Capitolo 18 - Leyla

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ASLI

Sono ancora tra le braccia di Burak, ci siamo addormentati così. Lo osservo silenziosamente mentre dorme.

Con Volkan, non ho mai provato tutte queste piacevoli sensazioni. Oltre i baci non c'è stato nient'altro, ma quello che sto sentendo con Burak, i suoi baci, le sue carezze, semplicemente il suo tocco su di me, mi fa provare brividi intensi. Con Volkan invece, spesso mi scansavo rifilandogli delle scuse. A volte, il suo tocco mi infastidiva ad essere sincera.

Sono quasi spaventata dalla felicità che sto provando in questo momento. Burak ha dimostrato di amarmi, ma io sono ugualmente un po' paranoica. E se dovesse rendersi conto di aver sbagliato tutto a raggiungermi qui? Se gli mancasse la sua vecchia vita?

Sospiro rumorosamente, pentendomene all'istante, dato che son riuscita a svegliarlo. Delicatezza non è di certo il mio secondo nome. Devo comunque smetterla di vivere costantemente con la paura. Prendo il mio telefono e noto che sono le 16.00, tornerei volentieri in piscina, per godermi un altro po' di relax.
<< Asli, non devi aver paura di nulla. I miei sentimenti per te sono sinceri. Non credo di essere mai stato così felice>>. Eppure credevo di averle solo pensate quelle cose, non immaginavo di aver parlato ad alta voce.
<< Burak, stavi facendo finta di dormire per caso?>>. Vorrei capire se mi legge nella mente o ero talmente immersa nei miei pensieri, da non udire nemmeno più la mia voce.
<<Dormivo beatamente, l'unica cosa che ho sentito è stato il tuo lungo sospiro. Sai, sei un libro aperto per me. Il tuo viso mi ha comunicato tutti i tuoi assurdi pensieri. Dico assurdi, perché non riesco a credere che tu abbia dei dubbi, dopo che ti ho chiaramente detto di essere qui, in questa città solo per te>>.
Credo di averlo irritato, giusto un pochino.
<<Burak, devi perdonarmi, ma se dici di conoscermi, dovresti conoscere anche le mie mille insicurezze>>.
<<Credi che non le conosca? Ti torturi il labbro superiore quando sei nervosa, hai gli occhi che sembrano essersi dispersi, quando inizi a pensare follemente come è successo poco fa.
Diventi sarcastica quando sei gelosa, poiché troppo orgogliosa per ammetterlo.
Sembri una tenera bambina quando arrossisci ad un complimento, arricciando con il dito una ciocca di capelli. Vuoi che continui? Solo una cosa non ho mai capito, i tuoi sentimenti per me. O meglio, avevo avvertito stranezza nel tuo comportamento, ma anche se posso sembrare spavaldo, anche io sono molto insicuro, anzi lo sono stato fino a poco prima che mi dicesti di ricambiare i miei sentimenti.
Avevo paura di perderti, prima ancora di averti. Ma se avessi lasciato che la paura, avesse la meglio su di me, a quest'ora non staremmo qui insieme>>.
Ha finito di parlare, ma sembra ancora molto nervoso.
Sono stata una stupida a pensare quelle cose, è come se gli avessi detto di non credere in noi.
Sento gli occhi inumidirsi, ha captato ogni mio dettaglio e io sono riuscita a ferirlo proprio il giorno di San Valentino. Dovrei battermi il cinque, ma in testa! Con un movimento rapido, mi butto all'improvviso tra le sue braccia. Lui mi stringe forte, appoggiando il suo viso sul mio collo, inalando l'odore della mia pelle.
<< Perdonami Burak, tutto quello che sto vivendo è talmente bello, da averne paura ma, dopo i miei genitori, non c'è un'altra persona di cui io mi fidi ciecamente, come te>>. Spero riesca a perdonare questo mio comportamento, a tratti infantile, me ne rendo conto persino io, non fatico ad ammetterlo.
<<Ti amo piccola>>. Una parola così piccola, ma capace di spezzare ogni tipo di timore.

<<Burak, che ne pensi di andare giù in piscina a rilassarci ancora un po'?>>

<<Ecco, questa mi sembra un'idea geniale!>> mi dice, strizzandomi l'occhio.
Essendo al primo piano la nostra stanza, decidiamo di scendere le scale, senza usare l'ascensore.
Arriviamo all'interno della piscina coperta e sistemiamo i nostri asciugamani sui lettini.
<<Amore, prendo il telefono, facciamoci una foto. La foto del nostro primo San Valentino insieme>>. Cerco il telefono nella mia borsa, ma non trovandolo, capisco di averlo lasciato in camera.
<<Credo che dobbiamo farla con il tuo, poi andrò a recuperare il mio in camera>>. Mi cinge un fianco e subito dopo scatta una foto.
<<Fammi vedere com'è venuta?>>, mi sporgo verso il suo telefono e noto che come al solito, son venuta con gli occhi chiusi. Chissà perché la cosa non mi sorprende.
<<Credo che forse, anzi togliamo il forse, dobbiamo assolutamente rifarla>>. Ci rimettiamo nella stessa posa di prima e finalmente questa volta, la foto è venuta perfetta.
<<Bene, allora salgo un attimo in camera a recuperare il mio cellulare>>.
<<Ok. Ti aspetto qui>>.
Questa volta per fare prima decido di prendere l'ascensore. Mentre aspetto che arrivi, prendo le chiavi dalla borsa e non appena sento il suono delle porte che si aprono, entro velocemente dentro, ma avendo ancora la testa abbassata, non appena metto un piede dentro, vado a sbattere contro un muro. Alzo gli occhi e solo ora mi accorgo che non è affatto un muro. Ho urtato un ragazzo dal corpo marmoreo. È molto alto, constato osservandolo.
<<Perdonami, stavo cercando le chiavi, non ti ho proprio visto>>.
Gli rivelo sinceramente.
<<Figurati, nessun problema. Non capita tutti i giorni di essere urtato da una bella ragazza. Anzi, magari era destino che ci incontrassimo>> mi dice sorridendomi maliziosamente.
Mamma mia, queste frasi scontate, per far colpo su una ragazza, le odio.
<< Mi spiace deluderti, ma il mio destino è già felicemente scritto>>, le porte dell'ascensore si aprono nuovamente, segno che sono arrivata al mio piano. Con un cenno della mano, lo saluto freddamente ed esco da lì per andare nella nostra camera. Afferro il telefono ed esco dalla stanza, per tornare nuovamente giù in piscina.
Per un attimo ripenso a quello sbruffone, che ho incontrato poco fa.
Cammino velocemente, come a voler rimuovere quel ricordo, sono appena arrivata davanti la porta della piscina. Afferro la maniglia, ma rimango per un attimo immobile. Mi è sembrato di aver sentito chiamare il mio nome.
<< Asli, aspetta!>>. Giro la testa verso sinistra, mentre ho ancora la mano sulla maniglia della porta, ma forse è meglio toglierla. Con la fortuna che mi ritrovo, qualcuno potrebbe aprirla all'improvviso e darmela in faccia. 

SEI DA SEMPRE NEL MIO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora