Xmas tree

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Corro in pista, non mi importa se non indosso i pattini, vado comunque.

Ricevo anche vari insulti come: “Ma sei idiota? Non si può andare su una pista di pattinaggio con le scarpe”.

Io mi frego e vado a controllare come sta Josh: credo si sia rotto la caviglia, esamino per bene il corpo e poi inizio ad urlare: “Cretino, te lo avevo detto che ti facevi male!! TE LO AVEVO DETTO!!!”. Lui non risponde, ma emette dei suoni terrificanti dovuti al dolore; non riesco a trattenermi e quindi comincio a piangere, per poi urlare nuovamente: “CHE GUARDATE? FATE QUALCOSA PIUTTOSTO!!”. C’è qualcuno, che finalmente chiama l’autombulanza e io resto accanto a Josh, cercando di farlo calmare accarezzandogli i capelli.

In quel momento un’ondata di pensieri negativi, mi travolgono: e se si fosse rotto qualcosa di importante? E se non potesse più camminare? E se dovesse affrontare un’operazione? Inizio a piangere e Josh, nonostante il dolore immenso, mi consola e mi rassicura.

Dopo poco arriva l’autombulanza che lo porta via. “Vengo anche io” Dico, con tono di superiorità. “Signorina, non può”.

Inizio sul serio ad arrabbiarmi, talmente tanto da minacciarli ma almeno riesco a convincerli di portarmi con Josh.

Durante il tragitto, gli tengo la mano e gli sposto ciocche di capelli dietro le orecchie, dopo un lungo silenzio lui dice: “Mi dispiace, mi dispiace di aver avuto questa assurda idea”.

“Hey, va tutto bene! Non preoccuparti e poi è stata un’idea carina” Affermo con un sorriso.

In realtà è stata una PESSIMA IDEA, sapevo benissimo come sarebbe andata a finire ma Josh, quando ha un’idea, non ascolta nessuno.

Ed eccoci qui: in un’autombulanza, poteva evitare di fare acrobazie varie, ma invece si è dato alla pazza gioia.

Dopo mezz’ora, all’incirca, arriviamo all’ospedale e ancora non lascio la mano di Josh, vorrei non lasciarla mai.

“Jen, ora mi devono visitare.. devi aspettare qui, vedrai che andrà tutto bene” Mi rassicura, con un finto sorriso.

Lui entra dentro e io mi accomodo, per quanto comoda possa essere, su una poltroncina alquanto vecchia.

Io detesto gli ospedali: detesto vedere le persone malate, ferite, in fin di vita.

Credo che durante gli anni, abbia nutrito una forte paura per questi posti.

Guardo di continuo l’orologio: perché Josh non è ancora uscito?

Improvvisamente, mi sento picchiettare sulla spalla destra: è un’adorabile bambina, con una treccia e la spilla della ghiandaia.

“Tu…tu sei..LEI!!” Dice, mostrando una foto di Katniss.

Annuisco e lei continua a parlare: “Sei ancora più bella da vicino” Afferma, timidamente.

 “Grazie piccolina, anche tu sei molto bella: assomigli ad una principessa”.

In effetti era vero, era molto bella: pelle chiara, occhi blu, capelli biondi, due guance paffute.

Dopo aver fatto una foto insieme le chiedo: “Perché sei qui?”

“Perché ho la leucemia, ma mamma ha detto che non è nulla di grave”.

Resto un po’ sconvolta dalla sua affermazione, quasi che piango.

Spero con tutto il cuore di vedere ancora questa piccola e dolce bambina.

“Certo che non è nulla di grave!...Come ti chiami?” Domando, per cambiare discorso.

“Mi chiamo Marigold”.

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