Capitolo 19 - Un caso importante

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BURAK

Il suono brusco della sveglia mi fa alzare di soprassalto. Questi ultimi giorni li ho trascorsi quasi sempre con Asli, tanto che ora mi sento solo in questo letto, sento già la sua mancanza, nonostante siamo stati tutta la serata insieme ieri. 

Quando l'ho riaccompagnata a casa, sono sceso con lei e alla fine abbiamo deciso di cenare insieme nel suo appartamento. Non ho ricevuto alcuna proposta da parte sua, nessun invito a rimanere a dormire da lei. Inizialmente ci sono rimasto un po'male, ma la conosco meglio di quanto conosca me stesso e so che la spaventa iniziare una convivenza così su due piedi, anzi ad essere sinceri, a lei la convivenza non è mai piaciuta. Ha sempre detto che il giorno in cui avrebbe trovato l'uomo della sua vita, lo avrebbe sposato. Ricordo ancora la morsa alla stomaco che avevo provato, nell'udire quelle parole. Non riuscivo, ne volevo immaginarla con un altro uomo.

Ma non avendo compreso bene la natura di quell'improvviso fastidio, ho fatto finta di riderci sopra e prendendola in giro gli avevo detto che non poteva obbligare qualcuno a sposarla. Ma lei non lasciandosi scalfire da ciò che gli avevo appena detto, mi rispose che se una persona ti ama sul serio non ha paura di mettere una fede al dito, anzi la mostra con orgoglio. Ad essere sinceri, non mi stupisce che pensi queste cose, perché ha sempre adorato organizzare matrimoni e sta lì a studiare meticolosamente ogni minimo dettaglio. 

Chissà forse un giorno ci sposeremo. Per la prima volta non ho paura di nulla, anzi sono sicurissimo che non la lascerò a nessun'altro. Certo è presto per parlare di una cosa così importante, anche se ci conosciamo da una vita e quindi non sarebbe un passo avventato. Però non voglio correre, ci siamo appena ritrovati e voglio corteggiarla come fa un vero fidanzato, voglio regalarle certezze e farla sentire ogni giorno più importante per me.

E' la notifica di un messaggio a riportarmi alla realtà. Lo afferro e leggendo il suo nome, sorrido come un bambino a cui hanno appena comprato, il suo gelato preferito. 

Asli mi augura un dolce buongiorno con accanto un cuoricino. Ci rifletto un attimo sopra prima di scriverle:

<<Con te al mio fianco poteva essere decisamente migliore il mio risveglio>>. Può sembrare una frase scontata ma è ciò che realmente penso. 

Il mio telefono emette il suono di una nuova notifica. La sua risposta non ha tardato ad arrivare.

<< Mi sei mancato molto anche tu stanotte, ma ora devo muovermi altrimenti arrivo tardi a lavoro e Daphne potrebbe farmi rimpiangere seriamente la nostra giornata di relax>>. Noto con stupore che tra i due quello che ha abbandonato ogni forma di razionalità sono io. 

Asli mi ha completamente stravolto la vita, mi sento un uomo migliore.

<<Per ora ti lascio andare, ma stasera non credere di poter scappare!>>. Non credo riuscirei a stare un giorno senza stringerla a me.

<<Vieni da me?>> mi chiede lei con uno smile sorridente. 

<<D'accordo, sarò da te per cena. Seny Sevyorum>>. 

<<Ti amo anche io>>.

Rimetto il telefono sul comodino e mi alzo. Bevo un caffè al volo, non ho tempo di mangiare adesso, semmai prenderò qualcosa più tardi. Decido di indossare il completo blu scuro, una camicetta azzurra e siccome stamattina ho udienza alle 11.00  indosso anche una cravatta del medesimo colore del completo. Non sono solito indossarle in ufficio, non le sopporto troppo per essere sinceri. Le indosso solo quando vado in tribunale.

La causa di oggi è abbastanza particolare. Riguarda una donna che è scappata di casa dodici anni fa con il suo amante, lasciando al marito la loro bambina di appena un anno. Inoltre non ha mai cercato nessuno per per avere notizie di sua figlia. Ha addirittura cambiato numero di telefono a quanto dice Marco, il mio assistito. Perché ovviamente non riuscirei mai a difendere una persona che fa simile cazzate, a meno che non abbia un motivo valido e importante da essere costretta a farlo. Due mesi fa si è rifatta viva è tornata qui a Firenze, accompagnata dal suo nuovo compagno, pretendendo di portare ad abitare con se, nella sua nuova casa, la bambina, ora diventata una graziosa adolescente di dodici anni. Provo una profonda ammirazione verso quell'uomo, che ha saputo prendersi cura di sua figlia Alice, tutto solo. I suoi genitori non sono di questa città, ma di Milano, per cui si vedono qualche volta nel weekend. Inutile dire che la ragazza non vuole vedere, né sentire la donna che l'ha abbandonata. Quando sono venuti qui da me per spiegarmi la loro storia, come sono andate le cose, mi ha esplicitamente chiesto di fare il possibile per non separarla dal suo papà, dicendomi di non riuscire proprio a considerare sua madre quella donna. Essendo ancora minorenne la decisione spetta al giudice, per cui dovrò fare tutto il possibile per far vincere la giustizia, ma soprattutto per non togliere serenità a quella ragazzina, che ha pianto tutte le sue lacrime, per essere stata abbandonata quando era così piccola. Con quale faccia, mi chiedo, possa tornare dopo tutto questo tempo e pretendere che sua figlia le si butti tra le braccia? Se dice di aver capito i suoi errori e di voler riconquistare il bene di sua figlia, sta innanzitutto sbagliando strategia. Non può costringerla a vivere insieme a lei se è felice con il suo papà e farò tutto ciò che è in mio potere per farlo capire al giudice. 

SEI DA SEMPRE NEL MIO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora