Capitolo 4 - Mille dubbi

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BURAK

Una volta sceso dall'aereo, chiamo i miei per informarli che sono atterrato e dopo aver rassicurato mia madre, che il viaggio è andato bene e non ci sono state turbolenze di nessun genere, li saluto e chiamo un taxi che mi porterà direttamente sotto il mio appartamento.
Devo innanzitutto poggiare le valigie, trovare lo studio dove lavorerò da domani, dopodiché potrò finalmente andare da Asli.
Mentre osservo la città dal vetro del taxi ripenso a ciò che mi dissero mia madre ed Emel la madre di Asli. Per loro sono stato uno stupido a farla andare via senza prima parlarle. Ovviamente inutile dire che se ne erano accorte da parecchio tempo del nostro legame.
Emel ha voluto confidarmi che è sicurissima dei sentimenti che prova la figlia per me. Ma io se non vedo, non credo.
Il padre di Asli invece, Adam, dopo una lunga ramanzina mi ha abbracciato, dicendomi che finora è sempre stato tranquillo sapendola con me, quando uscivamo insieme, perché sa che l'avrei protetta da chiunque, qualora fosse stato necessario.

Dopo pochi minuti arrivo sotto quella che sarà la mia futura casa da ora in poi.
Per ora però, non ho intenzione di comprarla, voglio prima vedere come va qui, sia con lei che con il mio lavoro. Poi mi piacerebbe un giorno andare a vivere insieme ad Asli e lì sceglieremo insieme la casa dove abitare, ovviamente se anche lei vorrà.
Dopo aver sistemato le valigie e preso qualcosa da bere, scendo per andare a vedere il mio studio. Nell'attesa di acquistare un auto, per ora mi muoverò con il servizio taxi.

Arrivo in studio, controllo l'orologio, sono le 14.00 di pomeriggio, ci metterò sicuramente un po' ad abituarmi al nuovo orario, ma ho un ottimo spirito di adattamento.

<< Salve, sono l'avvocato Burak Mazharoğlu della sede di Istanbul, potrei parlare con l'avvocato Brunetti?>>. Domando alla segretaria.

<<Salve a lei. Io sono Azzurra Bianchi, si accomodi pure, lo vado ad avvisare del suo arrivo>>.

<<La ringrazio, ma mi dia del tu, dato che lavoreremo insieme>>.

<<D'accordo, a patto che anche tu mi chiami Azzurra>>.

<<Affare fatto!>> le dico stringendole la mano. Facendo questo lavoro, ormai è un gesto che compio con naturalezza. Azzurra si alza dalla sua postazione e si incammina lungo uno stretto corridoio. Lo studio è di modesta grandezza, completamente arredato con mobili chiari, mi giro e noto un'ampia sala, che presumo essere per le riunioni, con al centro un lungo tavolo in vetro.

<<Avvocato Mazharoglu?>>. Volto lo sguardo, trovandomi davanti un ragazzo che potrà avere più o meno la mia età.

<<Piacere, io sono l'avvocato Nicolò Brunetti, ma mi può chiamare semplicemente Nicolò, dopotutto, forse siamo anche coetanei>>. Gli italiani sono persone molto ospitali, non che noi siamo da meno, però è bello trovare persone così quando cambi paese, è più facile riuscire ad ambientarsi.

<<Il piacere è tutto mio, sono Burak, in effetti potremmo esserlo io ho 32 anni>>, gli dico per fargli capire che anche con me può parlare senza formalità.

<<Allora quasi coetanei, io ho due anni in più.
Immagino tu abbia già conosciuto la nostra segretaria Azzurra, ma voglio presentarti anche Jennifer un'altra collega e colgo l'occasione per farti vedere il tuo ufficio>>. Lo seguo lungo il corridoio, fino a che non lo vedo aprire una porta, rivelando al suo interno un ufficio davvero spazioso, con poltrone bianche in pelle, una scrivania grigio chiaro e una sedia girevole del medesimo colore. C'è anche un piccolo balcone in questo ufficio.

<<Ecco, questo è il tuo!>>, mi dice Nicolò e sono proprio felice che sia questo il mio, perché mi piacciono gli ambienti luminosi ed ogni tanto ho bisogno di prendere un po' d'aria, quindi mi fa piacere che ci sia questo balcone.

<<Grazie mille, è veramente bello>>. Gli dico sinceramente.

Proprio di fronte al mio ufficio c'è n'è un altro. Sulla porta è affissa una targhetta con scritto "Avvocato Jennifer Serra", quindi deduco si tratti dell'altra collega. In realtà Nicolò è il proprietario di questo studio, nonché socio di Rupert. Quest'ultimo mi raccontò che Nicolò soggiornò nel nostro paese, per una vacanza estiva, si conobbero e nacque da subito una bella amicizia, decidendo in seguito di mettersi in società denominando lo studio:
"Studio Legale Yazici-Brunetti".
Nicolò bussa alla porta dell'avvocato Serra.
<<Avanti>>, dice lei.
<<Jennifer volevo presentarti Burak. Viene da Istanbul, dallo studio di Rupert, quel mio amico di cui ti parlai tempo fa>>.
La giovane donna che poco prima era seduta, intenta a scrivere qualcosa sul suo portatile, si alza, offrendomi un caloroso sorriso e porgendomi la mano.
<< Benvenuto nella nostra squadra Burak, io sono Jennifer, o anche Jenny se preferisci>>.
<<Piacere mio, Jennifer!>>, non voglio che pensi che sia rimasto affascinato da lei. Sicuramente è una bellissima donna, ma io non sono interessato.
<< Grazie a entrambi per la piacevole accoglienza, ora però dovrei andare via, ci vediamo domattina alle 9.00 va bene? "
<<A domani Burak>>.
Decido di congedarmi perché voglio andare da Asli, non voglio attendere oltre.
Scrivo su google maps "Dream Events", che è il nome dell'agenzia dove lavora.
5 minuti a piedi, mi indica il navigatore. Benissimo! Siamo super vicini!

Sto per arrivare finalmente, ma all'improvviso noto una pasticceria e penso che potrei rendere ancora più dolce la mia sorpresa, lei è sempre stata una grande golosona, quindi senza la minima esitazione, decido di entrare li. Sto per aprire la porta, ma mi blocco nel momento in cui la vedo attraverso la vetrina.
È girata di spalle, eppure la riconoscerei tra mille.
È insieme a un ragazzo molto più alto di lei, che ha una mano appoggiata sulla sua schiena, in un gesto troppo intimo e confidenziale.
Lei si gira di lato e lo guarda con un sorriso, lui ricambia spostandole una ciocca di capelli dal viso e io nel mentre li osservo con una rabbia indescrivibile. Mi incupisco e stringo il pugno della mia mano, facendo un respiro. Provo a calmarmi, chiudo gli occhi un istante e lascio andare la maniglia della porta, che senza accorgermene, stavo stringendo con tutte le mie forze.
Non sopporto proprio di vederla con qualcun altro, perché sono sempre stato innamorato di lei anche se sono troppo orgoglioso per ammetterlo.
Ma ora che ne ho la piena consapevolezza e che ho capito che il mio orgoglio l'ha allontanata da me, non lascerò più, che nessuno me la porti via. Certo, non ho messo in conto che poteva aver trovato qualcuno e quest'ultimo pensiero mi fa diventare matto. Ma se sono venuto fin qui, non è per piangermi addosso ed arrendermi alla prima difficoltà. Rischierò un rifiuto, ma le dirò ciò che provo.

Non faccio in tempo a finire queste mie ultime riflessioni che la porta si apre ed esce lei, in tutta la sua bellezza. Ero rimasto imbambolato a pensare, rimuginare su quel ragazzo che la stava toccando, che non ho visto che stava venendo nella mia direzione. Non appena mi vede, si immobilizza, credo che nemmeno un fantasma l'avrebbe stupita cosi. <<Asli tutto bene?>>. La voce di quel ragazzo mi irrita, deve toglierle le mani di dosso, subito, penso tra me e me in tono minaccioso.
Faccio per parlare, ma lei mi sorprende, gettandosi addosso a me. Finalmente tra le mie braccia.

SEI DA SEMPRE NEL MIO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora