«Ok, ci siamo.» Giulia respirò profondamente e si voltò verso Diego. «Mi aspetti dieci minuti qua? Ti vengo a chiamare io.» Gli disse e il calciatore annuì.
«Vai e non pensare a me, ti aspetto.»
I due ragazzi avevano parcheggiato poco distanti da casa di lei. Era appena iniziato ottobre e a Lipsia faceva freddo ma non ancora freddissimo. Non pioveva ma il cielo era grigio come quasi ogni giorno da settembre a maggio. A Diego era mancata quella città, ci aveva vissuto sei anni e mezzo e gli era rimasta nel cuore.
«Vado.»
«Vai.» Il calciatore prese il viso della sua ragazza e la baciò per tranquillizzarla. Lei dopo qualche istante prese il cellulare e mandò un messaggio alla sorella avvertendola della sua presenza fuori casa. Non passarono dieci secondi che la porta si aprì e ne uscirono fuori sia Simona che un ragazzo bruno e alto.
Giulia non appena vide il fratello si agitò, era così bello e gli era mancato così tanto che per poco non sveniva. Uscì dall'auto e si avviò verso di loro. La prima che si ritrovò sulla strada fu Simona che la abbracciò fortissimo, poi a quell'abbraccio si unì anche Roberto, il fratello maggiore. Non passò molto che scoppiarono tutti e tre a piangere, poi Simona si staccò da loro e lasciò lo spazio al fratello di stringere forte Giulia. I due sembravano non avere alcuna intenzione di separarsi e Diego dalla sua auto guardava tutto con la solita emozione che lo legava a Giulia. Poi i tre entrarono in casa e Giulia si sentì come se il cuore le esplodesse in petto. Il padre la accolse in lacrime, la madre anche. Le dissero che non volevano perderla più e che erano stati male in quegli anni senza di lei. Passò più di mezz'ora prima che la ragazza si riuscisse a calmare, le servì una camomilla. Era circondata dalla sua famiglia, dalle persone che più la amavano al mondo e che lei più amava al mondo e non le sembrava ancora vero. Fu proprio quel pensiero che le fece ricordare di Diego lì fuori che la aspettava.
«Ho una sorpresa per voi.» Disse alzandosi di scatto dalla sedia dove era seduta. Simona capì subito e annuì sorridendo. «Torno subito.»
Corse fuori e attraversò la strada raggiungendo Diego.
«Vieni, siamo pronti.»
«Eccomi, aspetta.» Uscì dall'auto e aprì il cofano prendendo due mazzi di fiori e una busta di cartone.
«Ma Diego!»
«Shh lasciami fare.» Le sorrise ed insieme andarono verso la casa. Entrarono e Giulia entrò per prima nella stanza dove erano tutti riuniti.
«Papà, mamma, Roby... se sono qui e ho saputo perdonarmi ed andare avanti non è solo merito mio, ma anche di qualcun altro. Qualcun altro che fa parte della mia vita da tempo e che volevo presentarvi.»
«Il fidanzato?» Il padre chiese e Giulia annuì.
«E che fidanzato! Papà preparati...» Simona come al solito commentò e Giulia la guardò come ad intimarle di stare zitta.
«Vi presento Diego, il mio fidanzato.» Finì poi, facendo un passo indietro e prendendo per la mano il ragazzo che la stava aspettando nel corridoio. Quando il calciatore entrò in cucina il padre e il fratello di Giulia rimasero impietriti. Lo guardavano a bocca aperta senza proferire parola. Diego diede i due mazzi di fiori alla suocera e alla cognata che lo salutò con la solita veemenza saltandogli letteralmente addosso.
«Grazie Diego, sei un tesoro. Siete bellissimi, vi amo.» Li abbracciò e li sbaciucchiò entrambi.
«Grazie mille ma non ti dovevi scomodare.» Anche la madre di Giulia lo ringraziò e lui le sorrise.
«Papà, Roberto? Dite qualcosa?»
Ora tutti gli occhi erano puntati sui due uomini che a loro volta continuavano a fissare Diego.
«Piacere di conoscervi, sono Diego.» Il calciatore allungò la mano verso il più grande dei due che si alzò e rispose tendendo la mano.
«Piacere mio, Diego Demme?» Domandò facendo ridere tutti.
«Sì sono proprio io.» Rispose lui sorridendo.
«Il Capitano...» Mormorò Roberto e Diego fece di nuovo di sì con la testa.
«E' il mio fidanzato soprattutto, poi sì, ex capitano del Lipsia e centrocampista del Napoli.» Ci tenne a precisare Giulia.
«Tu lo sai che io ti ho sempre apprezzato, sì?»
«Lo so, lo so bene. E infatti ho qui dei regali per voi.»
«Diego ma perché? Non dovevi...» Fu la mamma di Giulia a parlare e poi anche lei stessa lo fece.
«Mamma credimi non ne sapevo niente nemmeno io.» Alzò le spalle e Diego prese la parola.
Tirò fuori dalla busta una prima maglia rossa e bianca col numero 31 sulle spalle e il suo cognome.
«Questa è la maglia della mia ultima partita al Lipsia, autografata da me e da tutta la squadra. E' per voi.» La porse al suocero che lo guardò con la bocca sempre più spalancata.
«Ma Diego, questo è troppo. E' un tuo ricordo, non lo possiamo accettare.»
«Tranquilli, ne ho un'altra per me.» Sorrise e tirò fuori un'altra maglia stavolta a righe bianca e azzurra col 10 e il nome Maradona sulle spalle.
«Questa è l'edizione speciale!» Urlò Roberto.
«Sì, ed è autografata da tutta la squadra. Poi...» Ne estrasse ancora un'altra e la mostrò a tutti. «L'ultima, questa è la mia del Napoli, con solo la mia firma e una dedica. Spero vi piacciano.» Sorrise porgendo l'ultima maglia al fratello maggiore che guardò il padre e poi Giulia.
«Certo che ci piacciono, sono bellissime, grazie.» Roberto lo abbracciò e poi anche il padre.
«Okay.» Giulia si intromise e diede un bacio sulla guancia a Diego che la tirò a sé appoggiandole una mano su un fianco.
«La cosa più importante, a parte tutto, è che ami e rispetti mia figlia. Ne ha già passate tante e merita solo il meglio.»
Giulia si commosse di nuovo a quella parole e quando Diego annuì si sentì ancora una volta la donna più fortunata del mondo.
«E' la cosa più bella che mi sia mai capitata, mi impegnerò sempre per renderla felice.»
Tutti li guardarono felici e i due si baciarono a stampo.
«Mi fa piacere che la pensi così. Non so se sai cosa ha dovuto passare...» Guardò Diego che annuì ma fu Giulia a parlare.
«Diego sa tutto ma non ne voglio più parlare.»
«No certo, il passato è passato. Dobbiamo vivere nel presente e goderci tutte le cose belle della vita.» Terminò e Simona cambiò argomento.
«Papà lo sai che è grazie a te se si sono conosciuti questi due?»
«A me?» Il padre, il signor Salvatore, si stupì di quella cosa e guardò la figlia.
«Sì papà, tu parlavi sempre di lui ed è così che l'ho scoperto. E poi ho fatto di tutto per conoscerlo...» Sorrise guardando il suo fidanzato che ora era seduto a tavola con gli altri.
«Vi conoscevate già a Lipsia?»
«E' una lunga storia però sì, ci conoscevamo già a Lipsia e poi ci siamo rincontrati a Napoli e abbiamo iniziato a frequentarci.»
«E ora viviamo insieme e ci sopportiamo ogni giorno.»
«Ah convivete?»
«Sì da un mesetto. Stiamo bene.» Giulia fece di sì con la testa. «Speriamo di continuare sempre così.» Concluse e Diego le baciò una guancia.Passarono il resto della giornata lì, poi il giorno dopo andarono ad Herford dove la famiglia di Diego viveva e passarono un'altra bella giornata da loro.
Trascorsero quella settimana tra le due famiglie e alla fine quando tornarono a casa si resero conto che senza di loro stavano vivendo la loro vita a metà, ora invece, si sentivano più completi e felici.
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La Ragazza del Treno || Diego Demme
Fiksi PenggemarSe ne vanno , poi tornano. Le persone se ne vanno e poi tornano, ma tu sei libero di scegliere se essere il treno o la stazione. FanFiction su Diego Demme pubblicata il 26/03/21•