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«Tua sorella mi ha mandato una foto delle bambine, sono bellissime con la tua maglio addosso.» Giulia era seduta sul divano mentre il tedesco giocherellava con Bonnie. Appena la ragazza parlò delle nipoti, Diego si mise seduto accanto a lei. Gli brillarono gli occhi non appena vide le due bambine con le maglie azzurre addosso e il suo nome sulle spalle.
«Quanto le amo, sono bellissime.» Sorrise e studiò quella foto in ogni dettaglio.
«Ti piacciono i bambini?» Fu Giulia a chiederglielo e lui si stranì un attimo, poi alzò le spalle e annuì.
«Mi piacciono.» Rispose solo, guardandola per un istante.
«Ne vorresti?» Era evidentemente terrorizzata dalla risposta che Diego stava per darle.
«Beh sì ma non ora.»
«E nemmeno nei prossimi anni, vero?»
Diego rise perché capì il disagio di Giulia e poi rispose.
«Se per prossimi anni intendi uno o due, no. Ma non vorrei nemmeno arrivare ai quarant'anni e non avere figli. Diciamo tra quattro - cinque anni ne vorrei.» Spiegò per poi guardare la reazione della hostess a quell'affermazione.
«Con me?»
«Giulia ma perché stiamo parlando di questa cosa? Ora non è il momento di fare figli, sta tranquilla. E poi mi chiedi 'con me?'? E con chi se no, sei la mia ragazza e un futuro lo immagino con te...»
«Ne voglio parlare perché io non sono pronta.»
«Ma certo, nemmeno io ora. Lasciamo stare, okay?»
«No non lasciamo stare perché tu hai trent'anni ed è normale che vuoi figli. Io sono ancora giovane e non so se...»
«Basta Giulia, questo argomento ora è inutile. Non voglio figli nei prossimi due anni stai tranquilla. E comunque non ti costringerei mai a fare una cosa che non ti senti di fare, lo sai. Né tra due anni, né tra cinque o sei. Sono cose che vanno decise insieme.» Si spazientì e sospirò alzandosi dal divano mentre Giulia lo seguiva con gli occhi in ogni movimento.
«Immagini un futuro con me?» Fece quella domanda con un espressione così seria che Diego si preoccupò e tornò a sedersi accanto a lei.
«Qualche volta ti ho fatto capire che per me non sei una storia seria?» La guardò come se si fosse offeso e fissò i suoi occhi in quelli della ragazza che scosse la testa per poi abbassare lo sguardo.
«No, è che non mi sembra ancora possibile tutto questo. E' così bello che mi sembra impossibile.» Disse lei con gli occhi lucidi e un sorriso timido sulle labbra.
«Non devi pensare nemmeno minimamente...» Diego appoggiò la sua fronte a quella di Giulia, le prese il viso tra le mani e continuò il suo discorso sempre restando con gli occhi nei suoi. «Non devi mai pensare, mai, che io non voglia un futuro con te e che per me non sei importante. Sei la persona più importante che ho nella mia vita e ti deve essere chiaro.» Concluse e Giulia fece di sì con la testa lentamente.
«Mi è chiaro.»
«Bene, allora non dubitare del nostro futuro.»
«Non dubito anzi mi sento fortunatissima ad averti con me. Sei un ragazzo speciale e non lo dico solo perché sei il mio fidanzato, è così e basta.»
«Anche tu lo sei e quando te ne renderai conto non sarà mai troppo tardi. Devi amarti di più, solo io non basto.»
A quelle parole il cuore di Giulia si fermò per un attimo. Quello era il modo di Diego di dirle che l'amava: niente fronzoli, niente cose esagerate e lustrini solo occhi sinceri e lucidi che si specchiano tra di loro.
Lo abbracciò e poi si baciarono facendosi trasportare dalle emozioni.
Restarono sul divano abbracciati a coccolarsi per un paio di ore, poi si prepararono per andare ognuno al proprio lavoro. Giulia stava continuando a lavorare in aeroporto nonostante ormai fosse iniziato novembre e il flusso di turisti fosse notevolmente diminuito, e le stava piacendo tanto. Aveva turni flessibili e poteva gestirseli autonomamente, era perfetto. Quella sera lavorava fino alle otto e doveva iniziare alle due. Si avviò all'una e mezza e arrivò in perfetto orario. Quando uscì e andò a prendere l'auto dal parcheggio del personale notò che i tergicristalli della sua auto erano spostati dalla loro posizione naturale. Le parve strano perché non li aveva nemmeno utilizzati quel giorno ma non si soffermò più di tanto e salì in auto tornando a casa.
A casa insieme a Diego trovò anche Amir e dopo essersi fatta una doccia rilassante ed essersi messa comoda, trovò anche la cena già pronta che era stata preparata dai due ragazzi.
«Wow che privilegiata che sono, ben due uomini ai miei servizi.» Disse divertita.
«Diego mi sa che la tua ragazza non è soddisfatta di te eh, guarda che proposte mi fa.» Commentò il biondo beccandosi uno schiaffo dietro la nuca dal tedesco.
«Ti piacerebbe...»
«Beh sì non lo nego. Comunque devi essere proprio insaziabile per non accontentarti di Diego che è mostruoso...» Spalancò gli occhi facendo ben capire a cosa si riferisse e Giulia scoppiò a ridere.
«Ma infatti stai facendo tutto tu eh! Diego mi sazia eccome, non ho bisogno di altro, grazie.» Lo spinse e risero.
«Vedi? Tornatene in letargo oppure trovati una ragazza invece di fantasticare sulla mia.»
«No amico, fai il serio, sto scherzando. Le donne degli amici nemmeno le guardo, troppo rispetto.»
«Bravissimo. E invece la ragazza quando te la trovi?» Gli domandò ancora Diego e lui sospirò.
«Sembri mia madre alla cene di famiglia, che palle.» Si interruppe facendo ridere gli altri due. «Comunque mi fidanzerò quando riuscirò a frenare la mia gelosia ossessiva, la mia rabbia, le mie mille fisse, la mia possessività e la mia follia. Insomma quando troveranno una cura alla malattia mentale che mi ritrovo.» Spiegò lasciando di stucco la coppia che aveva di fronte.
«Non ti facevo così geloso anzi pensavo il contrario.» Diego non conosceva quel lato del carattere dell'amico e ne restò stupito.
«Non mi hai mai visto con una ragazza che mi piace davvero, credimi, sono insopportabile. Me ne rendo anche conto e spesso sfocio nella violenza ma non so controllarmi.» Disse ancora, beccandosi un'occhiataccia da Giulia.
«Violenza?»
«Non verso la ragazza eh, assolutamente. Ma mi è capitato di tirare un paio di cazzotti a coglioni che le giravano intorno.»
«Addirittura?» Diego non riusciva a credere alle sue orecchie. Amir era la persona più simpatica, avvicinabile e gentile che aveva conosciuto a Napoli e non riusciva a credere a quelle cose.
«Credimi, divento un'altra persona. Ed è per questo che preferisco non affezionarmi troppo alle ragazze, perché poi è la fine.»
«Sì ma devi fartelo passare, non puoi stare da solo per sempre.» Giulia rispose e lui annuì.
«Vero, ci devo provare ma non mi fido di me stesso. Prima o poi lo farò.»

Continuarono a chiacchierare e passarono la serata senza nemmeno accorgersene. Il kosovaro verso le undici andò via e Diego e Giulia se ne andarono a letto. Dopo nemmeno un quarto d'ora sentirono bussare al citofono e Diego si alzò per andare a vedere. Chiese chi fosse ma dall'altro lato non rispose nessuno, così riagganciò e tornò a letto.
«Chi è?»
«Forse qualche ragazzino ha bussato per scherzo, non ha risposto nessuno.» Disse tirando la ragazza a lui e tornando a rilassarsi.
«Va bene, buonanotte allora.» Si baciarono e si addormentarono poco dopo, ignari di ciò che da lì a poco sarebbe successo.

La Ragazza del Treno || Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora