrava sfuggente e voleva capire il perché.
«Oh Diego, ciao.»
«Ma tutto bene? Sono giorni che sembri un fuggitivo...» Lo accostò e gli fece quella domanda ridendo.
«Sì diciamo tutto bene, ho dei cazzi che mi girano per la testa.» Rispose Amir restando sul vago.
«Ah ho capito, l'avevo immaginato perché non ti fai sentire più. Ho pensato che ti avessi fatto qualcosa.»
«No macché, no. Te l'ho detto ho un po' di casini poi magari te ne parlo ma ora devo scappare. Ci vediamo stasera, ok?» Si allontanò velocemente dal tedesco che rimase in mezzo al vialetto a guardarlo andare via.
«Va bene, ciao.» Lo salutò e tornò alla sua auto.

Ritornò a casa dove Giulia lo stava aspettando. La salutò e si andò a spogliare mettendosi in calzoncini e canotta. Quando tornò dalla ragazza la trovò sul divano col cellulare tra le mani.
Giulia stava messaggiando con la sorella e con Amir che le aveva appena scritto.

Mi ha fermato Diego, gli hai parlato?

No.

Quando ti muovi?

Amir non è semplice.

Lo so che non lo è ma non è nemmeno difficile, diglielo e basta. Lui può solo aiutarti, cosa può andare storto?

Non voglio dargli preoccupazioni, domani giocate e non voglio distrarlo. Dopodomani glielo dico.

Ok. Hai parlato con Simona e Ingrid?

Ci sto parlando ora, mi fanno sapere nei prossimi giorni.

Va bene, fammi sapere e grazie.

«Con chi scrivi sempre?» Diego si mise seduto accanto a lei e fece il gesto di sbirciare sul cellulare della ragazza che lo posò subito accanto a lei sul divano.
«Con Simona, le ho chiesto di venire un po' insieme ad Ingrid.»
«E che ha detto?»
«Mi fa sapere, hanno molto da studiare.»
«E Ingrid poi ha scelto dove fare l'Erasmus?» Le chiese e la hostess annuì.
«Viene qui a settembre, gliel'hanno spostato di un semestre.»
«Ah bello, manca solo Simona allora.» Diego si alzò e prese il suo computer. «Che ne dici di iniziare a vedere qualche casa online?» Accese il suo McBook e guardò la ragazza in attesa della sua risposta.
«Diego ora no.» Rispose perentoria, come se gli avesse proposto di uccidere qualcuno. «Devo andarmi a fare lo shampoo e poi volevo scendere a comprare un po' di detersivi che sono quasi finiti.» Disse la prima cosa che le venne in mente e si allontanò dal calciatore. «Ne riparliamo domani?»
«Domani gioco, stasera prima di cena vado in ritiro, se ne riparla direttamente dopodomani.» Rispose Diego, innervosito.
«Ah vero, allora dopodomani.» La ragazza gli sorrise e gli girò le spalle.
«Va bene. Ma che avete tutti da scappare? Non vi capisco...» Scosse la testa guardando le spalle della ragazza che si girò di scatto e rispose.
«Non sto scappando, e poi di chi altro parli?»
«Di Amir, sembra che mi sta evitando in questi giorni, ma dice di no.» Alzò le spalle e tornò a guardare sul computer.
«Vedi che ti impressioni amore? Stai tranquillo nessuno sta scappando da te. A dopo.» Lo salutò e si chiuse nel bagno dove dopo qualche secondo di panico contattò ancora Amir.

Diego mi ha detto che lo stai evitando.

Non lo sto evitando ma non mi sento sincero al cento per cento con lui, non riesco ad essere quello di sempre.

Mi dispiace, è tutta colpa mia.

Lo è ma se dopodomani glielo dici rimedi.

L'ho promesso e lo farò. Senti con la tua sposa novità?

...
La mia sposa...

Non so come si chiama...

Eljiana.

Carina. Comunque novità?

No.

Ok, con Ingrid?

No, mi devi far sapere tu se viene o no, altrimenti trovo un altro modo per vederla.

Ok, ti faccio sapere appena mi dicono. Ci sentiamo, ciao.

Ciao.

Oh ma almeno è maggiorenne Eljiana o è una sposa bambina?

Tu sei fuori di testa... ovvio che è maggiorenne, ha vent'anni. Quasi.

Ah ok, menomale. Ciao.

Ciao.

Giulia posò il cellulare e si fece la doccia e lo shampoo, poi si vestì e scese per fare la spesa. Quando tornò trovò Diego a preparare la cena anche se erano solo le sette.
«Già prepari?»
«Sì alle dieci devo stare a Castelvolturno.»
«Ah vero. Cosa prepari?»
«Insalata di finocchi e polpette al forno.»
«Va benissimo, mi lavo le mani e sono a tavola.» Fece come aveva detto e si mise seduta al suo posto intorno alla tavola. Diego servì la cena e mangiarono parlando di cose frivole. Dopo mangiato si misero sul divano per passare quell'ultima mezz'ora prima che il tedesco dovesse andare via. Guardarono la tv per un po' poi Diego iniziò a muovere le sue mani sulla pancia della ragazza, poi sui fianchi e poi iniziò a baciarla. Giulia si rilassò subito sotto le mani esperte di lui e si lasciò trascinare dai brividi che solo lui sapeva regalarle. Il calciatore ci mise poco a spostarsi su di lei e a spogliarla. Iniziò poi, lentamente e minuziosamente, a baciarla ovunque. Partì dalla fronte passando per le guance, la punta del naso, il mento, il collo. E poi sempre più giù sui seni, sullo sterno, sulla pancia fino a fermarsi tra le gambe di lei. Di solito prima di una partita Diego preferiva non fare sesso ma quella volta sembrava voler andare contro quel principio. Si spogliò anche lui e ricominciò a baciare Giulia che lo accolse senza remore. Il tedesco appoggiò la sua fronte a quella della ragazza e la guardò fissa negli occhi mentre gli entrò dentro. Le entrò dentro piano ma la hostess strizzò lo stesso gli occhi inarcando la schiena non appena si sentì riempita di lui. Diego iniziò ad andare più veloce, con gli occhi sempre fissi in quelli di lei. Ancora più veloce, ancora più spinte.
«Mi ami, Giulia, mi ami?» Chiese alla fidanzata mentre il sudore gli tracciava la fronte e si mischiava con quello di lei. «Mi ami?» Chiese ancora dopo essersi spinto ancora una volta con forza dentro di lei.
Alla ragazza mancava il respiro, ad ogni affondo, ad ogni spinta, si sentiva sempre più al culmine e quella domanda non fece che esasperare il tutto.
«Mi ami?» Domandò ancora il calciatore e stavolta Giulia rispose.
«Sì!» Disse forte e chiaro mentre Diego si liberava dentro di lei per poi sdraiarsi accanto al corpo della ragazza che ancora tremava per l'orgasmo che aveva appena raggiunto.
Nella stanza c'era un silenzio assordante, solo i loro respiri affannati spezzavano quel vuoto totale di rumori. Poi però, la voce di Diego squarciò quell'atmosfera rilassata.
«Perché allora mi tradisci con Amir?» Domandò dal nulla spiazzando completamente la ragazza.

La Ragazza del Treno || Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora